Il Natale di Martin di Leone Tolstoj

In una certa città viveva un ciabattino, di nome Martin Avdeic. Lavorava in una stanzetta in un seminterrato, con una finestra che guardava sulla strada. Da questa poteva vedere soltanto i piedi delle persone che passavano, ma ne riconosceva molte dalle scarpe, che aveva riparato lui stesso. Aveva sempre molto da fare, perché lavorava bene, usava materiali di buona qualità e per di più non si faceva pagare troppo.
Anni prima,     Continue reading

Il mio Regno non è di questo mondo … sono venuto per dare testimonianza alla verità – Gesù Cristo Re dell’ universo 2015

Dal Vangelo secondo Giovanni cap. 18

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Celebrare questa festa è dire con chiarezza e forza che Dio regna nel mondo non con la forza, la violenza, la sopraffazione, il terrore, ma con l’ amore. Quell’ amore, senza se e senza ma, come diremmo nel nostro linguaggio che non ha paura di chinarsi a lavare i piedi per sollevare, a servire, piuttosto che farsi servire, che innalza l’ uomo anziché sottometterlo, che muore, anziché fare morire.
L’ amore di Dio, che viene nel mondo nella persona di Gesù, annunciato da Gesù, testimoniato da Gesù, è l’ unica forza trasformante che può rendere stabile il mondo, fare della vita dell’ uomo una vita piena e significativa già da ora, che libera l’ uomo prigioniero dalle forze del male, che capovolgendo gli schemi umani protegge i deboli contro l’oppressione e l’ umiliazione dei potenti , come canta il magnificat, come proclamano le beatitudini.

Proprio il tema della regalità contraddistingue il dialogo fra Gesù e Pilato. Sono due regalità a confronto. Una è una regalità, un essere re secondo il mondo: quello che concepisce Pilato, e la regalità secondo il Regno di Dio, che Gesù annuncia in tutta la sua predicazione.
Il Regno che Pilato ha in mente è quello dell’ impero romano che si fonda sulla forza di un esercito che non ha uguali,
sull’ organizzazione, sulle strutture che lo regolano, sul potere di chi governa e lo amministra come fosse Dio. Gesù non dice di non essere Re, anzi lui è il vero Re, ma chiarisce subito che “il suo regno non è di questo mondo” .

Ma chiediamoci: qual’ è il Regno che oggi ci viene proposto come modello per la nostra vita “dal mondo?” Soprattutto, però, a quale diciamo sì. Prima degli ultimi tragici avvenimenti che hanno sconvolto l’ Europa e non solo Parigi potevamo dire che è il Regno dell’ apparire, dell’ immagine, della multimedialità e della sua tecnologia che prevale sulla relazione, sulla parola, perché oggi si comunica attraverso sms, tablet, smartphone, mentre si è a tavola, in compagnia, al cinema. Il mondo dove non vi sono più certezze, neanche quella di essere uomo o donna, maschio femmina. Mondo del relativismo in cui ognuno si fa la sua morale e non vi sono più valori non negoziabili, mondo dove i figli si possono comprare e selezionare.
Mondo dove il denaro e la finanza prevale sulla persona schiacciandola … dove la famiglia non si sa più cosa sia o come sia.      Continue reading

Signore nostro Re

Vogliamo celebrarti, Signore, perché sei nostro Re.
Vogliamo pregare e ripetere come tu ci hai insegnato:
“Venga il tuo Regno”,
regno di giustizia, di verità, di pace.
Se la tua regalità trionfa,
si assottiglia la nostra mania di grandezza,
si spegne la presunzione che ci dà tante arie.
Siamo grandi solo con te,
quando ti riconosciamo nostro Sovrano,
perché ci hai amato fino alla follia della croce.
Dacci un cuore semplice,
pronto a percepire i battiti della sofferenza altrui,
per condividere con gli altri la tua regalità di amore.

Mauro Orsatti in Servizio della Parola 

Che cos’è Natale per te ?

Una volta gli animali fecero una riunione. La volpe chiese allo scoiattolo: “ Che cos’è per te Natale?”. Lo scoiattolo rispose: “ Per me, è un bell’albero con tante luci e tanti dolci da sgranocchiare appesi ai rami”.
La volpe continuò: “ Per me, naturalmente, è un fragrante arrosto d’oca. Se non c’è un bell’ arrosto d’ oca non c’è Natale ”. L’orso l’interruppe: “ Panettone! Per me, Natale è un enorme profumato panettone! ”. La gazza intervenne: “ Io, direi gioielli sfavillanti e gingilli luccicanti. Il Natale è una cosa brillante! ” . Anche il bue volle dire la sua: “ È lo spumante che fa Natale! Me ne scolerei anche un paio di bottiglie ”.     Continue reading

Europa: difendi te stessa!

“Loro vincono perché noi ci facciamo sopraffare dalla paura. Abbiamo paura sia perché siamo diventati fragili dentro, perdendo la certezza di chi siamo sul piano delle radici, della fede, dell’identità dei valori, delle regole fino a non immedesimarci più nella nostra civiltà, sia perché i terroristi islamici si presentano come l’ incarnazione del male assoluto che non solo non hanno a cuore la vita, ma scelgono deliberatamente la morte concependola come la garanzia per assicurarsi il paradiso di Allah. Ebbene noi che abbiamo radicato in noi il valore della sacralità della vita, finiamo per soccombere senza neppur reagire di fronte a chi aspira alla morte propria e altrui. 

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Dal fico imparate la parabola … Riflessione con i bambini… su Mc 13,24-32, (XXXIII Domenica ordinario B – 2015)

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Vorrei chiedervi se tutti avete un orologio o se almeno sapete leggerlo!
L’ orologio misura il tempo! Passano i minuti, i giorni, i mesi, gli anni. In che anno siamo? 2015 e da dove abbiamo cominciato a contare questi anni? Dalla venuta di Gesù!
E le cose sono andate sempre bene in questi anni? Se andiamo a vedere non sempre sono andate bene.
Attraverso delle parole, che ci possono fare anche paura, oggi Gesù ci vuole fare riflettere su una cosa molto importante: il tempo.
È una cosa importante: il tempo? Penso proprio di sì! Vi faccio un esempio! Provate a pensare ad una partita di calcio, di pallavolo, di basket. Quando l’ arbitro da i tre fischi è finita e il risultato non si può più cambiare, quello che è fatto è fatto! La nostra giornata che una volta trascorsa non tornerà più esattamente uguale, quella di domani sarà diversa, come viviamo le nostre giornate? Alla sera voi, ragazzi, ripensate alla giornata che avete vissuto facendo quella cosa che si chiama esame di coscienza, ringraziando o chiedendo perdono se abbiamo combinato qualcosa di storto, per qualche peccato commesso?

Vi è un bel libro per ragazzi, forse qualcuno di voi l’ha anche letto che si intitola MOMO, la protagonista è questa ragazzina che lotta contro gli uomini grigi che vogliono rubare il tempo agli uomini e sentite cosa dice sul tempo:

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Essere e fare: essere cristiani/ fare i cristiani. Coerenza e incoerenza a confronto. ( incontro con i genitori dei cresimandi)

Un po’ di tempo fa’ prima di una celebrazione della Messa con i bambini e i ragazzi del catechismo, uno di questi; uno con una faccia birichina, due occhi vivaci e lucidi, mi ha detto sotto voce: “faccio il bravo”. Al che gli ho detto: “ non devi fare il bravo devi essere bravo”. Iniziando l’ omelia ho raccontato il fatto ed ho anche detto che vi è una differenza fra fare il bravo ed essere bravo.
La differenza è questa: io posso fare il bravo e lo faccio finché papà e mamma mi guardano, finché la maestra mi guarda, finché mi guarda il mio catechista, finché mi guarda un adulto, poi quando queste persone non mi guardano più … bè, allora, posso anche non fare il bravo, posso fare il monello, combinare tutto quello che posso e anche di più!

Guardate che questa cosa non riguarda solo i bambini, fanciulli, ragazzi, giovani, ma riguarda anche noi adulti quando le nostre azioni , le nostre parole sono impregnate ad un formalismo di facciata, ma in realtà nel momento che non dobbiamo più mantenere un ruolo, uno status quo agli occhi della gente, diventa un’ altra cosa.

Allora posso anche smarcarmi e buttare una maschera che indosso secondo le apparenze, secondo le circostanze. Se ciò accade nelle situazioni della vita, questo può accadere anche nella nostra esperienza di fede! Quanti, oggi, si dicono cristiani, ma in realtà lo sono proprio?

Il personaggio del ragionier Ugo Fantozzi, portato sulla schermo, che a suo tempo raccolse ben più di un simpatizzante è la caricatura di chi, a seconda delle occasioni e delle varie situazioni ama indossare “ maschere di circostanza”.

Vi è anche poi un vecchio adagio della saggezza popolare: “ Forte con i deboli, debole con i forti”, che ben sintetizza la mancanza di coerenza e di personalità.

D.Franco Caserta, missionario della diocesi di Savona a Manaus, in Brasile scrive: “L’in-coerente appare come uno che è schiavo, vittima dei propri interessi, dei propri vizi o bisogni; a volte è sinonimo di persona che non sa dove andare, che non ha una meta, un obiettivo per cui valga la pena organizzare la sua vita. Oppure è una persona che vive del momento, un opportunista che cavalca il cavallo che vince senza preoccuparsi di altro. Varie sfumature quindi sembrano esserci nell’uso del termine, dalle più miti alle più colpevoli: dal poveretto al delinquente.

Papa Francesco, delineando “ il profilo spirituale del cristiano”, indica proprio nella coerenza l’elemento centrale. In tutte le cose della vita, ha detto, bisogna «pensare come cristiano; sentire come cristiano e agire come cristiano». È questa «la coerenza di vita di un cristiano che nel suo agire, nel suo sentire, nel suo pensare» riconosce la presenza del Signore.(…) Del resto «uno può anche dire: io sono cristiano!». Però «se tu non vivi come cristiano; se tu non agisci come cristiano; non pensi come cristiano e non senti come cristiano c’è qualcosa che non va. C’è una certa incoerenza!». Tutti noi cristiani, ha avvertito il Pontefice, «siamo chiamati a dare testimonianza di Gesù Cristo». E i cristiani che invece «vivono ordinariamente, comunemente, nell’incoerenza, fanno tanto male».(…)
Le conseguenze, poi, sono sotto gli occhi di tutti. È capitato a tutti i cristiani, ha commentato il Papa, di sentirsi dire «io credo in Dio ma non nella Chiesa, perché voi cristiani dite una cosa e ne fate un’altra!». Sono parole che «abbiamo sentito tutti: io credo in Dio ma in voi no!». E questo accade proprio «per l’incoerenza» dei cristiani. ( Come ci troviamo di fronte a queste parole? Che effetto ci fanno?)

Ma cos’è che ci fa essere coerenti?
L’ etimologia del termine ci può aiutare: cohaerentia(m), è derivato di cohaerìre “essere unito, connesso. Noi che ci diciamo cristiani siamo profondamente uniti, “connessi” con il Signore Gesù?

Questo significa andare all’ essenza e verificare quanto il nostro agire si coniughi con ciò che noi profondamente siamo e non diciamo solo di essere.

Mettiamoci in ascolto della Parola del Signore!
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Sentinelle aggredite da chi educherà i nostri figli. – Sentinelle in Piedi a Pisa

Uno scenario a cui purtroppo la cronaca recente ci ha abituato. A Pisa, questa volta. Una veglia pacifica e silenziosa delle Sentinelle in Piedi – in tutto un gruppo di 120 persone che con rispetto esprimevano il loro sì alla famiglia naturale vegliando in silenzio e leggendo un libro – coperta da un mare di bestemmie, cori osceni, insulti, cartelloni espliciti e offensivi.

I “soliti” casi di intolleranza nei confronti di chi esprime pacificamente la propria opinione a favore della famiglia naturale? Sì, ma non solo, perché a organizzare questa vera e propria aggressione verbale nei confronti delle Sentinelle è stata “Queersquilie – collettivo femminista queer” che potrebbe presto salire nelle cattedre delle scuole pisane per insegnare tolleranza e rispetto del prossimo agli studenti toscani.

Ma andiamo con ordine.         Continue reading

Sarà un tempo di angoscia … – XXXIII Domenica del tempo ordinario B

“Sarà un tempo di angoscia, come non c’era mai stato dal sorgere delle nazioni …
Dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce …. le stelle cadranno …”

È la fine del mondo diciamo subito … Assistiamo ormai sempre di più a fenomeni atmosferici catastrofici, guerre, massacri, uccisioni figli che uccidono i genitori, madri che uccidono i propri figli … se poi la nostra mente va a quello che è accaduto stanotte questa affermazione si consolida ancora di più. La storia umana, purtroppo è piena di queste mostruose assurdità.

Ai tempi della guerra fredda, negli anni sessanta quando vi fu la crisi fra Stati Uniti e Russia, fu calcolato che una guerra lampo di tre giorni dalla scadenza dell’ ultimatum avrebbe portato alla vittoria limitando le perdite umane a solo, si fa per dire, poco più di due miliardi di persone.        Continue reading