Dal fico imparate la parabola … Riflessione con i bambini… su Mc 13,24-32, (XXXIII Domenica ordinario B – 2015)

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Vorrei chiedervi se tutti avete un orologio o se almeno sapete leggerlo!
L’ orologio misura il tempo! Passano i minuti, i giorni, i mesi, gli anni. In che anno siamo? 2015 e da dove abbiamo cominciato a contare questi anni? Dalla venuta di Gesù!
E le cose sono andate sempre bene in questi anni? Se andiamo a vedere non sempre sono andate bene.
Attraverso delle parole, che ci possono fare anche paura, oggi Gesù ci vuole fare riflettere su una cosa molto importante: il tempo.
È una cosa importante: il tempo? Penso proprio di sì! Vi faccio un esempio! Provate a pensare ad una partita di calcio, di pallavolo, di basket. Quando l’ arbitro da i tre fischi è finita e il risultato non si può più cambiare, quello che è fatto è fatto! La nostra giornata che una volta trascorsa non tornerà più esattamente uguale, quella di domani sarà diversa, come viviamo le nostre giornate? Alla sera voi, ragazzi, ripensate alla giornata che avete vissuto facendo quella cosa che si chiama esame di coscienza, ringraziando o chiedendo perdono se abbiamo combinato qualcosa di storto, per qualche peccato commesso?

Vi è un bel libro per ragazzi, forse qualcuno di voi l’ha anche letto che si intitola MOMO, la protagonista è questa ragazzina che lotta contro gli uomini grigi che vogliono rubare il tempo agli uomini e sentite cosa dice sul tempo:

“Esiste un grande eppur quotidiano mistero. Tutti gli uomini ne partecipano ma pochissimi si fermano a rifletterci. Quasi tutti si limitano a prenderlo come viene e non se ne meravigliano affatto.
Questo mistero è il Tempo”
“Come voi avete occhi per vedere la luce, e orecchie per sentire i suoni, così avete un cuore per percepire il tempo. E tutto il tempo che il cuore non percepisce è perduto, come i colori dell’arcobaleno per un cieco o il canto dell’usignolo per un sordo”

Gesù ci dice che il tempo che viviamo, quello della nostra vita è importantissimo e bisogna viverlo non da sciocchi, ma da furbi, viverlo da furbi significa sapere riconoscere i segni che, come un biglietto di invito, ci annunciano che Gesù è vicino, come nella Messa, come nei Sacramenti, ma nello stesso tempo ci ricordano che Gesù tornerà e allora ci sarà: la fine del mondo! Una catastrofe? Un disastro? Come sarà?
Il Vangelo ci dice che ci sarà un giudizio, una separazione alcuni a destra, altri a sinistra, quelli che hanno scelto Gesù nel tempo della loro vita, questa, e quelli che hanno detto di no. Gesù, però, nel metterci in guardia, nel dirci siate furbi vivete bene il tempo della vostra vita, ci vuole rassicurare.
É come in quella storia in cui:
Una vecchietta serena, sul letto d’ospedale, parlava con il parroco che era venuto a visitarla.
“Il Signore mi ha donato una vita bellissima. Sono pronta a partire”.
“Lo so” mormorò il parroco.
“C’è una cosa che desidero. Quando mi seppelliranno voglio avere un cucchiaino in mano”.
“Un cucchiaino?”. Il buon parroco si mostrò autenticamente sorpreso. “Perché vuoi essere sepolta con un cucchiaino in mano?”.
“Mi è sempre piaciuto partecipare ai pranzi e alla cene delle feste in parrocchia. Quando arrivavo al mio posto guardavo subito se c’era il cucchiaino vicino al piatto. Sa che cosa voleva dire? Che alla fine sarebbero arrivati il dolce o il gelato”.
“E allora?”.
“Significava che il meglio arrivava alla fine! E proprio questo che voglio dire al mio funerale. Quando passeranno vicino alla mia bara si chiederanno: Perché quel cucchiaino? Voglio che lei risponda che io ho il cucchiaino perché sta arrivando il meglio”. (Il cucchiaino Bruno Ferrero, Il segreto dei pesci rossi)

Io penso che sarà proprio così, arriverà il meglio, se avremo vissuto bene, cioè con Gesù, il tempo della nostra vita, e non solo allora! Già alla fine della nostra vita terrena, perché? Andremo da Gesù in Paradiso e sarà bellissimo! Coraggio allora, stiamo attenti, accorgiamoci di Gesù che è vicino a noi, seguiamo quello che ci dice e non scordiamoci del cucchiaino.

Soli Deo Gloria, qydiacdon

 

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