Sentinelle aggredite da chi educherà i nostri figli. – Sentinelle in Piedi a Pisa

Uno scenario a cui purtroppo la cronaca recente ci ha abituato. A Pisa, questa volta. Una veglia pacifica e silenziosa delle Sentinelle in Piedi – in tutto un gruppo di 120 persone che con rispetto esprimevano il loro sì alla famiglia naturale vegliando in silenzio e leggendo un libro – coperta da un mare di bestemmie, cori osceni, insulti, cartelloni espliciti e offensivi.

I “soliti” casi di intolleranza nei confronti di chi esprime pacificamente la propria opinione a favore della famiglia naturale? Sì, ma non solo, perché a organizzare questa vera e propria aggressione verbale nei confronti delle Sentinelle è stata “Queersquilie – collettivo femminista queer” che potrebbe presto salire nelle cattedre delle scuole pisane per insegnare tolleranza e rispetto del prossimo agli studenti toscani.

Ma andiamo con ordine.        Dal 2014 le Sentinelle in Piedi hanno vegliato tre volte a Pisa in uno scenario di forte intolleranza: “La prima volta la veglia venne interrotta perché i contromanifestanti prima fotografarono tutti veglianti, poi invasero lo spazio autorizzato per le Sentinelle spintonando e ingiuriando i partecipanti tra i quali bambini, anziani, una disabile e una donna in evidente stato di gravidanza,” spiega, Monica, sentinella pisana. La questione fu oggetto anche di una interrogazione parlamentare. Da quel momento le Sentinelle pisane sono costrette a vegliare attorniate dalla polizia in assetto antisommossa.

In occasione delle veglie successive invece accade qualcosa di diverso. In particolare nel corso dell’ultima veglia dello scorso 7 novembre viene indetta contro la veglia una “Lgbtqi parade” di protesta che si assembra nella stessa piazza san Francesco in cui si svolge la veglia silenziosa: “crediamo necessario girare i nostri culi favolosi contro quel grigio assembramento di Sentinelle,” si dice nel comunicato degli organizzatori. “Al fondo della loro ‘difesa della famiglia naturale’ c’è sempre la stessa vecchia e putrida zuppa: omo-, lesbo- e trans-fobia”.

Dai partecipanti, raccontano le sentinelle, sono partite offese, insulti e bestemmie che hanno sommerso i veglianti e che sono proseguiti poi per tutto il corteo, mentre i partecipanti innalzavano cartelloni osceni con disegni espliciti conditi da bestemmie di vario tipo contro Gesù e la Madonna: “a ognuno la sua cappella”, “voi pregate per noi, noi scoperemo per voi”, “anche san Francesco parlava con gli uccelli” “Gesù ce lo ha insegnato, avere due papà non è reato” e così via. Lo striscione della manifestazione è poi apparso appeso a una finestra del palazzo comunale.

L’aspetto più grave di questa vicenda è che tra gli organizzatori di tutto questo c’è l’associazione “Queersquilie” che figura tra le associazioni proponenti di “Educare alle differenze a Pisa” che sulla sua pagina Facebook si definisce “un gruppo di associazioni, collettivi, donne e uomini che si interessano di educazione di genere e alle differenze. Nel territorio pisano, promuoviamo e realizziamo, attraverso percorsi nelle scuole e con attività di gioco e animazione, una cultura dell’inclusione, della valorizzazione delle differenze di genere, della pluralità dei modelli familiari, favorendo l’educazione all’affettività e il contrasto agli stereotipi di genere, la prevenzione di bullismo, omofobia, transfobia e violenza contro le donne”. Il progetto è stato già presentato nel corso di un’assemblea pubblica.

In altre parole: chi ha organizzato questo pomeriggio di offese alla religione cristiana e di insulti gridati in faccia a chi pacificamente manifesta il proprio pensiero potrebbe presto arrivare in cattedra per educare i vostri figli al rispetto reciproco.

“Come si è potuta svolgere questa parata che ha visto intonare canti osceni e esporre cartelli blasfemi con evidente oltraggio alla religione cattolica? Il diritto a non essere discriminati vale forse per tutti tranne che per i cattolici?” si chiede Monica, sentinella pisana. Ma soprattutto “come può essere considerato educatore chi argomenta insultando e utilizzando turpiloquio e bestemmie? Chi assume un tale atteggiamento come può condurre un progetto educativo e interfacciarsi con dei bambini?”

È dunque questo che “Educare alle differenze” intende portare nelle scuole quando dice di voler formare “cittadine e cittadini liber* [sic] che abbiano diritto alla piena espressione individuale”? Tra ciò che è possibile trovare sulla pagina web di Queersquilie si scopre anche una sezione “postporno” tutta dedicata alle nuove frontiere della pornografia con indicazioni di link utili da consultare. “Queersquilie” figura anche tra i promotori del convegno “Educare alle differenze 2” svoltosi nel settembre a Roma col patrocinio del Comune e organizzato da “Scosse” che a sua volta organizza corsi di “educazione all’affettività” nelle scuole dell’area di Roma.

Casi come questi non possono che spronarci a tenere alta la guardia nei confronti dei cosiddetti corsi di “educazione alle differenze” che stanno proliferando nelle nostre scuole e soprattutto a verificarne i promotori che, come dimostra il caso di Pisa, spesso mirano a imporre una visione della sessualità a senso unico dettata dal mondo Lgbt unita a una grande intolleranza nei confronti di chi non condivide questa linea, oltre che della fede cristiana.

di Andrea Lavelli , 16-11-2015, da: La nuova Bussola Quotidiana

 

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