Festa del Battesimo del Signore – 2024

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore
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Oggi celebriamo la festa del Battesimo del Signore, certo questa festa inevitabilmente richiama alla nostra mente una realtà vissuta quando noi eravamo, tranne in alcune eccezioni, piccoli bambini.
Ora anche noi siamo cresciuti e chiamati a vivere questa realtà in cui sono diventato figlio di Dio e sono entrato a fare parte della Chiesa.
“Il battesimo che oggi Gesù riceve, sebbene avvenga almeno trent’anni dopo la sua nascita a Betlemme e la successiva visita di pastori e magi, ha un legame strettissimo con il Natale e l’Epifania. Se nel fascino del Natale Dio si rivela nell’umiltà di un Bambino che converte tante persone, fra queste persone impure e rozze come i pastori, peccatori convenuti accanto a loro quali tanti altri nel circondario e finalmente anche dottissimi miscredenti come i magi che apprendono in lui la rivelazione della verità e della salvezza, adesso a Betania, al di là del Giordano dove Giovanni sta battezzando, lo stesso Dio Onnipotente si manifesta nell’umiltà di un Uomo ormai adulto, formato e con una forte ossatura in grado di far fronte alle contrarietà della vita, anch’egli vicino ai rozzi, ai peccatori e ai refrattari della Parola di Dio e anch’egli proclive a manifestare ad essi la stessa verità e la stessa salvezza. Anche il battesimo di Gesù è un’Epifania, perché manifesta ancora una volta l’umiltà e allo stesso tempo la misericordia di Dio che, incarnatosi, vuole raccogliere tutti quanti in unità e concordia.” Continue reading

1 Domenica di Avvento 2023

Vangelo Mc 13,33-37
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Parola del Signore
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Inizia un nuovo anno liturgico in cui ci viene proposto, dalla liturgia la lettura del Vangelo di Marco.
“Non si comincia dal paragrafo iniziale del suo Vangelo, che sarà oggetto di lettura nella settimana prossima: si parte dal punto in cui terminerà la penultima settimana dell’anno, con l’annuncio del ritorno di Cristo: “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria”.
A prima vista, ciò può sembrare strano ed illogico. Invece, nella liturgia, c’è un’estrema sottigliezza nell’effettuare il cambiamento di tono: la nostra attenzione, che nelle ultime settimane era centrata sul giudizio e sulla fine del mondo, si sposta ora sul modo di accogliere Cristo: non con paura, ma con impazienza, proprio come un servo che attende il ritorno del padrone (Mc 13,35).
In quanto preparazione al Natale, l’Avvento deve essere un tempo di attesa nella gioia. San Paolo interpreta il nostro periodo d’attesa come un tempo in cui dobbiamo testimoniare Cristo: “Nessun dono di grazia più vi manca, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo” (1Cor 1,7).”

Si ritrova nel Vangelol’ idea dell’ imminente ritorno del Signore; al tempo stesso ci rende avveduti contro la tentazione di identificare i segni
dei tempi, per definizione mai del tutto chiari e sempre approssimativi e ambigui, sintomi certi e incontrovertibili della fine. Attenzione ai millenarismi! la storia passata deve insegnarci!
In tempi di confusione come il nostro, il Vangelo ha l’intento di richiamarci alla fedeltà a Cristo. L’ Avvento è, quindi, tempo di accoglienza del Signore e per prepararci alla venuta di Cristo.

E’ Anche tempo di preparazione di accoglienza non passiva, ma come dice la preghiera dei colletta della Messa: “O Dio, nostro Padre,
suscita in noi la volontà
di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene,
perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria
a possedere il regno dei cieli.”

Ma quali sono queste buone opere? Ce le diceva il Vangelo di Mt: “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, [36] nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.” Sono le opere dell’ amore!
dunque, saremo valutati sull’amore che abbiamo donato agli altri ogni giorno: a scuola, a casa, in parrocchia, nelle varie attività che svolgiamo… ovunque.
“State attenti…vegliate…vigilate… non addormentatevi…” sono i verbi che ci accompagneranno per tutto questo periodo di Avvento.
Per questo dobbiamo sempre essere vigilanti e attendere il Signore con speranza, ma anche con operosità.

BUON AVVENTO A TUTTI

Qy diac don

52 idee su AVVENTO nel 2023 | avvento, buona domenica, idee ...

Ancora sulla Preghiera

 

La preghiera comincia come monologo dell’anima con se stessa e si manifesta poi parte dello Spirito di Dio in essa. In ciò si annuncia da lontano, sebbene già incalzante, il paradosso della preghiera: Colui che parla attraverso di noi è colui al quale parliamo.E così, ‘pensare, ricordare e ringraziare si compiono reciprocamente e sono veri solo in  questo triplice rimando’. Alfred Delp, il gesuita tedesco giustiziato dai nazisti,, diceva: “Il pane è importante, la libertà ancora più importante, ma più importante di tutto è l’ adorazione”, e così riconoscere il primato di Dio e della sua Parola nel mistero umano.

Angeli ed animali

I nostri custodi felini

I gatti – come si sarà conto chiunque viva con una di loro- sono dei compagni molto speciali: in grado di vedere l’invisibile, essi sanno presagire quando dobbiano svegliarci, o poggiarsi vicino a un oggetto che richiede la nostra attenzione, essendo come tutti gli animali allineati con il tempismo divino. A differenza dei cani, i felini non attraversano il lutto per la perdita del padrone. Vi siete mai chiesti perché?
Semplicemente perché ne vedono ancora l’anima accanto a loro!
I gatti sono dei naturali guaritori e consolatori; le loro fusa curano le artrosi e le patologie di natura nervosa: un gatto dietro alla nostra testa, oltre a proteggerci, allieva il male dovuto a stress, e se poggiato
Accanto al ventre allevia i dolori mestruali meglio di qualsiasi medicina.
Sembrerebbe che nell’antichità i gatti fossero venerati come sacri: difatti, essere “scelti” da uno di loro consisteva in un vero e proprio privilegio: il felino avrebbe custodito la casa e i suoi abitanti.
Indipendente e apparentemente non bisognoso di attenzioni, il gatto casalingo soffre, però, la disarmonia e la carenza di igiene. Perché il vostro compagno peloso possa sentirsi a suo agio, non lasciate mai la ciotola d’acqua vuota (i gatti necessitano di idratarsi spesso, più di quanto si pensi) e riservategli uno o più nascondigli. La sabbia dovrà essere sempre pulita, per non portare batteri nelle altre zone casalinghe.

Le virtù dei gatti, sebbene tutti siano perennemente sotto la protezione degli arcangeli Michele e Raffaele, variano leggermente a seconda della razza. Ogni esemplare, poi, così come ogni padrone avrà delle influenze angeliche particolari a seconda del giorno della sua nascita, anche in base alla qualità delle attenzioni dimostrate nei suoi confronti.

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Simboli Massonici: i simboli più importanti e i loro significati

La Libera Massoneria esiste ufficialmente del 18esimo secolo, ma i suoi riferimenti culturali sono molto più antichi. Vediamo quali sono i simboli massonici più importanti, da dove vengono e qual’è il loro significato.

I simboli massonici sono presenti in tutto il mondo occidentale, sugli edifici storici, le sculture e i dipinti.

Nella maggior parte dei casi fanno riferimento alle credenze e ai valori massonici della conoscenza ermetica, che ricerca i significati nascosti delle culture del passato.

Nonostante sia un sistema di credenze unificato, la Massoneria ha preso in prestito e modificato una grande varietà di simboli religiosi e spirituali, adattandoli ai rituali praticati nelle Logge.

L’occhio della Provvidenza
L’occhio della Provvidenza, conosciuto anche come Occhio Massonico e Occhio che vede tutto, è probabilmente il simbolo dei massoni più famoso e riconosciuto.
Il simbolo è addirittura presente sui dollari americani (molti dei Padri Fondatori erano Massoni) con la scritta latina “Annuit cœptis – Novus Ordo Seclorum” , letteralmente “[Dio] favorisce le nostre imprese – Il Nuovo Ordine dei secoli“. E’ stato introdotto nel 1797

La lettera G è spesso presente nella simbologia massonica, ma ci sono varie interpretazioni sul suo reale significato.
Alcuni dicono che indichi semplicemente “Dio” (God), “Grande Architetto” (Great Architect), altri che significhi “Geometria“o “Gnosis” (conoscenza dei misteri spirituali).Un’altra teoria è quella secondo la quale la lettera G in ebraico antico indicasse il valore numerico di 3, il numero perfetto. Continue reading

La Massoneria

Inizio a pubblicare alcuni articoli sulla massoneria, perché dietro al grande disordine e al nuovo ordine mondiale vi è questa triste realtà, che coinvolge uomini facoltosi, politici, economisti che cercano di stabilire un nuovo ordine mondiale.

La massoneria nasceva in Inghilterra, paese protestante, dove nel Seicento si era sviluppata e impostata la corrente illuminista coi nomi di Francesco Bacone, Robert Boyle, Isacco Newton, Thomas Hobbes e altri, che proclamavano la supremazia della ragione. Non più la fede rivelata, proveniente dal di fuori dell’uomo, doveva essere la norma morale dell’uomo, ma la ragione, quella che pochi decenni più tardi, nella cattedrale dissacrata di Notre Dame a Parigi, sarà salutata e venerata col nome di dea.
L’ illuminismo, presto passato dall’Inghilterra alla Germania col nome di Aufuklarung, alla Francia, all’ Italia andò ancora più in del protestantesimo in quanto rigettò non soltanto il pensiero Ecclesiastico – scolastico, ma anche l’ideale civile antico che mirava alla perfetta armonia dell’uomo come individuo e come membro della società. La ragione umana, libera da qualunque vincolo, era la regola suprema della conoscenza e del sapere .
Nasceva così il deismo, antitesi della teologia rivelata. Un dio “razionale”, costruito dell’uomo e manipolato dall’ uomo, definito “l’architetto dell’universo”, ma senza spiegare perché e fino a qual punto egli fosse “architetto”.
Il deismo –da non confondere col “teismo”, cioè la fede nel vero Dio – passò di pari pari nella massoneria, il cui bagaglio religioso, molto limitato, si può fissare in una fede molto vaga nell’architetto, di cui sopra, nell’immortalità dell’anima e in un ancora ricompensa nell’aldilà. Continue reading

RIVOLUZIONE VATICANA Pastori scelti dalle “pecore”: c’è un problema con laici e donne nel dicastero

Inversione tra pastori e pecore: le pecore finiscono per svolgere il ruolo dei pastori, nella scelta dei propri pastori; sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI avevano messo in guardia dal clericalizzare i laici, conferendo loro ruoli e ministeri che spettano invece ai ministri sacri. Il problema delle tre donne (una laica) scelte dal Papa nel Dicastero dei vescovi non è di abilità e competenze, ma di ordine sacro. Una manovra sbadata di “modernizzare” la Chiesa o un ulteriore passo verso il sacerdozio femminile?

Quota rosa al Dicastero per i vescovi. Dopo la nomina, a novembre dello scorso anno, di suor Raffaella Petrini, delle Suore Francescane dell’Eucaristia, come segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, è ora venuto il momento della nomina di tre donne come membri del Dicastero dei vescovi.

Il Papa aveva anticipato la nomina di due ladies, circa una settimana prima, durante l’intervista concessa a Phil Pullella della Reuters (vedi qui). Ma, come si sa, non c’è due senza tre; e così sono ben tre le donne che condivideranno con gli altri membri, tutti vescovi (e un abate), la responsabilità per la nomina dei vescovi, nonché della costituzione, raggruppamento o soppressione di chiese locali e dell’erezione di Ordinariati militari o personali, compiti propri del Dicastero presieduto dal cardinale Marc Oullet.

Oltre alla già in carriera suor Raffaella Petrini, la quota rosa sarà nutrita anche dalla presenza della superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, sr. Yvonne Reungoat, e dalla sociologa argentina Maria Lia Zervino, presidente dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche e appartenente all’Ordo Virginum. La notizia è stata generalmente accolta con favore, quale segno di apertura della Chiesa cattolica alle donne e riconoscimento del loro peculiare contributo. Continue reading

Silvana De Mari. Ippocrate non Abita più Qui. Decomposizione della Medicina. 16 Giugno 2022 Pubblicato da Marco Tosatti

Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, mi sembra opportuno potate all’attenzione di chi non l’avesse già letto questo articolo che testimonia una volta di più dello sfacelo morale e professione della maggioranza della categoria dei medici. E della complicità dei politici – immaginiamo non gratuita…- che hanno condotto questa danza disgusto. Buona lettura e indignazione.

Nel marzo 2020 il professor Cavanna, vestito da astronauta, ha visitato e guarito 300 persone malate di Covid, applicando un protocollo logico creato grazie all’esperienza maturata nell’epidemia di SARS, molto simile per agente patogeno, e a intuizioni dettate dai risultati autoptici. Su 300 pazienti guariti ci sono state solo sei ospedalizzazioni, nessuno in rianimazione e nessun decesso.

Noi abbiamo applicato il protocollo di Cavanna? No. Abbiamo applicato il protocollo di Speranza che consigliava di somministrare paracetamolo che deprime il sistema immunitario e peggiora la situazione e di non dare un accidente di niente fino a quando la saturazione non avvertiva che c’era già un danno polmonare.

Il protocollo di Speranza sconsigliava in quanto inutili le vitamine e in particolare la D che, come ha dimostrato il professor Elia, diminuiscono la mortalità dell’80%. Tutte le volte che ho nominato il vero protocollo di cura, oppure ho solo accennato a uno dei suoi componenti, per esempio l’idrossiclorochina, la ma pagina Facebook è stata chiusa per un mese.

Nel suo incredibile libro “Così guariremo”, immediatamente ritirato dal commercio, il ministro Roberto Speranza ha candidamente confessato di aver usato il denaro pubblico perché i media e i social si uniformassero alla sorprendente idea che tachipirina e vigile attesa siano per una polmonite interstiziale una buona cura, un’ottima cura, l’unica accettabile, quella che deve essere imposta mediante un protocollo che la legge Gelli rende vincolante.

La legge Gelli è uno dei doni del DDL Lorenzin, che ha reso ufficialmente l’Italia il laboratorio vaccinale dell’OMS e ha trasformato gli Ordini dei Medici nel braccio armato del Ministero della Salute e non più in ordini preposti alla difesa dei medici e dei pazienti. La legge Gelli è una legge che deresponsabilizza i medici che ubbidiscono e incrimina gli altri.

Il dottor Andrea Stramezzi ha curato e guarito più di 6000 persone, molte di persona senza timore del contagio, molti in telemedicina. Ha segnalato le linee terapeutiche anche all’estero, e ha seguito pazienti anche all’estero. Il senatore Malan ha calcolato che se tutti i medici avessero fatto quanto ha fatto il dottor Stramezzi, i morti da covid sarebbero stati in totale 11000. Il dottor Stramezzi è sospeso dal cosiddetto Ordine dei medici per un anno. Ippocrate.org ha curato 60000 pazienti. Il suo protocollo è stato ed è applicato anche all’estero, salvando decine di migliaia di vite. Ippocrate è costantemente sotto attacco. Continue reading

IL CASO DI TORINO Cresima a trans: l’ipocrisia e l’accettazione dello scandalo

Una persona che ha chiesto di mutare la propria condizione sessuale si è chiaramente posta in opposizione alla volontà di Dio. L’utilizzo del nome di Battesimo è importante per sottolineare il legame strettissimo tra questo sacramento ed il Battesimo. Per questo l’indicazione della Curia finisce per avallare pubblicamente, all’interno del Rito, lo scandalo che la persona che ha deciso di “cambiare sesso” ha suscitato nella comunità.

Il caso che si è presentato nell’arcidiocesi di Torino non è il primo e purtroppo non sarà l’ultimo. La posizione della Curia locale risulta come minimo lacunosa e non esente da ipocrisia.

Partiamo da quest’ultimo aspetto. Sappiamo che la Curia di Torino ha dato indicazione di scrivere sugli appositi registri il nome di Battesimo della persona che ha richiesto la Cresima e non invece quello “nuovo” presente nello Stato Civile. L’indicazione seguirebbe una Notificazione della Presidenza della CEI del 21 gennaio 2003, nella quale vengono fornite indicazioni su eventuali variazioni da apportare nel caso di «fedeli che si sono sottoposti a interventi di cambiamento di sesso e hanno ottenuto il relativo riconoscimento agli effetti civili delle avvenute modifiche anatomiche e anagrafiche». Nella Notificazione vengono genericamente richiamate presunte indicazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Congregazione per il Clero, le quali vanno nella direzione di non apportare «alcuna variazione anagrafica sui Libri parrocchiali», perché la condizione canonica del fedele è definita dalla nascita, e non dalle autorità civili.

Tuttavia, la Presidenza della CEI, «a motivo delle eventuali situazioni che si potrebbero presentare in futuro per tali fedeli», ritiene di annotare a margine l’avvenuto «intervento» unicamente per quanto attiene agli effetti civili della mutata condizione del fedele, indicando al riguardo la data e il numero di protocollo della Sentenza del Tribunale Civile competente e/o del documento rilasciato dall’Ufficio dello Stato Civile. Questa annotazione – si precisa – «non potrà essere fatta valere dalla persona interessata per avviare l’istruttoria ai fini di un eventuale futuro matrimonio da celebrare nella forma concordataria». Continue reading