XXVII Domenica tempo ordinario B – Relazione …

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

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Se dovessi mettere un titolo alla liturgia della parola di questa Domenica metterei la parola Relazione….
La prima lettura ci presenta la relazione dell’uomo con l’universo : “Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse.”

Questo ci dice, nonostante quello che è accaduto e sta accadendo ancora oggi che l’uomo è fatto per la socialità, per la relazione non per essere isolato, chiuso e che l’uomo, per sua natura, è un essere sociale in relazione. In relazione con il mondo con le altre creature alle quali impone un nome. Dare il nome a qualcuno significa creare un legame ed essere in profonda relazione con lui.

Vi è, però, qualcosa di più. La relazione con le altre creature, con il creato in tutta la sua bellezza e la sua grandezza sembra non bastare: “l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse”. Ecco allora: “Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.”

In questo sonno viene creata la donna, a cui l’uomo non assiste. Questo avviene perché l’uomo possa realizzare in pienezza il suo sogno di comunione e di relazione scoprendo in chi è altro da sé, ma che gli è simile, una persona che va incontro all’ altro, con cui tesse legami in un dialogo di armonia e di vita condivisa.

Ciò non significa che, come sperimentano tanti sposi e tante famiglie, la si debba pensare tutti allo stesso modo, ma che bisogna trovare, ricercare, impegnarsi in una sintesi per arrivare poi ad essere, ciascuno nella propria originalità, una comunione. L’ uomo e la donna sono chiamati reciprocamente a meravigliarsi l’uno dell’altro nella loro diversità, ad aiutarsi e sostenersi reciprocamente.

E’ certamente un bel disegno, ma che è comunque da realizzare giorno, dopo giorno in una vita condivisa nel matrimonio, non solo nel rito religioso, ma anche perché è l assunzione di un legame e di responsabilità fra le persone che dicono di amarsi e chi ama si fa sempre carico dell’altro che dice di amare e non solo. Amare qualcuno significa sentirsene responsabili.

Oggi, purtroppo queste verità sono messe in discussione e che il Vangelo e il mondo vadano in rotta di collisione è evidente. Si cerca di non riconoscere più alterità e la particolarità della differenza fra l’uomo e la donna. Uomini che si travestano da donne e viceversa. La pecurialità dell’ essere femminile che è la maternità come atto d’ amore fra un uomo e una donna viene surrogato attraverso l’utero in affitto e altre forme di manipolazioni di laboratorio, dietro tutto questo vi è il diverso modo di concepire l’ uomo e la donna nel matrimonio e la loro relazione.

Certo siamo consapevoli che a volte accadono casi in cui la coabitazione non può essere più possibile. Pensiamo ai casi dove c’è un marito violento,
ma questo non va ad annullare, per quanto riguarda il cristiano, il suo impegno di essere fedele agli impegni che ha contratto nel giorno del suo matrimonio, e che non è sempre facile.

Tutto questo può sembrare essere superiore alle sole nostre forze, ma con la preghiera e l’aiuto di Dio è possibile.

Deo gratias,qydiacdon

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