26 Domenica anno B – …non glielo impedite

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».

«Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Il rischio di chiudersi.

Le parole che vengono pronunciate da Gesù sono parole forti che hanno lo scopo di renderci consapevoli che non vi sono confini per il bene e per chi lo opera. Purtroppo il rischio di chiudersi nel proprio piccolo mondo, di categorizzare “tu sei dei nostri”, “tu non sei dei nostri” si sente spesso in ogni ambito: politico nello sport, pensiamo solo al calcio e purtroppo anche dentro le nostre comunità ecclesiali senza fermarci a pensare che si è semplicemente DIVERSI.
“Tu non sei dei nostri”. Quanta sofferenza provoca questa frase e quanti danni può provocare, assieme a tanta sofferenza. È vero, noi abbiamo bisogno di connotarci, ma questo non significa voler cancellare gli altri che hanno differenze.

E non parlo solo di coloro che non credono, o che hanno una diversa religione, ma parlo di noi cristiani. S. Paolo scriveva ai Galati: “Se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!” Invece questo accade dentro le nostre comunità, non diversamente da quello che accade nelle nostre diverse relazioni personali.

Le diversità ci sono, esistono ma noi dobbiamo leggerle alla luce della logica evangelica che non è una logica di repressione, ma una logica di cogliere il bene che ci può essere e respingere il male, cioè ciò che non promuove e realizza la persona, ciò che non ricerca il suo bene.
Alla tentazione settaria dei suoi Gesù dà una risposta chiara. In un altro contesto, invece aveva detto: “Chi non è con me è contro di me”. Sembra esserci una contraddizione, ma non è così. Quest’ ultima riguarda il nostro rapporto personale di fede.
L’ altra riguarda più l’atteggiamento esterno, come si agisce, cosa si fa in concreto in cui Gesù tiene in considerazione più la sostanza del comportamento. Se Dio è Dio agisce come e dove vuole e va ben oltre i confini che gli impongono gli uomini.
Vi è poi l’altra frase: “Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità vi dico non perderà la sua ricompensa”

Cos’è un bicchiere d’acqua, sembrerebbe un gesto piccolo, insignificante, ma diventa grande quando è espressione d’amore. Così i nostri gesti di bene quando sono compiuti con un cuore generoso e animato da una sincera sollecitudine nei confronti di chi è nelle necessità, non solo materiali, ma anche spirituali. Per i cristiani questi gesti devono essere compiuti nel nome del Signore, devono quindi andare anche al di là di quelle che sono la fraternità, la filantropia, la solidarietà fra gli uomini, di per sé già grandi, e ringraziamo che non sono solo prerogativa dei cristiani, ma di tante persone di buona volontà che vogliono rendere il mondo più bello, più buono, più vivibile. Per chi si dice cristiano tutto questo deve essere quotidianamente ispirato dalla fede e da un intenso rapporto con il Signore.

“Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile”

Certo questa espressione non va presa in senso letterale, come fa la religione islamica, è comunque da considerare seriamente.

Come scrive un commentatore: “Essa ci dice quanto grande sia il rigore dei principi e la fermezza del comportamento (per chi dice di essere cristiano anche di più). Questa espressione scende come una sferzata sulle concezioni della morale corrente tutta improntata al lasciar correre in cui tutto diventa lecito basta non fare male agli altri.”

Anche se debbo dire che conosco persone, anche non credenti che hanno solidi principi morali.
Chiediamo, quindi, che tutti possano vivere in armonia e rispetto pur nelle nostre diversità

Qydiacdon Deo Gratias
(26-9-2021)

 

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