XXIX Domenica C “ Pregare sempre senza stancarsi mai”

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»
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“Il Figlio dell’uomo troverà ancora fede sulla terra?” Bella domanda Gesù.
La guerra, la situazione economica che stiamo attraversando, con
l’aumento dell’energia, per tanti l’impossibilità di far fronte a bisogni fondamentali come, ad esempio potersi scaldare quando arriverà l’inverno, o poter mangiare. Di fronte a palesi ingiustizie dove alcuni percepiscono retribuzioni eccessive e altri nemmeno da sopravvivenza.
Che dire poi della malattia, della morte di chi ci è caro, ma che anche noi dovremo sperimentare!
Credere non è né scontato, né facile così la nostra fede può vacillare, per non dire poi della sofferenza dei piccoli dei bambini quando vengono presi da mali incurabili, perché la Dea scienza è impotente.
Vero le difficoltà, il dolore, ci fa mettere in discussione Dio! “Se Dio c’è perché permette …” Si sente spesso dire.

Di fronte alla guerra facciamo e possiamo partecipare anche a manifestazioni, , ma se poi a casa litighiamo, o sul posto di lavoro e avendo responsabilità angariamo i nostri sottoposti, oppure facciamo la guerra ai nostri colleghi vuol dire che noi crediamo poco a quello che invochiamo andando in piazza e al nostro dire: “Ma Dio dove sei, cosa stai facendo?”.
Perché la domanda ci viene rimandata: “Tu dove sei, cosa fai?”
Nella creazione Dio ci ha consegnato un mondo bellissimo, pieno di equilibrio, di bellezza, di armonia, ma l’uomo che ha ceduto a quella grande tentazione di essere Dio nel stabilire lui ciò che è bene e ciò che è male abbiamo ridotto questo mondo a una realtà in cui convivono ingiustizia, degradazione, umiliazione di chi è più debole, violenza e quant’altro. Poi di fronte a tutto ciò ricorriamo, o ce la prendiamo con Dio . Non è che Dio non ascolti le nostre richieste, è che, purtroppo, spesso non sono il frutto di una vita di fede, di quella preghiera che dovrebbe essere come il poema d’amore dell’ innamorato verso colui che è la persona che ama.

Così noi non siamo nel mondo quella luce, quel sale di cui parla il Vangelo, possiamo anche essere una coscienza critica, che è già tanto, ma non è sufficiente.
La preghiera insistente della vedova, che fa sì che quel giudice, discutibile, alla fine si arrende, ci dice una speranza, ma anche una fede. La vedova nella sua richiesta reiterata confida che alla fine avrà giustizia.

Così, anche noi non stanchiamoci di pregare il Signore, ma non solo come preghiera di domanda, ma anche di ringraziamento, di lode, perché tutto quello che noi siamo lo dobbiamo a Lui e anche se ci si presentano situazioni problematiche, difficili o disperate cerchiamo il coraggio di dire: “ Non ci capisco niente, ma mi fido, ci sto lo stesso Signore.
Osiamo pregare come Mosè che tiene le braccia alzate perché il suo popolo vinca contro gli amaleciti. Finisco con due domande: L’ insistenza della vedova è la nostra insistenza nella preghiera? La sua costanza è la nostra?
Speriamo sia così, ognuno dia la sua risposta!

Qydiacdon, Deo gratias

[La #VEDOVA e il #GIUDICE] XXIX #DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) – frate Attilio Gueli OFMCap - YouTube

 

 

 

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