Terremoti e castighi divini

A partire dal 24 agosto di quest’anno l’Italia è stata colta da una serie di violente scosse sismiche, che dopo due mesi, non accennano a diminuire. Le scosse, secondo i sismologi, sono state migliaia, di intensità e magnitudine diversa. Fino ad oggi hanno provocato un numero limitato di vittime, ma gravi danni alle chiese e agli edifici pubblici e privati, privando dei loro beni e delle loro case decine di migliaia di italiani.

La scossa del 30 ottobre, la più grave dopo quella del 24 agosto, si è avvertita in tutta Italia, da Bari a Bolzano e ha avuto il suo simbolo nel crollo della cattedrale di Norcia. La notizia della distruzione della Basilica ha fatto il giro del mondo. Della chiesa sorta sulla casa natale di san Benedetto rimane solo una fragile facciata. Tutto il resto è scomparso in una nuvola di polvere. Molti mass media, come l’americana Cnn, hanno sottolineato il carattere simbolico dell’evento, scegliendo, l’immagine della cattedrale crollata per l’homepage dei loro siti.   

Un tempo gli uomini erano capaci di leggere i messaggi di Dio in tutti gli avvenimenti che sfuggivano alla loro volontà. Tutto ciò che accade, infatti, ha un significato, espresso dal linguaggio del simbolo.Il simbolo non è una rappresentazione convenzionale, ma è l’espressione più profonda dell’essere delle cose.

Il razionalismo moderno, da Cartesio ad Hegel, da Marx al neo-scientismo, ha voluto razionalizzare la natura, sostituendo alla verità del simbolo l’interpretazione puramente quantitativa della natura. Il razionalismo oggi è in crisi, ma la cultura postmoderna che si abbevera alle sue stesse fonti intellettuali, dal nominalismo all’evoluzionismo, ha creato un nuovo sistema di simboliche, a differenza da quelli antichi, non rinviano alla realtà delle cose, ma la deformano come in un gioco di specchi. Il codice simbolico che si esprime in tutte le forme della comunicazione postmoderna, dai tweet ai talk-show si propone di creare emozioni e di suscitare sentimenti, rifiutando di cogliere la ragione profonda delle cose

La cattedrale di Norcia, ad esempio, è un simbolo di arte, di cultura, di fede. La sua distruzione evoca, per i media la perdita del patrimonio artistico dell’Italia centrale, ma non può essere immagine del crollo della fede o dei valori fondamentali della Civiltà cristiana.

Il terremoto poi, malgrado sia usato nel linguaggio comune per indicare sconvolgimenti culturali e sociali, non può mai rinviare a un intervento divino, perché Dio può essere solo presentato come misericordioso, mai come giusto.

Chi parla di “castigo divino”, incorre immediatamente nella diffamazione mediatica, come è accaduto a padre Giovanni Cavalcoli, le cui parole a Radio Maria sono state definite “affermazioni offensive per i credenti e scandalose per chi non crede” dal sostituto alla Segreteria di Stato mons. Angelo Becciu.

Ma se scandalo c‘è, è proprio quello provocato dalla presa di posizione del prelato vaticano che dimostra di ignorare la teologia cattolica e l’insegnamento dei Papi, come Benedetto XVI, che nell’udienza del 18 maggio 2011, parlando della preghiera di intercessione di Abramo per Sodoma e Gomorra, le due città bibliche punite da Dio a causa dei loro peccati, afferma:

“Il Signore era disposto a perdonare, desiderava farlo, ma le città erano chiuse in un male totalizzante e paralizzante, senza neppure pochi innocenti da cui partire per trasformare il male in bene. Perché è proprio questo il cammino della salvezza che anche Abramo chiedeva: essere salvati non vuol dire semplicemente sfuggire alla punizione, ma essere liberati dal male che ci abita. Non è il castigo che deve essere eliminato, ma il peccato, quel rifiuto di Dio e dell’amore che porta già in sé il castigo. Dirà il profeta Geremia al popolo ribelle: «La tua stessa malvagità ti castiga e le tue ribellioni ti puniscono. Renditi conto e prova quanto è triste e amaro abbandonare il Signore, tuo Dio» (Ger 2,19)”.

Come dimenticare che tra agosto e settembre del 2016 sono state celebrate le prime unioni civili in Italia? “Ricostruiremo tutto” ha dichiarato il premier italiano Matteo Renzi.

Ma il 23 luglio 2016 lo stesso Renzi ha apposto la sua firma al decreto attuativo della Legge n. 76/2016, o Legge Cirinnà, che legalizza il matrimonio omosessuale in Italia. Questa legge è un terremoto morale, perché abbatte le mura della legge divina naturale. Come immaginare che questa legge sciagurata sia priva di conseguenze? Chi non rinuncia al buon senso se ne rende immediatamente conto. Oggi l’uomo si ribella a Dio e la natura si ribella all’uomo. O meglio, l’uomo si ribella alla legge naturale, che ha il suo fondamento in Dio, e il disordine della natura esplode.

La legge Cirinnà non distrugge le case, ma l’istituzione della famiglia, producendo una devastazione morale e sociale non meno grave di quella materiale del terremoto. Chi può negarci il diritto di pensare che il disordine della natura è permesso da Dio come conseguenza della negazione dell’ordine naturale attuato dalle classi dirigenti dell’Occidente? E poiché i simboli tollerano diverse letture, come dar torto a chi vede nella facciata di una cattedrale il simbolo di ciò che oggi, sotto l’aspetto umano, sembra rimanere della Chiesa cattolica: un cumulo di macerie? Le dichiarazioni di mons. Becciu, uno dei più stretti collaboratori di papa Francesco, sono l’espressione di un mondo ecclesiastico in rovina che attira su di sé altre rovine.

Dalla promulgazione dell’Esortazione Amoris Laetitia agli onori resi a Lutero a Lund, papa Francesco non ha certo contribuito a riportare ordine in questo mondo in frantumi.

Il Papa ripete che non si devono costruire muri, ma bisogna abbatterli: ebbene i muri crollano, ma con loro crolla la fede e la morale cattolica, crolla la Civiltà cristiana, che a Norcia, patria di san Benedetto, ha la sua simbolica culla.

Eppure, se la cattedrale si è sgretolata, è restata in piedi la statua di San Benedetto al centro della piazza antistante. Attorno a questa statua si sono riuniti un gruppo di monaci, di suore e di laici, recitando il rosario. Anche questo è un messaggio simbolico che ci parla dell’unica ricostruzione possibile: quella che si fa in ginocchio, pregando.

Accanto alla preghiera occorre però l’azione, la lotta, la testimonianza pubblica della nostra fede nella Chiesa e nella Civiltà cristiana che risorgerà dalle macerie. La Madonna a Fatima lo ha promesso. Ma prima del trionfo del Cuore Immacolato, la Beatissima Vergine ha previsto anche un castigo planetario per l’umanità impenitente. Bisogna avere il coraggio di ricordarlo.

Roberto de Mattei in Corrispondenza Romana

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