IV Domenica di Pasqua: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.”

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
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In quel tempo, Gesù disse: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”
Le mie pecore ascoltano la mia voce. In questa immagine ci siamo noi cristiani, anche i ministri della Chiesa, anche i religiosi che dovrebbero ascoltare la voce di Gesù che risuona nel Vangelo. Ma siamo sicuri di ascoltare questa voce che ci chiama, ci interpella sul nostro modo di pensare, di agire, di porci nei confronti degli altri.
Forse non sempre ascoltiamo il Signore che ci parla. Proviamo a pensare in una settimana a quanto prendiamo in mano il Vangelo e ne sfogliamo una pagina. Ancora quanto tempo diamo alla preghiera, che non è solo riempire il Signore con le mie parole, ma mettersi in ascolto di quello che Lui ci vuole dire. Del modo in cui orientiamo le nostre scelte secondo quella logica di donazione e servizio che il Signore stesso ha vissuto e ci ha lasciato come comandamento.
Come siamo aperti alla novità del Vangelo? Certo vivere la novità del Vangelo non è scontato. Spesso noi prendiamo quello che del Vangelo ci aggrada e tralasciamo quello che è più impegnativo. Pensiamo solo al discorso sul perdono quando Gesù viene interpellato e ci dice che dobbiamo perdonare sempre. Magari anche quando un nostro collega sul luogo del lavoro ci fa lo sgambetto per passarci davanti, oppure quando qualcuno va in giro sparlando di noi. Perdonare diventa difficile, la prima reazione sarebbe quella dell’occhio per occhio dente per dente. Ci vuole davvero una forza più grande che non deriva dalle nostre capacità umane.
Ma il Signore ci conosce e … “nessuno ci strapperà dalla sua mano”.
“Ci sono alcune impronte che non spariscono mai. Il segno che lasciano è eterno, come una tacca sul tronco di un albero che non può essere cancellata dal tempo…
La Bibbia dice che Gesù ha questo tipo di impronta, un’iscrizione indelebile… “Ecco, io ti ho scolpita sulle palme delle mie mani; le tue mura mi stanno sempre davanti agli occhi.” (la Bibbia, Isaia 49:16)
Sì, amico mio, il tuo nome è scritto nel palmo della Sua mano… un segno indelebile, eterno – è il segno che tu sei figlio di Dio, che tu sei Suo per sempre.
Forse ci sono dei giorni in cui dici a te stesso che Dio ha una grande quantità di buone ragioni per eliminare e cancellare il tuo nome. Ma Lui non vuole farlo. E anche se volesse, non potrebbe… Lui ha scelto un inchiostro permanente. Lui ha scelto di versare il Suo sangue per dimostrare il Suo amore eterno nei tuoi confronti.” (Eric Célérier )
Nessuno potrà cancellare questa traccia e nessuno potrà toglierci dal palmo della mano di Dio.
Questo ci deve ricolmare di ogni forza e speranza, noi non saremo mai soli e Dio è fedele alle sue promesse. Se Gesù è il pastore e lo è veramente è anche una parte delle sue pecore ed è dalla nostra parte e non dobbiamo temere.

Un commentatore aggiunge: “Sia chiaro amici: al discepolo non è risparmiata la sofferenza, la vita non è semplificata né accorciata. La vita è semplicemente illuminata, trasfigurata dall’amore di Dio, per questo diversa.”

Allora guardiamo in noi stessi! Chiediamoci quali voci ascoltiamo, se quelli delle Cassandre del nostro tempo che propongono chimere, cioè Idee senza fondamento, sogni vani, fantasticherie strane, utopie, oppure se ascoltiamo la voce del Pastore, del buon Pastore, perché anche oggi esistono mercenari, che non sono pastori e che non hanno a cuore il bene del gregge, che è la nostra umanità. I fatti che stanno accadendo in questi giorni lo dicono chiaramente.

Chiediamoci anche se ci abbandoniamo nelle mani del Signore, o se cerchiamo rifugio in altre mani che non potranno mai darci quello che il Signore vuole per noi e che ci donato con la sua Risurrezione, cioè la vita eterna, quella vita per sempre nella pace, nella gioia, nella serenità, in Dio che ogni uomo vorrebbe.

Deo gratias, nunc et semper, qydiacdon

Ci dà vita! – BUONA DOMENICA! IV DOMENICA DI PASQUA – Anno C | Cantalavita

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