Meditazione sulla 16 Domenica fra l’ anno B- Un unico vero pastore: Gesù

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

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L’ immagine che emerge dalle letture di questa Domenica è quella del pastore, così la prima lettura, il salmo responsoriale e il Vangelo. Se il vero e unico pastore del suo popolo Israele è Dio è anche vero che allo stesso tempo Dio si serve anche di pastori scelti da lui che si prendano cura del suo popolo.

Occorre però stare attenti a distinguere fra i veri e i falsi pastori, contro cui si scaglia il profeta Geremia: “Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore.
Perciò dice il Signore, Dio d’Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore.”

La situazione del popolo di Israele è quella di un grande smarrimento, di una corruzione dilagante e di infedeltà all’ Alleanza. Coloro che dovrebbero essere guida e modelli del popolo, (il gregge che è stato loro affidato), spadroneggiano sul gregge cercando il loro tornaconto e non servendolo come dovrebbe essere.

Anche oggi assistiamo ad una corruzione dilagante ad un decadimento morale, ad una situazione di impoverimento di tante persone a vantaggio di singoli o gruppi di potere politici, economici, finanziari che più che cercare e guidare operano per arricchire se stessi, per affermare il proprio io. Tanti assistono passivamente allo sgretolamento di valori fondanti e fondamentali per la persona e la costruzione della società, immoralità e vizio vengono propagandati e non di rado giustificati.

Dove sono i “pastori”, usando in senso ampio questo termine che dovrebbero guidare le persone a loro affidate?
E anche i cristiani sembrano avere rinunciato a quello che dovrebbe essere l’atteggiamento del profeta con “gli occhi aperti sul loro tempo e contemporaneamente con il cuore saldo nel Signore” (Comastri).
Davvero siamo come: “come pecore che non hanno pastore”.

Ma Dio, che è un Dio compassionevole, pieno di amore, annuncia per bocca del profeta: “Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una.”

Gesù è questo vero, unico pastore promesso da Geremia che: “guida per il giusto cammino … che anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché Lui è con me.” Queste sono le caratteristiche del vero pastore essere assieme, essere vicino, essere accanto e il Signore Gesù lo è sempre anche nei momenti bui e difficili della nostra esistenza per rinfrancarci e guidarci e ricordarci che Dio è il Dio della vita.

E i cristiani?
Mandati in missione nel mondo non devono temere di andare e annunciare, in parole e in opere, la verità del Vangelo, della fedeltà a Gesù, alla Legge del Signore, che tutela e rispetta la libertà umana, pronti e consapevoli del rischio di incontrare una mentalità ostile.

Ma allora è questo il senso della vita del cristiano? Quello di assomigliare a un Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento? Non vi è il rischio di essere sopraffatti da un senso di impotenza, dalla delusione e dalla stanchezza?

Ma il Signore non abbandona i suoi e sa che l’ unica forza che può vincere questo stato d’ animo la può dare solo Lui. Vede gli occhi di chi è ammalato che vorrebbe guarire, vede chi è in ristrettezze e non riesce a farcela, insomma vede gli animi tristi, sopraffatti che hanno bisogno di pace, di quiete, di luce, di una sosta che rinfranchi.

«Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Dice Gesù ai suoi tornati dalla missione.

In queste parole vi è un invito del Signore a stare con Lui, nel silenzio, nella comunione, nella preghiera.
Cristiani è l’invito per una vacanza alternativa, diversa in cui ha molta importanza il silenzio.
Noi viviamo tutto l’anno in mezzo al frastuono di tanti messaggi verbali e non e siamo come bombardati. Programmiamo le vacanze e tanti ancora vanno in mezzo alla confusione, al frastuono e lo chiamiamo riposo! Cercando di inseguire, così, quel bisogno di pace, di tranquillità, di ristoro che cerchiamo.
Per questo occorre fare un po’ di deserto e le nostre vacanze potrebbero essere questo tempo opportuno in cui attraverso il silenzio riprendiamo coscienza di noi stessi, del grande mistero della vita e dei suoi interrogativi.

Non per fuggire, ma per avvicinarci di più al Signore e ritrovare cos’ noi stessi, perché:” non dobbiamo mai dimenticare che la negazione di Dio più che mortificare Dio, distrugge la dignità dell’uomo bruciando il senso stesso della vita umana che inesorabilmente impazzisce” (Comastri)

In questa Eucaristia rivolgiamo il nostro sguardo e la nostra preghiera al Signore tenero e compassionevole, sempre pronto ad andare in cerca della pecorella smarrita, che posso essere anch’io.

Deo gratias, qydiacdon.

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NO ALL’ABORTO Scienza prenatale, il feto è un paziente come gli altri

Esiste la possibilità di curare circa il 60 percento dei bambini vittime di interruzioni volontarie di gravidanza motivate da una diagnosi di patologia prenatale, il restante 40% può comunque essere accompagnato con cure palliative ed altre terapie fino al momento della nascita. Proiettando i dati offerti dal professor Giuseppe Noia, già primario di Ginecologia al Policlinico Gemelli di Roma e docente presso l’ateneo del Sacro Cuore, sul totale dei 7000 aborti l’anno che avvengono in Italia oltre la 12esima settimana per motivi legati alla salute del feto, si comprende perché sia non solo eticamente ma anche scientificamente sbagliato presentare solo l’opzione mortifera ad una donna, o ad una famiglia, che è alle prese con una gravidanza difficile.

Tutto quello che c’è da sapere sulla scienza prenatale e la speranza per i bambini e le madri è stato esposto ieri a Roma nel corso della conferenza stampa “La scienza prenatale: il nuovo servizio sociale alla famiglia”, organizzata da ProVita Onlus. Un’iniziativa che si è resa necessaria proprio per ribadire e far conoscere alle coppie che si trovano ad affrontare a una gravidanza con prognosi nefasta che esistono strutture, medici e terapie che possono prendersi cura del loro bambino. Continue reading

PROCESSO FABO Cappato-Pm: il rovesciamento di ruoli uccide il diritto

Potremmo intitolare questo articolo: “Della morte di un Dj o della morte della giustizia”. Ricostruiamo in sintesi la vicenda giudiziaria legata alla morte di Fabiano Antoniani. Quest’ultimo viene portato in Svizzera da Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, e lì nella clinica svizzera Dignitas premendo un pulsante con i denti muore il 27 febbraio 2017. Cappato si autodenuncia alla procura di Milano per il reato di aiuto al suicidio ex art 580 cp. I PM Tiziana Siciliano e Sara Arduini nel maggio dello stesso anno ne chiedono l’archiviazione, ma il Gip Luigi Gargiulo, dopo due mesi, chiede invece l’imputazione coatta: che si vada quindi a processo perché Cappato non solo ha aiutato Dj Fabo a morire, ma ha pure rafforzato in lui il proposito di togliersi la vita.

Arriviamo ad un paio di giorni fa quando i medesimi due PM hanno chiesto l’assoluzione per Cappato perché “il fatto non sussiste”, formula assolutoria usata quando il fatto di reato prospettato, in questo caso, dal Gip non è stato provato in sede di dibattimento nei suoi elementi oggettivi (condotta, evento, nesso di causalità tra condotta ed evento). In breve la condotta di Cappato non può essere qualificata come “aiuto al suicidio”. Il PM Sara Arduini ha spiegato che l’imputato “non ha avuto alcun ruolo nella fase esecutiva del suicidio assistito di Fabiano Antoniani e non ha nemmeno rafforzato la sua volontà di morire”. Continue reading

XVI Domenica ordinario A, 2017 – omelia per la partenza del campeggio parrocchiale ragazzi. – Grano o zizzania?

Mt 13,24-43
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”». Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

 

Iniziate l’esperienza del campeggio parrocchiale: cosa vuol dire? Vuol dire che in questa esperienza che vogliamo e preghiamo sia bella per tutti voi, ma anche per gli animatori, per chi si occupa della cucina e per ciò che serve.
I vostri genitori vi hanno fatto le raccomandazioni di rito? Anche Gesù lo fa e anche io! Cercate di mettere Gesù al primo posto, assieme a quello che Lui ci dice. Quando fate qualcosa pensate: cosa farebbe Gesù in questo momento, cosa direbbe, cosa vuole farmi scoprire in questi giorni che sto trascorrendo assieme a tanti amici.

Gesù ci dice oggi quali sono gli ingredienti che servono; quelli che ci aiutano a scoprire la sua presenza che ci accompagna, come un vecchio e fidato amico che ben ci conosce. Quello che dice oggi non lo dice solo a voi, ma a tutti noi, perché non vale solo per otto giorni e poi ha la data di scadenza, ma serve per la vita, perché i cristiani non stanno assieme solo per un po’, ma sono chiamati ad essere assieme sempre per testimoniare che Gesù è presente in mezzo a loro.

Le raccomandazioni Gesù le fa attraverso tre parabole. Vorrei soffermarmi, però, in modo particolare sulla parabola del grano e della zizzania. Continue reading

La vita del piccolo Charlie appesa ad un filo

Il 25 luglio dovrebbe arrivare la decisione finale del giudice dell’Alta Corte inglese, Nicholas Francis, sul destino del piccolo Charlie Gard.

Secondo quanto riportano le agenzie di stampa, il pronunciamento verrà emesso dopo un meeting fra esperti al Great Ormond Street Hospital di Londra dove è ricoverato il bimbo di 11 mesi affetto da una grave malattia rara a cui i medici nei mesi scorsi volevano staccare la spina contro il volere dei genitori.

Al meeting saranno presenti i medici del Gosh che seguono Charlie, ma anche la mamma Connie Yates. Lo presiederà una figura indipendente che dovrebbe fungere da garante per il corretto svolgimento dell’incontro. Continue reading

Con S. Giovanni Paolo II gridiamo per Charlie Gard – preghiera

Ci alzeremo in piedi ogni volta che
la vita umana viene minacciata…
Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita
viene attaccata prima della nascita
Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha
l’autorità di distruggere la vita non nata…

Ci alzeremo quando un bambino viene visto
come un peso
o solo come un mezzo per soddisfare un’emozione
e grideremo che ogni bambino
è un dono unico e irripetibile di Dio…

Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti
vengono abbandonati in solitudine
e proclameremo che essi sono degni di amore,
di cura e di rispetto.

Dalla preghiera di S. Giovanni Paolo II (omelia a Washinton 7 ottobre 1979)