SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE 2021

 

Dal Vangelo secondo Luca

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzareth e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

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Questa Domenica ci porta a riflettere, attraverso Gesù a quello che dovrebbe essere una cosa che coinvolge ogni bambino, ogni uomo e donna. Che è l’esperienza della famiglia. Padre, madre, figlio/a.  Questa cellula base della società a parole così valorizzata, ma nei fatti, spesso non sostenuta da interventi di sostegno adeguati. Una famiglia così umana, come quella di cui ci narra il Vangelo, alle prese con un figlio che pur rimanendo a loro sottomesso ci rammenta una realtà più grande a cui tutte le famiglie devono guardare. “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Così anche noi ci occupiamo delle cose di Dio? Sia a livello di singoli che come famiglia? È bello quando in chiesa si vedono famiglie, papà, mamme assieme ai loro bimbi e il nostro cuore si riempie di gioia. Il nostro cuore si vela di tristezza quando vediamo solo i bimbi senza avere accanto i loro genitori. Poi crescendo i figli faranno le loro scelte che potranno anche non essere in sintonia con le attese che avevamo, ma non per questo loro cessano di essere nostri figli e noi genitori. Continue reading

COMUNISMO CINESE Repressione nello Xinjiang. I documenti che inchiodano Xi – sulla libertà religiosa

La persecuzione di un popolo musulmano di cui si parla meno è, paradossalmente, quella più grave, per intensità e numeri. Stiamo parlando della repressione del popolo degli uiguri, prevalentemente musulmano, da parte della Repubblica Popolare Cinese. Nuovi documenti inediti provano la responsabilità di Stefano Magni

La persecuzione di un popolo musulmano di cui si parla meno è, paradossalmente, quella più grave, per intensità e numeri. Stiamo parlando della repressione sistematica del popolo degli uiguri, prevalentemente musulmano, da parte della Repubblica Popolare Cinese. Nuovi documenti inediti, approdati a Londra in settembre e ora di pubblico dominio, rivelano quanto le massime cariche di Pechino siano direttamente responsabili di quanto sta accadendo nella Regione autonoma dello Xinjiang, il territorio della Cina occidentale (ex Turkestan) abitato da una maggioranza uigura.

La serie di documenti è giunta, nel settembre del 2021, nelle mani del Tribunale Uiguro, con sede a Londra, consegnata da una persona coperta dall’anonimato. È ancora misteriosa l’origine di questi files e come siano usciti dalle strutture del Partito Comunista Cinese. Gli stessi documenti erano stati pubblicati in parte dal New York Times nel 2019. Gli “Xinjiang Papers” come sono stati ora chiamati, sono stati consegnati a tre accademici, considerati i massimi esperti in materia, per verificarne l’autenticità: Adrian Zenz, David Tobin and James Millward. Solo dopo un lungo controllo, la Bbc ha deciso di divulgarne il contenuto. Continue reading

DOPO DRAGHI ANCHE MATTARELLA ISTIGA ALL’ODIO CONTRO I NON VACCINATI Dopo il famoso ”Non ti vaccini, ti ammali, muori” del premier, il presidente della repubblica addita il non vaccinato come il nemico da combattere (grazie presidente, ci ha tolto ogni residuo dubbio, ora siamo sicuri di essere nel giusto)

Il discorso del Presidente Mattarella all’università di Pavia di domenica 5 settembre inquieta, sia per le cose inesatte che ha espresso, sia perché ha fatta propria fin nei minimi termini la versione che il potere ha deciso di diffondere sulla vaccinazione, sia infine per la violenza discriminatoria di cui ha fatto oggetto i cittadini che – responsabilmente, prudenzialmente, coscientemente – decidono di non farsi vaccinare.
Più il potere si irrigidisce in forme autoritarie e autoreferenziali e più ha bisogno di individuare un nemico. Letterariamente George Orwell ci ha parlato dei “Due Minuti dell’Odio” che il regime politico in cui viveva il protagonista del romando “1984” imponeva a tutti i cittadini. Lo storico Ernst Nolte ci ha a sua volta insegnato che ogni regime autoritario deve creare una “attribuzione collettiva di colpa” come quella del Terrore parigino contro gli “accaparratori” o quello nazista contro gli ebrei. L’espressione sta a significare una colpa non perché si sia fatto o omesso qualcosa ma semplicemente perché si è qualcosa o qualcuno che il potere ha individuato come non avente diritto ad esistere. Ma il più esperto di Leviatani è senz’altro Thomas Hobbes, il quale ha spietatamente detto che “Lo Stato conserva nei confronti di chi dissente il proprio diritto originario, cioè il diritto di guerra, come nei confronti di un nemico”. Continue reading

XXVII Domenica tempo ordinario B – Relazione …

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

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Se dovessi mettere un titolo alla liturgia della parola di questa Domenica metterei la parola Relazione….
La prima lettura ci presenta la relazione dell’uomo con l’universo : “Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse.”

Questo ci dice, nonostante quello che è accaduto e sta accadendo ancora oggi che l’uomo è fatto per la socialità, per la relazione non per essere isolato, chiuso e che l’uomo, per sua natura, è un essere sociale in relazione. In relazione con il mondo con le altre creature alle quali impone un nome. Dare il nome a qualcuno significa creare un legame ed essere in profonda relazione con lui.

Vi è, però, qualcosa di più. La relazione con le altre creature, con il creato in tutta la sua bellezza e la sua grandezza sembra non bastare: “l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse”. Ecco allora: “Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.”

In questo sonno viene creata la donna, a cui l’uomo non assiste. Questo avviene perché l’uomo possa realizzare in pienezza il suo sogno di comunione e di relazione scoprendo in chi è altro da sé, ma che gli è simile, una persona che va incontro all’ altro, con cui tesse legami in un dialogo di armonia e di vita condivisa. Continue reading

La promessa – una storia d’amore

 

Un professore sognava di diventare rettore dell’ Università in cui insegnava da molti anni. Per questo studiava giorno e notte, si preparava, teneva conferenze e pubblicava libri.
Un giorno, finalmente, realizzò il suo sogno. Gli arrivò la nomina a rettore. Prese possesso del suo ufficio e incominciò con decisione il suo compito. giornali e studenti avevano accolto con favore la sua nomina. Ma dopo pochi mesi, fra lo stupore di tutti, diede le dimissioni. Il motivo era semplice: si era dimesso dalla carica di rettore per potersi dedicare a tempo pieno a sua moglie. Sua moglie aveva cominciato a mostrare sintomi del morbo di Alzheimer. La malattia avanzava velocemente e nel giro di pochi mesi le conseguenze furono drammatiche: non solo sua moglie non ricordava più nulla di tutti quegli anni che avevano trascorso insieme, ma non era neppure in grado di riconoscerlo. Non si rendeva  più conto che era suo marito.
Praticamente tutti gli dissero che questa sua decisione non aveva senso. Chiunque avrebbe potuto prendersi cura della sua povera moglie, che tra l’altro non lo riconosceva nemmeno quando entrava in camera sua per aiutarla, mentre non tutti potevano ricoprire la carica di rettore per cui tanto aveva sacrificato e lottato.
Lui rispondeva semplicemente: “E’ vero, mia moglie non sa più chi sono io. Ma io so chi è lei, e in lei riconosco sempre la donna meravigliosa che ho sposato tanti anni fa. C’è soltanto una cosa più importante di una chiamata, ed è una promessa. Ed io promesso di rimanere al suo fianco “finche morte non ci separi”.

da  “è di notte che si vedono le stelle”
Bruno Ferrero

Schema di Preghiera per chi a causa del corona virus non può partecipare all’ Eucaristia. III Domenica di Quaresima ciclo A

Preghiera

Dio misericordioso, fonte di ogni bene,
tu ci hai proposto a rimedio del peccato
il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna;
guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria
e, poiché ci opprime il peso delle nostre colpe,
ci sollevi la tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

In ascolto della Parola

Es 17,3-7
Dacci acqua da bere.

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».

Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!».

Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».

Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».

Parola di Dio
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II Domenica di Pasqua, in Albis e della divina Misericordia

Pasqua: Gesù è risorto. Da più di 2000 anni, quella frase: «Abbiamo visto il Signore!», da quella sera “del primo giorno dopo il sabato” è stata proclamata dalla Chiesa e nella Chiesa! Ma sono stati e saranno ancora tanti i Tommaso che faranno fatica ad accogliere questo annuncio. Tanti che continueranno ad avere dubbi e dire: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

La fede nel risorto non è una fede facile, come ci dicono le apparizioni del Signore risorto riportate nei Vangeli. Noi uomini siamo fatti così. Facciamo fatica a credere in quello che non possiamo toccare, vedere, constatare.

Eppure noi siamo qui, otto giorni dopo, e il Signore risorto è presente fra noi, certo non nel modo straordinario che hanno potuto sperimentare Tommaso e gli altri, ma in un modo altrettanto reale e questo sulle parole stesse di Gesù: “questo è il mio corpo … questo è il mio sangue…” è
l’Eucaristia che stiamo celebrando. È il momento della fede! Una fede che dovrà essere sempre riaccesa, anche se potrà succedere di avere ancora dei dubbi, in modo particolare quando nella nostra vita dobbiamo superare prove importanti, difficili, scontrandoci con realtà non facili e che credevamo non dovessero mai fare parte della nostra vita. Continue reading

Tempo di Avvento 2018, anno C. Preghiera e riflessione – 1 Domenica

Angoscia, paura, ansia: decisamente, Signore, questo Avvento non comincia all’insegna della tranquillità. Tu evochi per noi le reazioni spontanee di chi si trova davanti a sconvolgimenti e perturbazioni che investono cielo e terra. Non lo fai per gettarci nel terrore: vuoi piuttosto aiutarci a leggere quanto avviene nel profondo della storia e a scegliere gli atteggiamenti più saggi. Continue reading

Bangladesh: migliaia di cristiani espropriati di case e terre

Anche in Bangladesh migliaia di cristiani vengono purtroppo perseguitati a causa della terra.

Nel villaggio Santal le case sono state espropriate da agenti governativi, che hanno di conseguenza abbandonato circa 1.500 cristiani in condizioni disumane. Sono stati costretti a ripararsi con semplici lamiere, fornite loro da alcune Ong, senza ottenere alcun aiuto dal governo, pur richiesto esplicitamente di intervenire.

A Dhaka viene segnalato il caso di un 65enne cattolico, gettato in strada da un musulmano, che, scortato da 50 persone armate, ha letteralmente occupato la sua abitazione tre anni fa. Eppure da allora la vittima di tale abuso continua a pagare le bollette di luce e gas, benché non possa più fruire della casa. I suoi appelli, lanciati alle massime autorità locali, sono sinora rimasti senza risposta. Continue reading