L’Agghiacciante Inadeguatezza di Chi Avrebbe in Mano le Nostre Vite. 6 Settembre 2021 Pubblicato da Marco Tosatti

Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, non voglio commentare le parole di Sergio Mattarella perché si commentano da sole. E d’altronde non c’era da attendersi altro, da qualcuno che sta facendo di tutto per de-nobilitare il suo ruolo, la Costituzione e avvelenare democrazia e clima politico. Ma quello che mi sembra interessante notare è che sta emergendo con sempre maggiore chiarezza l’inadeguatezza del Presidente del Consiglio a svolgere il suo compito. Un Presidente del Consiglio incaricato nelle condizioni in cui lo è stato lui, grazie al furto dei diritti di voto dei cittadini compiuto sulla base di un pretesto tanto trasparente da essere risibile (da noi non si poteva votare per il Covid, mentre in una dozzina di altri Paesi sì…) invece di agire come dovrebbe, se disponesse di quella saggezza che il coro dei turiferari dei mass media servili gli attribuiscono, cercherebbe di creare unità nel Paese, di non alimentare scontri e divisioni. Invece che cosa fa? Mente spudoratamente (chi non si “vaccina” muore….) dà del vigliacco a chi esercita per prudenza un suo diritto costituzionale, minaccia qualche cosa che probabilmente non è in grado di fare, e che se venisse proposto o introdotto porterebbe anche le persone più tranquille e legaliste a difendersi in ogni modo (obbligo vaccinale). E questa specie di bullismo viene esercitata grazie e con la complicità e l’omertà di un’informazione che sta raggiungendo – se non l’ha già toccato e superato – un livello di abiezione verso il regime, quello esterno e quello interno, senza precedenti dalla caduta del fascismo.

Nelle settimane passate abbiamo raccolto alcuni interventi che pensiamo possano essere utili e interessanti per la lettura dei tempi oscuri che stiamo attraversando. Cominciamo dal recente editoriale di Marco Travaglio – difficilmente avremmo potuto pensare di apprezzarlo – di un paio di giorni fa:

EFFETTO BOOMERANG

di Marco Travaglio – 4 SETTEMBRE 2021

Rientrato dalle vacanze con la solita arietta da Maria Antonietta, Mario Draghi ha comunicato alla Nazione che “si va verso l’obbligo vaccinale”. Cosa l’abbia indotto a un annuncio così dirompente e a una scelta unica al mondo, mai discussa in Parlamento, in Cdm e nel Paese, anzi sempre esclusa da tutti (a parte qualche isolato esaltato), non è dato sapere. Se all’inizio della campagna vaccinale, quando non si sapeva quanti italiani avrebbero aderito, poteva avere un senso ipotizzarla, ora che il generalissimo Figliuolo e i suoi trombettieri giurano che è stata un trionfo e “siamo all’ultimo miglio”, che senso ha una forzatura che – ripetiamo – nessun governo europeo (e non solo) s’è sognato di varare per il Covid? Mistero. Persino il ministro Speranza, che passa per un ultrà rigorista, ha sempre escluso l’obbligo generalizzato. E non solo perché i vaccini restano un trattamento sanitario personalizzato sul singolo paziente. Ma anche perché uno Stato liberale non impone un Tso a milioni di renitenti. E poi che si fa con una massa così numerosa di contrari o perplessi: si manda i carabinieri armati di siringa a domicilio? E con quale sanzione per chi non li fa entrare: la galera? I vaccini vanno fatti caso per caso, non casa per casa.

Forse Draghi – competente in materia finanziaria, ma incompetente e maldestro in materia sanitaria (e non solo) – non si accorge che annunciando l’obbligo vaccinale smentisce i trionfalismi sulla campagna vaccinale: se davvero siamo i migliori d’Europa, come ripetono il suo governo e i suoi corifei, che motivo c’è di imboccare una scorciatoia esclusa da tutti i suoi colleghi (a cominciare dalla Merkel, che ha molti più No Vax di noi)? Il premier non coglie neppure l’effetto boomerang: anziché spaventare i No Vax trasformandoli in Sì Vax, li rafforzerà sulle loro posizioni. Perché l’obbligo vaccinale, così come l’abuso che si sta facendo del Green Pass, parte da una frottola che tutti i dati ogni giorno s’incaricano di smentire: quella spacciata nella penultima conferenza stampa, quando Draghi disse che il Green Pass garantisce zone protette dal Covid. Ma tutti sanno che non è vero: il vaccino va fatto perché riduce al minimo il rischio di morte e di casi gravi e diminuisce le possibilità di contagio, ma non elimina nessuno dei tre pericoli. Il mondo è pieno di vaccinati contagiati e contagiosi con tanto di Green Pass, paradossalmente più pericolosi di chi è senza vaccino né Green Pass: chi li avvicina si sente sicuro e abbassa le difese. Pensare di legittimare il vaccino e il Green Pass con la forza è una pia illusione: in realtà li si delegittima e li si svaluta. Se chi li ha è così immune, perché mai dovrebbe avere paura di chi non li ha?

Marco Travaglio

Continuiamo con le parole di un esponente – stupore, visto che si tratta del partito vaccinista degli affari – di Forza Italia: Mario Razzanelli Capogruppo di Forza Italia in Palazzo Vecchio interviene con una nota sull’argomento dei vaccini.

“L’ipotesi di istituire un obbligo vaccinale si scontra con i dati che stanno emergendo a livello internazionale in stati che hanno già raggiunto il primato in termini di somministrazione dei vaccini alla popolazione. Il Public Health England, l’agenzia governativa del Ministero della Salute, ha pubblicato infatti il 20 agosto scorso il rapporto tecnico con i dati aggiornati al 15 agosto. […] Il totale delle persone infettate nella fascia di popolazione over 50 è 48.264. Di queste 4891 sono non vaccinate e ben 39.131 sono vaccinate. Portando queste cifre in percentuali significa che i vaccinati over 50 infettati dalla variante Delta costituiscono l’88,9% delle persone infettate a fronte dell’11% di non vaccinati.Dei 39.131 infettati ben 32.828 sono persone che hanno ricevuto la doppia dose, dunque che hanno terminato il ciclo vaccinale. […] I decessi totali di over 50 sono 1076: 318 non vaccinati e 745 vaccinati, di cui ben 652 vaccinati con doppia dose.Com’è possibile che, stando ai dati ufficiali inglesi, i vaccinati con più di cinquant’anni che hanno completato il ciclo vaccinale si infettano e muoiono in misura maggiore rispetto a chi ha ricevuto una dose? […] La comunità scientifica può spiegare questi dati? A fronte di questi dati è possibile ipotizzare una terza dose di vaccino la cui efficacia si sta rilevando irrilevante? Senza contare che negli ultimi mesi sono lievitati in maniera significativa i casi di malori e morti improvvise in individui sani che si sono sottoposti al vaccino, sulle cui cause non è stata fatta luce e che pongono importanti interrogativi sul rapporto rischio beneficio dei vaccini, sugli effetti avversi dei vaccini di cui gli stessi produttori dichiarano di non avere conoscenza specialmente a medio e lungo termine.

Infine far sottoscrivere a chi si vaccina un’assunzione di responsabilità non è compatibile con l’istituzione dell’obbligo vaccinale”.

Anche in questo caso non avremmo potuto prevedere di essere d’accordo con persone di un partito, Forza Italia, che non ha mai riscosso la nostra fiducia, a nessun livello, a cominciare dal vertice. Tant’è…e continuiamo con quello che scriveva su La Verità Ermanno Bencivenga, filosofo marxista, studioso di Jean Paul Sartre; qualcuno insomma a cui certamente non siamo affini, sul piano ideologico:

Ermanno Bencivenga, La Verità, 2 settembre 2021

“Il fascismo sanitario internazionale va combattuto quotidianamente, con un lavoro costante e ininterrotto” “In un momento storico in cui la totalità dei media mainstream ha abdicato al giornalismo e si è trasformato in una truce cassa di risonanza per il regime”  “L’importante è che si crei e si mantenga questi spazio di libertà, mentre gli illusi e i bugiardi che fanno finta di dar vita a media progressisti si adoperano con il loro atteggiamento ottuso e servile per sigillare il carcere imposto dalla nuova tirannia”. Continue reading

IL CASO NOVELL GOMA’ Via il vescovo anti gay: delitto perfetto Media-Vaticano

Le dimissioni del vescovo spagnolo Xavier Novell Gomà hanno tutta l’aria di essere un delitto perfetto Media-Vaticano: nessuno, se non la Santa sede, conosce i motivi della rinuncia, c’è chi parla di uno scontro di potere nella Chiesa spagnola, ma tutti i media ricordano le sue posizioni sui gay, lasciando intendere che sia normale dover togliere il disturbo per aver toccato certi temi. Il modo migliore per estromettere un testimone scomodo senza sparare un colpo e contemporaneamente avvertire tutti gli altri vescovi che chi tocca la dittatura Lgbt, muore.

Com’è facile cacciare un vescovo sgradito e contemporaneamente lanciare il messaggio a tutti gli altri di non intromettersi nelle questioni Lgbt. Xavier Novell Gomà è il vescovo più giovane di Spagna e l’ottavo più giovane della Chiesa e da ieri non è più alla guida dell’episcopato di Solsona, in Catalogna.

Lo scarno comunicato vaticano che ne annuncia l’accoglimento della rinuncia da parte di Papa Francesco non fornisce nessuna pista per cercare le motivazioni, eppure in pochi minuti a tutti i media è stato automatico associare la figura di Novell al tema della propaganda Lgbt. Quasi come un riflesso pavloviano: il Vaticano ne annuncia la rinuncia e zac: tutti pronti a ricondurla alle sue posizioni sulla causa omo.

Sarà vero? Non lo sappiamo, anche perché il Vaticano parla di una rinuncia per “motivi strettamente personali”, che però è una scusa così vaga e infantile che ricorda le assenze strategiche del liceo quando c’era aria di interrogazione di matematica. Il punto, però, è il fatto che a fronte di una unica versione mediatica autoimposta, nessuno dal Vaticano si è affrettato a smentire o puntualizzare che le motivazioni non andassero ricercate nelle sue posizioni contro la montante marea Lgbt. Così, certe notizie è facile che si impongano: come una freccia dall’arco scoccano e volano veloce di bocca in bocca.

Anche Vaticaninsider, giornale vicino all’entourage della comunicazione vaticana ha messo in relazione Novell con le sue parole chiare, pronunciate però negli anni scorsi. Quasi a voler lasciare che nell’ambiguità, si facesse strada questa lettura: chi tocca i gay, muore. Continue reading

Stati Uniti / Esenzione dal vaccino per motivi religiosi. Un’ipotesi per i cattolici. Ma la Chiesa dice no

di Eric Sammons

Steve, marito e padre cattolico, è l’unico percettore di reddito per la sua famiglia. Sua moglie rimane a casa per prendersi cura dei loro quattro figli mentre lui lavora nelle vendite per una grande azienda. Di recente, la sua azienda ha annunciato che richiederà a tutti i dipendenti di ottenere la vaccinazione Covid-19 entro il 1° ottobre o verranno licenziati. Steve, tuttavia, non vuole ricevere l’iniezione a causa della connessione del vaccino con l’aborto.

Steve interpella le risorse umane e scopre che l’azienda consente un’esenzione religiosa, a condizione che un leader religioso firmi una lettera che la sostiene. Steve si rivolge quindi al suo pastore e gli chiede di scrivere una lettera del genere. Il pastore tuttavia esita, perché non sa se l’esenzione sia legittima. Il papa non ha forse detto che vaccinarsi è un dovere morale?

Lo scenario di cui sopra non è ipotetico. In tutto il paese i datori di lavoro, le scuole e le attività commerciali richiedono la vaccinazione di dipendenti, studenti e persino clienti. Il che pone un problema ai cattolici americani. Ogni vaccino Covid-19 attualmente disponibile ha una connessione con l’aborto. Sia che il vaccino sia stato sviluppato utilizzando linee cellulari fetali da un bambino abortito o sia stato testato utilizzando quelle linee, essi sono tutti moralmente compromessi. Come abbiamo già detto, c’è un dibattito tra i cattolici riguardo alla moralità di prendere questi vaccini, ma la Chiesa ha chiarito che nessuno dovrebbe essere obbligato ad assumerli, e che i cattolici dovrebbero spingere per lo sviluppo di vaccini che non siano moralmente compromessi.

Di recente, l’arcidiocesi di New York ha pubblicato un promemoria per i suoi sacerdoti vietando loro di scrivere le lettere che richiedono l’esenzione per motivi religiosi. Quando ho letto questo memo per la prima volta ho pensato che fosse una notizia falsa. Era così poco motivato che non potevo credere che fosse un documento autentico dell’arcidiocesi di New York. Purtroppo, invece, lo è.

La lettera inizia affermando: “A volte sentiamo di cattolici che manifestano una sincera obiezione morale ai vaccini Covid-19 a causa della loro connessione con l’aborto. Questa preoccupazione è particolarmente acuta tra le persone fortemente pro-vita e molto fedeli all’insegnamento della fede” (il corsivo è mio). Continue reading

INTERVISTA A BORGHI (LEGA) «Green pass un ricatto, stavolta non si ascolta l’Europa»

«Il regolamento europeo dice che non ci devono essere discriminazioni tra cittadini, ma il Green pass fa il contrario». Alla vigilia dell’entrata in vigore del lasciapassare verde, la Bussola intervista il deputato Borghi della Lega che ha presentato oltre 900 emendamenti contro il provvedimento licenziato dal governo: «Non potere entrare in un ristorante è un’arma di ricatto. Allora dicano che vogliono l’obbligo e affrontino le conseguenze in Parlamento e nei tribunali. Daremo battaglia sui trasporti: la gente deve avere il diritto di essere libera di viaggiare».

«Molto di quello che sta accadendo sul Green pass non è logico. Allora facciamo così: il governo renda obbligatoria la vaccinazione, ma poi elimini il consenso informato e affronti le cause di risarcimento danni per gli effetti avversi. Troppo comodo questo scarico di responsabilità».

Onorevole Claudio Borghi (Lega), avete presentato più di 900 emendamenti per modificare il decreto che entrerà in vigore domani, anche se la Lega l’ha votato in Cdm. Anche in Lega siete divisi?
Ci sono diverse sensibilità, ed è normale che sia così trattandosi del primo partito italiano. Non è tanto importante quello che pensa un singolo, ma una volta che c’è una linea, ci si attiene a quella. Con questi emendamenti dobbiamo riuscire a creare un consenso trasversale.

Proviamo a raggrupparli per temi…
Ci sono quelli che tendono a eliminare alcune categorie di soggetti a cui è rivolta la prescrizione del Green pass, come ad esempio i ristoratori o i cinema. Assurdo costringere gli esercenti a fare i poliziotti e a controllare la regolarità. Su questi aspetti più “aziendali” speriamo di trovare almeno il consenso di Forza Italia. Poi ci sono quelli su base più etica per chiedere esenzioni in base alle età e qui proveremo a far leva sui Cinque Stelle.

Si riferisce ai giovani?
Esatto. Chiedere il Green pass ai dodicenni, è folle. Dovrebbero essere d’accordo tutti i partiti, esporre a rischi immotivati i ragazzi è davvero folle. Continue reading

VIA LIBERA DI AIFA Vaccino in gravidanza senza l’ok delle case farmaceutiche

Aifa sta allargando le maglie della vaccinazione anche a categorie alle quali le stesse case farmaceutiche Pfizer e Moderna la sconsigliano del tutto o dicono di attendere. Come le donne incinte. In quasi tutti i paesi europei il vacino è off limits per bambini e adolescenti, in molti è permesso solo ai giovani fragili o malati. Da noi invece si sta facendo di tutto per eliminare le resistenze. A che cos’altro deve portare questa forzatura italiana se non a imporre un obbligo di vaccinazione di massa?

La campagna vaccinale sta avendo una impressionante accelerazione. E’ sempre più evidente che il vaccino anti Covid sta diventando un obbligo di fatto. Le pressioni politiche – da Mattarella a Draghi fino a Confindustria e ai partiti dell’arco vaccinale – sono sempre più forti, così come le pressioni psicologiche e ambientali.

Inoltre, è sempre più evidente che l’obiettivo è la vaccinazione globale, di ogni individuo, nessuno escluso, cercando di abbassare ulteriormente l’età dei vaccinati, scendendo sotto gli attuali dodici anni, per arrivare a sei, con tanto di green pass per bambini. Il tutto nonostante che in mezza Europa i vaccini anti-Covid non siano stati autorizzati per i minorenni, o al massimo siano stati raccomandati solamente agli adolescenti con fragilità. Stati europei quali Croazia, Portogallo, Irlanda, Islanda, Norvegia e Ucraina non hanno autorizzato l’uso del vaccino anti-Covid sui minori, mentre altri Paesi come Germania, Gran Bretagna, Svezia, Finlandia, Belgio, Olanda e Lussemburgo hanno deciso di raccomandare la profilassi solo agli under 18 con disabilità e fragilità, sconsigliandola agli altri adolescenti.

Ma non sono solo i bambini il target dei vaccinati (ovviamene con vaccini a mRNA): negli ultimi giorni si sono avute delle indicazioni da Aifa in merito alla vaccinazione delle donne in gravidanza che alcune regioni – tra cui la Lombardia – hanno immediatamente recepito. Così, la vaccinazione anti Covid non solo è permessa – nonostante le donne gravide sono esentate dal Green Pass, ma addirittura è raccomandata. Secondo Aifa può essere effettuata in qualunque trimestre, quindi anche nelle fasi iniziali della gravidanza, quando il rischio di arrecare danni all’embrione è più alto. In un passaggio si legge: “La donna non deve smettere di cercare la gravidanza se desidera fare la vaccinazione”. E’ fondamentale notare che la stessa Pfizer inizialmente nelle proprie indicazioni sconsigliava la vaccinazione in gravidanza così come durante il periodo di allattamento, mentre ora Aifa ci dice che la vaccinazione è raccomandata in allattamento, e l’allattamento non va sospeso. Infine, non è più necessario essere in possesso di un certificato del ginecologo per fare la vaccinazione. Anche qui si va ben oltre le indicazioni delle stesse case farmaceutiche. Continue reading

OMOSESSUALITÀ Ddl Zan, la Chiesa italiana rinuncia alla verità

In due interviste parallele il cardinale Bassetti, presidente dei vescovi italiani, e l’arcivescovo Paglia (rispettivamente a Repubblica e Stampa) si schierano per la modifica – e non l’affossamento – del Ddl Zan sull’omo-transfobia. Una posizione incomprensibile e non condivisibile, di cui non viene data alcuna ragione che non sia opportunismo politico. E parlano di dialogo con tutti, ma mai si sono posti il problema di ascoltare chi nella Chiesa – come noi e molti altri – sostiene che il ddl sia da rifiutare in blocco.

Mentre ci si avvicina alla resa dei conti in parlamento sul ddl Zan, la Chiesa (ufficiale) spara le sue ultime cartucce a salve. Ieri Repubblica ha pubblicato una intervista al cardinale Gualtiero Bassetti, presidente dei vescovi italiani, mentre La Stampa ha sentito l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita e cancelliere dell’Istituto Giovanni Paolo II. Le due interviste hanno confermato e, per così dire, suggellato la posizione finora assunta dalla Chiesa italiana e dalla Chiesa universale.

I due intervistati hanno nuovamente sostenuto che il ddl Zan va ritoccato ma non bloccato e che questa è la “voce di tutti i cristiani” (Bassetti) dato che “nessuno nella Chiesa vuole bloccarlo o ostacolarlo” (Paglia). Nessuno? Questa testata ha sempre sostenuto che il ddl in questione vada affossato perché inemendabile. Dobbiamo considerarci fuori della Chiesa? Come noi, tante persone, associazioni e movimenti, esperti e studiosi, genitori e centri di formazione e di informazione – molti dei quali sul campo hanno già dovuto subire angherie e soprusi non protetti dall’ombrello di nessuna legge Zan – non sono disposti ad essere accomunati ad un fronte di cui non comprendono e, quando riescono a comprenderle, non condividono le motivazioni. Continue reading

RAFFAELLA CARRA’, DAL TUCA TUCA AL GAY PRIDE La madre delle soubrette televisive in 50 anni di carriera ha messo il talento e il successo a servizio dell’ideologia nemica della donna e della famiglia

Una vigilia di Natale un Babbo Natale che si aggira per le vie di una città portando in tre case un enorme pacco. Per una coppia di sposi anziani il regalo è una bambina, che si getta sul letto ad abbracciarli, forse la figlia che non hanno mai avuto o la nipote che non vedono mai. Per una ragazza affranta e sola è un gruppo chiassoso di amici. Per un ragazzo altrettanto solo è invece un bel giovane, l’amore perduto o sognato. Sullo sfondo, da uno schermo televisivo spunta il caschetto biondo platino della 75enne Raffaella Carrà, mentre il suo canto accompagna lo scorrere dei quadretti di vita. Si tratta del videoclip della canzone “Chi l’ha detto”, che ha fatto da lancio al doppio cd della Carrà “Ogni volta che è Natale”, uscito a fine del 2018 e che ripropone una miscela di elementi che ha caratterizzato la carriera della madrina di tutte le soubrette televisive: i buoni sentimenti, l’allegra bonomia da donna della porta accanto – agli inizi ragazza, poi donna matura, oggi
elegante anziana – e messaggi tossici in dosi omeopatiche.

ICONA GAY
«Canto il mio Natale per le famiglie omosessuali perché deve essere una cosa normale» si intitolava l’intervista rilasciata dalla Carrà al Corriere della Sera a fine novembre. «Ho cominciato a capire il mondo gay durante la prima Canzonissima», ha raccontato sempre la Carrà, «ricevevo lettere da ragazzi gay che non si sentivano accettati specialmente in famiglia. E mi sono chiesta: possibile che esista questo gap tra genitori e figli? Poi nel mondo dello spettacolo ci sono tante persone omosessuali e così sono diventata icona gay mio malgrado. Da anni mi chiedevano di prendere parte alle sfilate per l’orgoglio gay e così l’anno scorso sono andata a Madrid alla giornata mondiale del gay pride e li ho beccati tutti in una notte». In effetti la Raffaella nazionale, che da anni ormai lontani è stata eletta dal mondo Lgbt nostrano una sua icona, nel giugno del 2017 si è recata presso l’ambasciata italiana della capitale spagnola a ritirare il World Pride Award, che le ha dato lo status simbolico di ambasciatrice Lgbt a livello internazionale. «Quando si parla delle adozioni a coppie gay ma anche etero» ha commentato la Carrà in quell’occasione, «faccio un pensiero: ma io con chi sono cresciuta? Mi rispondo: con due donne, mia madre e mia nonna. Facciamoli uscire i bambini dagli orfanotrofi, non crescono cosi male anche se avranno due padri o due madri. Io le ho avute. Sono venuta male?». Continue reading

CADE L’OBBLIGO DELLA MASCHERINA, MA SI TROVA ANCORA CHI CE L’HA La propaganda della paura ha generato un conformismo irrazionale che durerà per anni

28 giugno 2021: un giorno importante. Un giorno che dovrebbe essere quasi di festa: finalmente il Governo ha tolto l’obbligo della mascherina all’aperto, un provvedimento adottato già da diversi giorni da tutti i Paesi europei. Molti italiani, tuttavia, hanno deciso di non usufruire di questa libertà: si stima che circa il 50% della popolazione per ora non intenda separarsi dalla barriera di carta posta su naso e bocca.
Qualcuno ha parlato di un meccanismo psicologico post-traumatico. Una specie di riflesso condizionato, come quello dei famosi cani di Pavlov. Una “interiorizzazione del comportamento”, una sorta di abitudine indotta difficile da perdere. Per molti, soprattutto anziani, si tratta del permanere di uno stato di paura che forse non se ne andrà mai. A forza di bombardamenti mediatici, fatti di immagini di bare e terapie intensive, e dopo le parole d’ordine reiterate ossessivamente per 15 mesi, in primis la terrificante “non esistono cure”, le persone sono convinte di vivere sotto una minaccia continua, in una sorte di nube virale che non si alza.
È vero: i dati dei contagiati, dei ricoverati, dei morti sono confortanti: sono analoghi a quelli dello scorso anno (anche se quest’anno ci sono in più milioni di vaccinati che però non hanno cambiato significativamente le varie curve) ma tutto ciò non ha tranquillizzato affatto la gente. D’altra parte, i virologi televisivi continuano a ripetere che altre ondate torneranno presto, e fin da subito l’ombra delle varianti offusca ogni speranza di un ritorno alla normalità.

LA PROPAGANDA DELLA PAURA
Ne avevamo parlato tempo fa: ancora per molto tempo, per anni, continuerà la propaganda della paura. Con conseguenze psicologiche e perfino antropologiche a cui abbiamo cominciato ad assistere da oggi, con una libertà, quella dalla mascherina, rifiutata, non utilizzata.
Forse è subentrata in molti anche la rassegnazione: le misure di allontanamento sociale, restano, e presto – è quello di cui molti sono convinti – torneranno le restrizioni alla vita pubblica. Potrebbero dover rimanere in atto a intermittenza per altro tempo. Nuovi focolai delle più disparate varianti, normali o plus, potrebbero ripresentarsi.
E i vaccini? Non erano loro la soluzione al problema? Si cominciano a diffondere dei dubbi sulla loro reale efficacia. Si comincia a sentire parlare di terza dose, di dosi annuali, continue. Naturalmente, si esclude la possibilità delle cure farmacologiche, e questo ha come conseguenza uno stato di tensione e di paura permanente, uno sconvolgimento della vita di milioni di persone, costrette a vivere con sempre minori libertà. Continue reading

SANTA SEDE E ZAN Draghi e il nichilismo religioso: la sua non è laicità

La lezioncina sulla laicità dello Stato che ci ha impartito Draghi è impropria. Il tema in discussione non è religioso, ma è politico, giuridico ed etico, ossia laico. Draghi deve essere stato preso da un abbaglio: siccome a protestare contro l’approvazione del disegno di legge Zan sono soprattutto i cattolici, allora bisogna rivendicare la laicità dello Stato. Ma gli interventi dei cattolici critici del disegno di legge sono svolti nel merito etico-giuridico-politico della legge e non con criteri religiosi o confessionali.

Le poche parole che il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto a commento della Nota della Segreteria di Stato sulle possibili violazioni del Concordato se il ddl Zan venisse approvato, meritano un breve commento critico. Esse infatti segnano la grande lontananza della cultura politica attuale da come dovrebbero andare invece le cose. Le parole di Draghi – come si ricorderà – riguardano la laicità dello Stato italiano, la libertà del Parlamento di legiferare, la distinzione tra quanto compete al parlamento e quanto al governo.

A proposito della laicità va subito fatta un’osservazione. Che bisogno c’era di tirar fuori l’argomento? La Nota della Segreteria di Stato era forse una ingerenza (come ha maldestramente affermato poi il Presidente della Camera Fico)? Evidentemente no, insigni giuristi l’hanno in seguito confermato. Il Concordato è un accordo tra due Stati sovrani, chiederne il rispetto e segnalare eventuali abusi all’orizzonte, fa parte della logica dell’accordo stesso e non è minimamente una forma di ingerenza. Ricordando che l’Italia è uno Stato laico, Draghi ha sottolineato una cosa che non era da sottolineare perché il contesto non minacciava in alcun modo tale laicità.

Il nostro presidente ha poi voluto anche precisare, con l’aiuto di una sentenza della Corte Costituzionale, coma debba intendersi la laicità. Egli ha detto che la laicità dello Stato non significa neutralità verso la religione ma difesa della libertà di religione e quindi del pluralismo religioso. Questa precisazione, oltre che ugualmente inutile come la precedente, perché la Nota vaticana non rappresentava nessuna minaccia al pluralismo religioso, è anche molto problematica e piuttosto carente. Continue reading

Eh no, Cari Gazzettieri di Regime, il Vaticano non Fa Retromarcia sul DDL Zan. 25 Giugno 2021 Pubblicato da Marco Tosatti

Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, è interessante osservare la disperazione della grande stampa di marca PD (Repubblica, Stampa, Corriere et alios) di fronte alla presa di posizione della Santa Sede sul DDL liberticida – e anticostituzionale – Zan. Caduta per evidente conclamata stupidità l’ipotesi di un complotto ordito chissà da chi alle spalle del Pontefice (che era ben al corrente, e d’accordo sulla mossa vaticana) rilanciati i flebili gemiti dei fautori della lobby gay in Vaticano (“quella nota non andava scritta…”) un’intervista del Segretario di Stato, card. Pietro Parolin, a Vatican News, per la penna autorevole di Andrea Tornielli ha obbligato i gazzettieri di regime piedino-lgbtq ecc. a nuove contorsioni. Rilanciamo a questo proposito quanto scrive Giuseppe Rusconi su Rosso Porpora, sempre attento e puntuale. E non è un caso che il collega apra il suo blog con le vergognose pressioni – e ingerenze, quelle sì che lo sono! – dell’EURSS nei confronti dell’Ungheria, rea di non vole follie antropologiche politically correct. Buona lettura.

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QUELLA NOTA ANDAVA SCRITTA: LA CONFERMA DI PAROLIN (CON PREMESSA)- di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 25 giugno 2021

 

Qualche considerazione sull’intervista del Segretario di Stato a ’Vatican News’ del 24 giugno – Nella premessa i violenti attacchi all’Ungheria da parte dell’Ue e il gravissimo episodio di Monaco di Baviera, quando un attivista ha sventolato la bandiera lgbt in faccia ai giocatori ungheresi che stavano cantando l’inno nazionale.

PREMESSA: PIENA SOLIDARIETA’ ALL’UNGHERIA – IL GRAVISSIMO EPISODIO DI MONACO DI BAVIERA In questi giorni è stata impressa un’accelerazione molto preoccupante all’ l’offensiva sfrontata e su vari fronti della nota lobby a livello continentale. Anche il mondo calcistico, sensibile ormai più all’andamento delle azioni in borsa che ai valori sportivi, sta cedendo vergognosamente al ‘politicamente corretto’. Basti pensare ad esempio al fatto- per restare in Italia – che la Juventus ha colorato di arcobaleno il suo logo bianco-nero, che il Milan ha distribuito 600 magliette rosso-nere con logo arcobaleno al personale medico milanese, che perfino Palermo e Bari hanno tinto di arcobaleno il loro logo: ci pensino i tifosi a reagire vigorosamente contro tale imposizione totalitaria che contribuisce a dare un’ulteriore picconata alla credibilità anche del calcio. Continue reading