Mercoledì delle Ceneri – anno B – 2018 Cammino di libertà verso la terra promessa, verso la Pasqua di Cristo, verso la vita eterna e la Risurrezione.

Siamo qui, ancora una volta, ad accogliere il dono del cammino quaresimale, tempo di grazia, tempi di rinnovamento, tempo di manifestare una vera volontà di cambiamento della nostra vita per orientarla decisamente a Dio. É anche il tempo in cui, attraverso il severo rito delle ceneri ci viene ricordato che la nostra vita terrena passa è quindi necessario accogliere qui ed ora quella offerta di salvezza, che nella sua generosità Dio ci offre nella Pasqua del suo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo.

Spesso si paragona la vita dell’uomo ad un cammino. La quaresima ci riporta ai quarant’ anni del cammino del popolo di Israele nel deserto verso la terra promessa. In questo cammino egli sperimenta tutta la sua debolezza: l’infedeltà, la sfiducia, il ritorno agli idoli, il peccato, ma questo non accade anche a noi nella nostra vita?

 Infedeltà! Quante volte siamo infedeli nei confronti di Dio e non solo.
 Sfiducia! La nostra fede è debole, i dubbi prevalgono e facciamo fatica ad abbandonarci al Signore
 Peccato! Voltiamo le spalle a Dio costruendoci in nostri idoli: potere, denaro, sesso successo … Io stesso divento Dio di me stesso.

Così la lebbra del peccato continua a progredire intaccando, deformando, distruggendo il nostro cuore, anche se il nostro aspetto esteriore rimane immutato.

Nel cammino, però, il popolo di Israele sperimenta anche la fedeltà di Dio che lo vuole condurre verso la libertà, verso la terra promessa. Come un sapiente pedagogo Dio lo riprende, lo corregge e stringe con il popolo un’alleanza, alla quale rimane fedele, perché Dio non è nemico dell’uomo.
Anche con noi Dio ha stretto un’alleanza, attraverso il sui Figlio Gesù dal giorno del nostro Battesimo, la quaresima è tempo privilegiato per farne una riscoperta. Vediamo nel cammino quaresimale, così, il paradigma della nostra vita. Noi pellegrini nel tempo e nella storia in cammino verso la libertà e la terra promessa che sono la vita eterna e la risurrezione frutto della Pasqua di Cristo acui il tempo quaresimale è preparazione.

Accogliamo quindi il grido dell’apostolo: “Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza”. È nel tempo della nostra vita che noi diciamo il nostro sì al Signore, dopo raccoglieremo solo i frutti della nostra adesione a Lui, al Vangelo vissuto in concretezza ogni giorno, oppure i frutti del nostro rifiuto.

In questo tempo di grazia lasciamoci purificare dal Signore per vivere già ora, nella Pasqua di Gesù, quella salvezza che ci viene donata. Il Signore ci chiama ad abbandonare il peccato che ci rende schiavi per ritornare a Lui “ amandolo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze. (…) quando riposi in casa, quando cammini per la strada, quando ti addormenti e quando ti alzi”, riprendendo le parole da quella che è la preghiera ebraica più conosciuta: lo Shemà Israel.

Abbiamo pregato nella Colletta:
“O Dio, nostro Padre,
concedi al popolo cristiano
di iniziare con questo digiuno
un cammino di vera conversione,
per affrontare vittoriosamente
con le armi della penitenza
il combattimento contro lo spirito del male.”

Quali siano le armi della penitenza ci sono state indicate da Gesù nel Vangelo: il digiuno, la preghiera, l’elemosina che ci rimanda alle opere di carità, stando attenti a non cadere in quella vanagloria che è l’ ipocrisia e la ricerca di ammirazione, come dicessimo: vedete come siamo bravi e siamo i più bravi. Il nostro deve essere un rapporto sincero e vero con il Signore fondato sulla trasparenza del cuore, un rapporto intimo e profondo “che il Signore” vede e conosce.

Muoviamo i primi passi del nostro cammino quaresimale disponibili ad un vero cambiamento che il Signore opererà in noi, se ci abbandoneremo a Lui.

Deo gratias, qydiacdon.

 

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