Giovedì Santo (2016)

 

Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
(Gv 13,3-5).

Di quella sera l’ evangelista Giovanni è l’ unico a ricordare questo gesto straordinario, sorprendente e del tutto inaspettato, che tu Gesù hai affidato ai tuoi. Non c’è nulla di plateale in quello che compi: tu non fai come i grandi della terra che si mettono in posa e fingono, per poche ore di svolgere il ruolo che serve. No, per te è esattamente il contrario: la realtà, ciò che ti attende, è solo lontanamente anticipata da questa azione sconcertante. Tu, infatti il servo lo fai fino in fondo: servo che prende su di se il carico del male del mondo, servo che accetta di ricevere un grumo di cattiveria, di violenza, di ingiustizia, del tutto immeritato, servo che offre tutto se stesso, la sua stessa vita, perché l’ umanità sia finalmente libera dal peccato e dalla morte.
Davanti a te che ti pieghi a lavare i piedi agli apostoli io tocco con mano tante mie piccinerie: i miei sogni di carriera, la mia voglia di emergere, i miei tentativi insensati di affermarmi e di farmi valere.

R. Laurita in Servizio della Parola


 

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