VIII Domenica ordinario A – A quale padrone serviamo?

Se è vero, e lo è che nella vita tutti abbiamo necessità di avere una scopo, di vivere per qualcuno, ( o per qualcosa, che non è esattamente lo stesso), è altrettanto vero che quando escludiamo Dio nella nostra vita mettiamo altro al suo posto. Altro che spessissimo sono cose e fra tutte quella che sempre ha più attratto la persona è la ricchezza.

Siamo ormai prossimi alla quaresima, questa pagina di Vangelo ci aiuta a prepararci al cammino quaresimale in cui siamo chiamati a verificare a chi siamo disposti a servire, chi sta al centro del nostro cuore. Noi che siamo abili nell’ arte del compromesso e nel volere sempre tenere il piede in due staffe rimandando la scelta radicale. La parola che ci viene rivolta da Gesù oggi non lascia adito ad interpretazioni machiavelliche, ma è di una limpidezza cristallina.

Chi amiamo di più il Signore o “mammona d’ iniquità”, cioè quella ricchezza che va contro Dio, e non è solo la ricchezza dei cosiddetti “paperoni”, può essere anche il denaro di chi avendone a sufficienza per il piacere di averne sempre di più, di accumularlo, lo lesina alla propria famiglia per ciò di cui ha bisogno.
Il pericolo della ricchezza, chi poco o chi tanto, insidia tutti come un Moloch che mangia i propri figli, questa divinità cananea alla quale venivano sacrificati i bambini.    

Oggi i tempi pur essendo diversi, continuano a proporre il sacrificio di piccoli e deboli! Quanti bambini concepiti e non accolti per paura, quanti uomini, donne, bambini muoiono nel mondo sacrificati al moloch dell’economia, dello sfruttamento, del commercio degli organi, quasi che una persona possa essere un’agenzia di ricambio per pezzi da offrire ad altri, quante sono le vittime di un culto idolatrico del denaro, della ricchezza per pochi a scapito di tanti.
Fra poco nella celebrazione del mercoledì delle ceneri, in cui riceveremo le sacre ceneri sula capo ci sentiremo dire: “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”. Ed è proprio così! Davvero noi siamo poveri e sperimentiamo la nostra povertà ogni giorno.

Quanti dubbi, quante incertezze, quante prove accompagnano la nostra vita, lo sperimentiamo in tante occasioni. Momenti così difficili che sembrano schiacciarci e non avere mai fine.

Ma ecco la Parola di speranza, che ci rassicura, lo abbiamo sentito nella prima lettura: “Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.”

Oggi purtroppo, accade che qualche mamma si possa “dimenticare del proprio bambino”, la risposta del Signore è una risposta tenera, amorosa, rivolta a ciascuno di noi: “Io non ti dimenticherò mai”.

Ecco allora l’invito di Gesù ad abbandonarci alla cura del Padre, quella che si chiama Provvidenza! Proprio in questi giorni andando a benedire nelle case mi è successo, parlando, con diverse persone che invocano la fortuna di dire che non esiste la fortuna, almeno per noi cristiani, ma che esiste qualcosa di molto più grande e bello che è appunto la Provvidenza, che è questo fidarsi del Signore nelle nostre necessità! Noi non veniamo deresponsabilizzati, ma di fronte alle nostre deboli forze, di qualsiasi genere, che posso essere anche economiche, quando abbiamo fatto quanto dovevamo fare siamo chiamati a confidare in un Padre che sa ciò di cui abbiamo bisogno.

Vorrei riportare questa testimonianza di Madre Teresa di Calcutta:
“Non dimenticherò mai quella volta che un uomo venne da me e mi disse: il mio unico figlio sta morendo e il dottore gli ha prescritto come unico medicinale che può salvarlo un medicinale che non si trova in India ma solo in Inghilterra.
Mentre stavamo parlando arrivò un uomo con una scatola di medicinali.
Proprio in cima c’era quella medicina di cui l’altro aveva bisogno per salvare il proprio figlio; sono rimasta ferma davanti a quella scatola e pensavo milioni e milioni e milioni di bambini nel mondo, e Dio si preoccupa per questo piccolo bambino di Calcutta.

Si, Dio ama così.

Ma dove comincia questo amore?
Nelle nostre famiglie, nelle nostre case.
E come comincia? Pregando assieme.
Le famiglie che pregano assieme restano insieme e se resterete insieme vi amerete l’un l’altro come Dio ama ciascuno di voi.”

Che dire? Davvero Dio ama così e si preoccupa per noi, ma noi dobbiamo fidarci di Lui, anche quando tutto non è chiaro, ma questa fiducia nasce proprio dalla preghiera e dal nostro rapporto con Lui nella consapevolezza che :
“7Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo e nulla possiamo portare via. 8Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, accontentiamoci. 9Quelli invece che vogliono arricchirsi, cadono nella tentazione, nell’inganno di molti desideri insensati e dannosi, che fanno affogare gli uomini nella rovina e nella perdizione. 10L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali; presi da questo desiderio, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti.” (1 Tm 6,7-10).

Come Gesù abbiamo fiducia nel Padre, anche quando saremo a pronunciare il nostro sì, come ha fatto Gesù, sulla Croce!

Qydiacdon017

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