V DOMENICA DI PASQUA (ANNO A) : Io sono la via, la verità, la vita

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.
Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».

Parola del Signore
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Tutta la nostra vita possiamo paragonarla a un grande viaggio. In questo viaggio si aprono davanti a noi diverse vie, quale sarà la strada giusta per arrivare alla meta che desideriamo?

Ho letto, meditando, questo testo di vangelo un racconto antico, che mi è piaciuto molto.
Vi era un pellegrino che andava a Roma, ma si avvicinava la notte, era nuvolo non c’era, quindi la luna ad illuminare la strada e a quel tempo le strade non erano certe sicure. Niente case, niente persone a cui domandare, così quel pellegrino non sapeva dove andare. Mentre stava così, ormai disperato, all’ improvviso, sentì lontano il suono delle campane, allora si mise in cammino verso la direzione di quel suono e riuscì ad arrivare a Roma alla chiesa dove erano quelle campane: S. Maria Maggiore la più grande chiesa romana dedicata a Maria. S’inginocchio davanti all’ altare e ringraziò per lo scampato pericolo.

Così è la nostra vita verso una meta molto più grande che non è andare a Roma, ma è l’incontro con il Signore Gesù e quella vita per sempre che desideriamo in una realtà diversa da quella che sperimentiamo, ancora limitata e segnata anche dal dolore, dalla morte, ma Gesù vuole condurci al cielo. Occorre però che stiamo attenti perché anche noi rischiamo spesso di perderci, occorre che facciamo attenzione e che non sbagliamo la via, per non imboccare scorciatoie che crediamo portino a chissà dove, ma che poi non portano da nessuna parte.

Gesù dicendo che è la via vuole indicarci la via del Vangelo e non ce la indica solo, ma la percorre insieme a noi. Filippo non comprende le parole di Gesù e forse anche gli altri apostoli, ma dopo la discesa dello Spirito Santo capirà che Gesù con il Vangelo, con i Sacramenti, con il suo insegnamento vuole portarci su, in alto, e Gesù è l’unica guida che ci possa condurre, anche se davanti a noi si aprono diverse strade, spesso anche affascinanti, ma costruite dall’ uomo e non dal Signore.

Nella fede percorriamo la via che Gesù ci indica che è quella della preghiera, dell’amore a Dio e al prossimo e non andiamo dietro ai tanti gatto e volpe come fa Pinocchio, che sono imbroglioni patentati.

Deo gratias qydiacdon

 

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