S. Vito Martire … 15 giugno 2020

Celebriamo la festa del nostro santo patrono, apparentemente sembrerebbe in un tono dimesso, non ci saranno i fuochi d’artificio, non ci sarà quel momento conviviale che seguiva alla celebrazione dell’Eucaristia a causa della situazione che stiamo vivendo, questo, però, ci riporta all’essenziale, al cuore. Celebrare la festa di un martire, di un santo è incontrarsi con lui, che continua a testimoniarci il Vangelo, e con il Signore in una grande ringraziamento per questi testimoni che ci dicono che la fede è possibile, che la fede nel Signore è la cosa più grande e più importante. Più grande anche della vita stessa.
L’ agiografia di questo santo, che è un adolescente, mi preme sottolinearlo, la conosciamo un po’ tutti dopo tanti anni che celebriamo la festa, come lui rimasto orfano fu affidato a Modesto e Crescenzia condividendo il martirio.

Cosa ci dicono la figura di questo santo e le letture che abbiamo letto?

A. È un santo adolescente che è stato educato e alla fede e testimonia la fede. Questo è un invito a tutti noi come comunità cristiana e come adulti a chiederci come educhiamo alla fede e come trasmettiamo la fede ai nostri ragazzi e giovani. Ricordando le parole di S. Paolo VI che oggi vi è bisogno più di testimoni che di maestri. Se da parte nostra vi è con tutti i limiti che vi possono essere quella coerenza di vita che ci fa operare scelte secondo il Vangelo che ci invita ad andare oltre: “Se la vostra giustizia non sarà superiore a quella degli scribi e dei farisei non entrerete nel regno …
Modesto e Crescienza hanno condiviso con Vito il martirio, sono stati coerenti e credibili fino in fondo con quella fede a cui l’hanno educato. Chiediamo a S.Vito che doni a noi tutti come comunità, come adulti, come genitori la stessa credibilità ad essere annunciatori e testimoni per i nostri ragazzi e i nostri giovani, mettendo nel conto anche quella che può essere la fatica ad educare alla fede in un contesto che si sta sempre di più scristianizzando.

B. Le letture, come in un dittico, ci propongo quella che è la reazione della persona di fronte ad un torto o ad un’offesa che si può aver subito. Allora la reazione della regina Gezabele di fronte al rifiuto che il re Acab ha ricevuto che è quella della vendetta nei confronti di Nabot, andando ben oltre anche a quella legge del taglione, occhio per occhio e dente per dente che era già una norma contenitiva e che ancora in tanti luoghi viene applicata esplicitamente o implicitamente e quella di Gesù nel Vangelo.

“Gesù propone un atteggiamento di disarmante paradosso: offrire la guancia a chi ti schiaffeggia. Cosa che va capita bene, visto che spesso è utilizzata proprio per ridicolizzare i cristiani e per perseguitarli. Gesù stesso non porgerà l’altra guancia alla guardia che lo schiaffeggia davanti al sommo sacerdote! Porgere la guancia significa avere un atteggiamento leale, convincente, che desidera portare alla comprensione chi ti sta mortificando. L’equilibrio che siamo tenuti ad avere nella nostra società è difficile da raggiungere, ma possibile: non adeguarci alla crescente violenza che contagia ogni luogo, il linguaggio, le abitudini quotidiane e, nello stesso tempo, non essere remissivi, non diventare lo zerbino su cui tutti si puliscono i piedi in nome di una malintesa remissività cristiana. Imitiamo il Signore, nel suo virile pacifismo.” ( da la Chiesa.it)

Chiediamo anche al Signore in questa Eucaristia per intercessione di s. Vito di benedire la nostra comunità, le nostre famiglie tutti coloro che soffrono per qualsiasi motivo e in modo particolare per le vittime della pandemia e le loro famiglie.

Deo gratias, qydiacdon

Buon pomeriggio Lunedì 15 giugno 2020 - ore : Verifica banconote ...

 

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