Chi è l’ uomo?

“… Facendoci conoscere il Padre, Gesù, ci porta anche alla migliore comprensione di noi stessi; ci fa conoscere chi siamo in realtà, quale sia lo scopo del nostro permanere sulla terra, quale ultima sorte ci attenda.
Così veniamo a sapere – e nessuna notizia è per noi più interessante e risolutiva di questa – che siamo stati chiamati ad esistere non da una casualità anonima e cieca, ma da un progetto sapiente e benevolo.
Veniamo a sapere che l’uomo non è un viandante smarrito che ignora donde venga e dove vada né perché si sia mai posto in viaggio, ma un pellegrino motivato, in cammino verso il Regno di Dio (che è diventato anche suo) e verso una vita senza fine.
Il dilemma fra l’ essere increduli e l’ essere credenti è in realtà il dilemma tra il ritenersi collocati entro un guazzabuglio insensato e il conoscere di essere parte di un organico e rasserenante disegno d’ amore. L’alternativa, a ben considerare, sta fra un assurdo che ci vanifica e un mistero che ci trascende; l’ alternativa che esistenzialmente diventa quella fra un fatale avvio alla disperazione e una vocazione alla speranza.
Perciò san Paolo  può ammonire i cristiani di Tessalonica a non essere malconci e sfiduciati come gli altri; “come gli altri – egli dice – che non hanno speranza” (1Ts 4,13).
Questa è dunque la sorte invidiabile di coloro che sono “di Cristo”; dal momento che “conoscono le cose come stanno”, non sono costretti ad appendere ai punti interrogativi la loro unica vita.
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liberamente tratto da: Giacomo Biffi, La fortuna di appartenergli, ESD

 

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