La drogheria del Paradiso

Camminavo lungo l’autostrada della vita, tanto tempo fa.
Un giorno vidi un cartello che indicava: “Drogheria del Paradiso”. Non appena mi avvicinai di più la porta si spalancò da sola e, appena mi ripresi dallo stupore, mi ritrovai dentro. Vidi una schiera di Angeli: stavano dappertutto. Uno mi porse un cestino e mi disse: “Fai la spesa con attenzione, ragazzo mio! Tutto ciò che occorre a un buon Cristiano si può trovare in questa drogheria del Paradiso; tutto quello che tu non riuscissi a portar via oggi, puoi ritornare a prenderlo domani!”
Per prima cosa presi un po’ di pazienza: l’Amore si trovava nello stesso scaffale.    Continue reading

Seti

Non appena Dio creò l’uomo, si mise subito in ascolto, da buon padre, dei bisogni e delle richieste di quella sua nuova, inconsueta creatura. “Ho fame e sete”, disse subito l’uomo.
Dio gl’insegnò come cibarsi: gl’indicò le sorgenti, gli alberi da frutta e i favi delle api, i cespugli di bacche e mille altre leccornie prodotte dalla terra. Ma l’uomo, saziata fame e sete, fece altre richieste. “Ho sete di protezione e di riposo”, disse.
Dio gl’insegnò come utilizzare le mani, cosa che non aveva mai fatto con nessun’altra delle sue creature. L’uomo si costruì una capanna ed un giaciglio, ed ebbe la soddisfazione di udire la pioggia tamburellare sul suo capo mentre lui, all’asciutto, lasciava vagabondare i suoi pensieri. “Ho sete di piaceri”, disse poi, forse impigrito dal troppo dormire.
Dio lo accontentò. Gli aguzzò i sensi, come fa un arciere con le punte della sua freccia; e l’uomo poté assaporare, in maniera tutta speciale, gusti, suoni, profumi, panorami e carezze.
Poiché queste ultime gli piacquero immensamente, l’uomo disse: “Ho sete d’amore”.

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Il buon senso delle oche ( un testo per parlare di Chiesa)

Il prossimo autunno, quando vedrete le oche selvatiche puntare verso sud per l’inverno in formazione di volo a V, potrete riflettere su ciò che la scienza ha scoperto riguardo al motivo per cui volano in quel modo.
Quando ciascuno uccello sbatte le ali, crea una spinta dal basso verso l’alto per l’uccello subito dietro. Volando in formazione a V, l’intero stormo aumenta l’autonomia di volo di almeno il 71% rispetto a un uccello che volasse da solo.

Coloro che condividono una direzione comune e un senso di comunità arrivano dove vogliono andare più rapidamente e facilmente, perché viaggiano sulla spinta l’uno dell’altro. Quando un’oca si stacca dalla formazione, avverte improvvisamente la resistenza aerodinamica nel cercare di volare da sola, e rapidamente si rimette in formazione per sfruttare la potenza di sollevamento dell’oca davanti.
Se avremo altrettanto buon senso di un’oca, rimarremo in formazione con coloro che procedono nella nostra stessa direzione.   Continue reading

La croce più pesante

Recita un’antica leggenda cristiana che un giovane, convertito al Vangelo, ricevette la sua croce per avanzare lungo la strada della Gerusalemme Celeste insieme ad altri pellegrini.

Il peso della croce che gli era stata affidata, tuttavia, lo torturava. Era così affaticato che si vedeva costretto a riposarsi di tanto in tanto, lamentandosi:

“O sorte ria! Mi hanno dato la croce più pesante!”     Continue reading

La saggezza in un cioccolato caldo

Un gruppo di laureati, affermati nelle loro carriere, discutevano sulle loro vite durante una riunione. Decisero di fare visita al loro vecchio professore universitario, ora in pensione, che era sempre stato un punto di riferimento per loro. Durante la visita, si lamentarono dello stress che dominava la loro vita, il loro lavoro e le relazioni sociali.
Volendo offrire ai suoi ospiti un cioccolato caldo, il professore andò in cucina e ritornò con una grande brocca e un assortimento di tazze. Alcune di porcellana, altre di vetro, di cristallo, alcune semplici, altre costose, altre di squisita fattura. Il professore li invitò a servirsi da soli il cioccolato.
Quando tutti ebbero in mano la tazza con il cioccolato caldo il professore espose le sue considerazioni:
– Noto che son state prese tutte le tazze più belle e costose, mentre son state lasciate sul tavolino quelle di poco valore. La causa dei vostri problemi e dello stress è che per voi è normale volere sempre il meglio. La tazza da cui state bevendo non aggiunge nulla alla qualità del cioccolato caldo. In alcuni casi la tazza è molto bella mentre alcune altre nascondono anche quello che bevete. Quello che ognuno di voi voleva in realtà era il cioccolato caldo. Voi non volevate la tazza… Ma voi consapevolmente avete scelto le tazze migliori. E subito, avete cominciato a guardare le tazze degli altri.
Ora amici vi prego di ascoltarmi. La vita è il cioccolato caldo… il vostro lavoro, il denaro, la posizione nella società sono le tazze. Le tazze sono solo contenitori per accogliere e contenere la vita. La tazza che avete non determina la vita, non cambia la qualità della vita che state vivendo. Qualche volta, concentrandovi solo sulla tazza, voi non riuscite ad apprezzare il cioccolato caldo che Dio vi ha dato. Ricordatevi sempre questo: Dio prepara il cioccolato caldo, egli non sceglie la tazza.
La gente più felice non ha il meglio di ogni cosa, ma apprezza il meglio di ogni cosa che ha!
Vivere semplicemente.
Amare generosamente.
Preoccuparsi profondamente.
Parlare gentilmente.
Lasciate il resto a Dio.
E ricordatevi: La persona più ricca non è quella che ha di più, ma quella che ha bisogno del minimo.
Godetevi il vostro caldo cioccolato!

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Mt 23,25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza.
Mt 23,26 Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!

Da quanto tempo non ti confessi?

 

Un asino nella notte (Natale, la fuga in Egitto)

L’asino camminava nella notte. Camminava e pensava a quella madre che portava sul dorso, tutta ravvolta nel mantello oscurato dall’ombra.
Un passo dietro l’altro, attento a che il suo andare fosse quieto e sempre uguale, per non destare il bimbo che dormiva. Un passo dietro l’altro, misurati dal battito del cuore: finché i battiti divennero più frequenti dei passi e il cuore, in petto, parve scoppiare.
Allora smise di fissare il cielo e la notte che si stendeva davanti a perdita d’occhio e, piegato il capo, cominciò a guardare a terra, sul sentiero appena segnato, ora per evitare un sasso troppo acuto, ora per posare lo zoccolo sui ciuffi d’erba bianchi di brina.
Cominciava a sentire il peso del carico; le gambe si stendevano nel passo ogni volta più faticosamente, finché l’andatura divenne secca, legnosa, e ad ogni piegare di ginocchi gli sembrava di udire come un ramo secco spezzarsi. Si ricordò della catasta di legna ammucchiata nella sua stalla tiepida, dell’alone di luce fumosa intorno alla lucerna pendente sopra la greppia, e l’immagine divenne tanto seducente che gli parve di sentire su per le narici l’odore penetrante di una manciata di fieno fresco.
Si volse, allora, con occhi imploranti verso l’uomo che gli camminava a fianco. Era giovane, ma la strada lo aveva curvato sopra il bastone, e il vento freddo della notte invernale gli incollava il mantello contro un fianco.    Continue reading

Il flauto del pastore (Natale)

C’era una volta un vecchio pastore, che amava la notte e conosceva bene il percorso degli astri. Appoggiato al suo bastone, con lo sguardo rivolto verso le stelle, il pastore stava immobile sul campo.
“Egli verrà!” disse.
“Quando verrà?” chiese il suo nipotino.
“Presto!”.
Gli altri pastori risero.
“Presto!”, lo schernirono. “Lo dici da tanti anni!”.
Il vecchio non si curò del loro scherno. Soltanto il dubbio che vide sorgere negli occhi del nipote lo rattristò. Quando fosse morto, chi altri avrebbe riferito la predizione del profeta? Se lui fosse venuto presto! Il suo cuore era pieno di attesa.     Continue reading

Una tunica per Gesù bambino

Grande agitazione quella mattina. Quegli stranieri che erano arrivati si preparavano a partire con il loro seguito, legavano forzieri a provviste sui loro cammelli assieme a dei cofanetti preziosi. Erano i vecchi saggi che parlavano alle stelle e che ne seguivano una in particolare: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, che, dicevano, li avrebbe condotti dal Re del mondo.      Continue reading

Io ti amo come sei … prendiamoci il tempo di ascoltare Dio …

Una giovane donna parlava del suo sentimento di non essere stata mai amata. Diceva che nell’ infanzia aveva sempre avuto l’ impressione di essere stata concepita per sbaglio, di non essere stata mai veramente desiderata. I genitori non parlavano che del fratello o della sorella, mai di lei, come se non ci fosse; aveva come il sentimento di essere stata sempre di fastidio e di non essere la benvenuta da nessuna parte, sentiva, perciò come una sorta di permanente ferita. Diceva: “ Quando andavo a scuola, tutti avevano degli amici, eccetto io. Avevo l’ impressione che mai nessun uomo avrebbe potuto amarmi”. Ma continuava: E Un giorno, (mi trovavo in un bosco), mi sedetti ai piedi di un albero e all’ istante fui piena della certezza che mi amava Dio”.
Ci specchiamo negli occhi degli altri e siamo sempre tentati di dire: “Non sono capace, non sono degno, non sono buono”.
Ma Dio ci risponde: “ Io ti amo come sei, e sei proprio tu con le tue ferite, le tue fragilità, le tue infedeltà.
Oggi prendiamoci allora il tempo di ascoltare Dio, sediamoci sotto un albero, [ o in qualsiasi altro posto], come quella giovane donna, dove possiamo sentirci dire: “ Tu sei il mio figlio diletto e io non ti lascerò mai”

Da L’ allodola e le tartarughe di B. Ferrero – LDC

Un animatore dell’ oratorio e un ragazzo con i jeans stracciati si fermarono a pregare davanti al tabernacolo … ( racconto sulla preghiera e sulla misericordia).

La brezza estiva accarezzava i volti di giovani e adulti che chiacchieravano sulla piazza all’ uscita della messa festiva in parrocchia. Eppure due persone si erano fermate per parlare con Dio presente nel tabernacolo.
Nel primo banco, in piedi, se ne stava un animatore dell’ oratorio.
“Allora, Signore, come stai ? Beh, io sto proprio bene. Sai sta andando tutto a gonfie vele. Ormai sto diventando un boss. Ho uno stuolo di ragazzini che mi seguono e fanno tutto ciò che dico. Cose furbe, per carità, per gente “IN”, firmata dalla testa ai piedi. A proposito ti ringrazio per i miei “vecchi” che mi riempiono di regali e mi lasciano tutta la libertà che mi serve; che fortuna avere una famiglia “pulita”, senza fratelli che ti rompano le scatole. Ti ringrazio per le ragazze che mi corrono dietro e mi fanno sentire importante. Sfido, è una fortuna per loro mettersi con me! … Ah, già dimenticavo. Noi siamo amici, vero ? Senti dovresti dare una bella lezione a quel poveraccio là in fondo, affinché possa capire come ci si deve comportare in modo educato e civile, che non se ne può più. E c’è già qualcuno che dice che a forza di stare con certa gente abbia le mani lunghe per arraffare cose non sue … Non so proprio con che coraggio certi individui mettano piedi in chiesa!”.

Al fondo, un ragazzo dai jeans stracciati non osava nemmeno avanzare verso l’ altare, rimanendo sulla porta. In cuor suo così pregava: “Dio, non so se posso parlarti, ma so di avere sbagliato. Tante volte mi sono comportato male. Non cerco scuse, ho fatto tante fesserie. Se potessi metterci una pietra sopra, ti giuro che cambierei. Ma troverò qualcuno che si fiderà ancora di me? Potresti cominciare a farlo tu ?”

Gesù dal tabernacolo pensava tra sé e sé : “ Lo sapete che quest’ ultimo tornò a casa perdonato. Invece il primo – poverino _ non s’ era nemmeno accorto di tutti i peccati commessi in una sola preghiera”.

Da “Suo Padre uscì a supplicarlo” , S. Messina e P. Raimondo ed- Effatà

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Parabola del fariseo e del pubblicano

“9Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: «O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo». 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». 14Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Vangelo di Luca 18,9-14