DIALOGANTI SOGNATORI VOTATI ALL’AUTODISTRUZIONE Quando la finiremo di illuderci con il dialogo a ogni costo per affrontare persino l’aggressività mortifera dell’islam

Quando la finiremo di illuderci, ripetendo ossessivamente il mantra del “dialogo”, sempre e comunque, per affrontare ogni problema, persino l’aggressività mortifera dell’islamismo? Il dialogo, tra l’altro, presuppone che ciascuno dei dialoganti metta sul tavolo, con chiarezza, le sue ragioni. Cosa impraticabile se si ha di fronte un musulmano: uno dei capisaldi del Corano stesso, non solo della tradizione maomettana, è che ebrei e cristiani hanno manipolato le Sacre Scritture. Soprattutto, per quanto riguarda i cristiani, eliminando le parole di Gesù, quando avrebbe annunciato la venuta dopo di lui del “Sigillo dei Profeti”, Muhammad. Dunque, dicono, è inutile perdere tempo con dei falsari. Così, all’islamico è addirittura vietato leggere la Bibbia, Antico e Nuovo Testamento (difatti non sono tradotti in arabo), perché si rischierebbe di prestar fede alle menzogne dei devoti di Jahvé e di quelli di Gesù Cristo. Ma allora: che dialogo ci si può aspettare da un interlocutore che ti considera a priori uno spacciatore di menzogne? Continue reading

Prima e dopo l’ era volgare

Leggo sul quotidiano La verità che in Inghilterra varie istituzioni e autorità britanniche hanno deciso di eliminare le locuzioni “avanti Cristo” e “dopo Cristo” sostituendole con “prima dell’ era volgare” e “dopo l’ era volgare”, perché si offendono i non cristiani. Ovviamente, in primis, i musulmani. L’ imbecillità di chi fa queste proposte si qualifica da sé. Qui, oltre i valori religiosi dei cristiani che vengono offesi, , ne va’ dell’ intera cultura occidentale. Non ci rendiamo conto che in questo modo si fa’ di tutto per farci perdere la nostra identità?

Continue reading

UN PRESIDE FRANCESE RACCONTA CHE NELLE SCUOLE DOMINA L’ESTREMISMO ISLAMICO Il fanatismo musulmano si impone durante la ricreazione, in mensa, in piscina: minacce ad ebrei e cristiani, inni all’Isis, insulti alle donne

È un libro destinato a interrogare molte coscienze e a lasciare il segno quello scritto da Bernard Ravet e appena pubblicato in Francia: Preside di liceo o imam della Repubblica? L’autore è stato per 15 anni preside in tre scuole secondarie statali tra le più difficili di Marsiglia, dove gli studenti musulmani sfiorano il 95 per cento dell’utenza, e ha visto con i suoi occhi quanto sia diventato grave il problema della diffusione dell’estremismo islamico tra gli alunni. «Per timore di stigmatizzare gli istituti che dirigevo, sono rimasto in silenzio per 15 anni», scrive, ma ora che è andato in pensione nel 2015, ha voluto pubblicare questo libro perché «è ora di finirla con la legge del silenzio che pesa sull’impatto della religione in certe scuole. Il fanatismo bussa alla porte degli istituti e impone i suoi simboli e le sue leggi nello spazio scolastico, durante la ricreazione, in mensa, in piscina». Continue reading

INGIUSTIZIA IN PAKISTAN Blasfemia: condannato per un messaggio su Whatsapp

Pakistan. Il 14 settembre un giovane cristiano del Punjab, Nadeem James, è stato condannato a morte per blasfemia. L’accusa è di aver inviato un poema che offendeva il profeta Maometto e altri personaggi sacri via Whatsapp. A denunciarlo nel luglio del 2016, spiega il suo avvocato che intende ricorrere in appello, era stato un suo amico, arrabbiato del fatto che Nadeem avesse una relazione sentimentale con una giovane musulmana. Succede spesso in Pakistan che delle persone vengano accusate di blasfemia per vendetta o in seguito ad una lite. Il ragazzo era fuggito per paura di essere ucciso. Secondo il Pakistan Christian Post, per spingerlo a consegnarsi alle autorità, la polizia ha arrestato due sue sorelle e ha abusato di loro. Per motivi di sicurezza, la sentenza è stata pronunciata in carcere. Alcuni imam hanno infatti giurato di far pagare a Nadeem e alla sua famiglia il suo atto blasfemo. Asia Bibi, la donna cristiana cattolica condannata a morte anch’essa per blasfemia nel 2010, è in carcere ormai da otto anni in attesa della sentenza definitiva.

Anna Bono
In: La NBQ

________________________________
Limpido esempio, ancora una volta, se mai vene fosse bisogno della tolleranza islamica, del suo essere “religione di pace”, di come vengano messi in pratica i dettami del Corano verso chi professa un’ altra fede. Mentre noi stiamo qui a voler approvare un legge inutile, lo Ius Soli, che riguarderà anche tanti musulmani.
dqy

Ancora sulla persecuzione dei cristiani in sud Sudan

Al peggio sembra non esserci fine.

Nell’islamico Sud Sudan migliaia di profughi in fuga dalla guerra e dalla miseria ancora non trovano un attimo di pace.

La discriminazione religiosa verso i cristiani è una piaga purtroppo diffusa nel Sud Sudan, paese guidato dal regime islamista di Al Bashir, in cui vige la sharia islamica e dove la persecuzione anti cristiana ha raggiunto livelli gravissimi.

Diverse donne sono state arrestate all’uscita dalle chiese per quello che viene chiamato «abbigliamento indecente», ovvero semplici gonne, almeno 17 chiese sono già state demolite, non sono concesse le autorizzazioni per costruire nuovi edifici di culto e le proprietà ecclesiastiche vengono confiscate. Continue reading

Mecca sì, segno della croce no: la jihad in campo

La fonte è autorevole, quella dell’ambasciata d’Arabia Saudita in Francia. Che, pur di propagandare l’islam, non si è fatta troppi scrupoli nel pubblicare sul proprio profilo Twitter un annuncio, che è tutto un programma. Recita così: «Sapete che molti giocatori della nazionale francese, come Karim Benzema e Paul Pogba, hanno già compiuto l’Hajj in Arabia Saudita?».

L’Hajj è il pellegrinaggio annuale alla Mecca, che milioni di musulmani, provenienti da tutto il mondo, sono chiamati a compiere. Tra questi vi sono state, per l’appunto, anche due stelle della nazionale di calcio francese. Paul Pogba è nato in Francia, a Lagny-sur-Marne, da una famiglia proveniente dalla Guinea. Continue reading

SPAVENTO IN FRANCIA E BELGIO: SEMPRE PIU’ ALUNNI ISLAMICI MINACCIANO DI SGOZZARE I LORO COMPAGNI CRISTIANI (PERFINO ALL’ASILO)

La radicalizzazione dei minori è sempre più diffusa in Francia. A giugno erano 2.200 i minori segnalati nel registro per la prevenzione della radicalizzazione a carattere terroristico (Fsprt), che contiene solamente le persone segnalate dalle scuole e dalle prefetture. Ad essi, infatti, si dovrebbero anche aggiungere le persone che sono già radicalizzate e in quanto tali oggetto di indagine da parte dei servizi. I minori, dunque, sono il 16% del totale delle persone a rischio radicalizzazione. Continue reading

DON BOSCO SPIEGA AI GENITORI COME PARLARE DELL’ISLAM AI FIGLI Ecco la famosa pagina del trattato popolare del 1853 dal titolo ”ll cattolico istruito nella sua religione”

PADRE: Se vi piace, io vi parlerò delle altre religioni cominciando dall’Islam.
FIGLIO: Si, sì, cominciate a dirci che cosa s’intenda per Islam.
PADRE: Per Islam s’intende una raccolta di massime ricavate da varie religioni, le quali praticate giungono a distruggere ogni principio di moralità.
FIGLIO: L’Islam da chi ebbe principio?
PADRE: L’Islam ebbe principio da Maometto.
FIGLIO: Oh! di questo Maometto abbiamo tanto piacere di sentire a parlare: diteci tutto quello che sapete di lui.
PADRE: Troppo lungo sarebbe il riferirvi tutto quello che le storie raccontano di questo famoso impostore: io procurerò soltanto di farvi conoscere chi egli fosse, e come abbia fondata la sua Religione.
Nacque Maometto da povera famiglia, di padre gentile e di madre ebrea, l’anno 570, nella Mecca, città dell’Arabia, poco distante dal Mar Rosso. Vago di gloria e desideroso di migliorare la sua condizione andò vagando per più paesi, e riuscì a farsi agente di una vedova mercantessa di Damasco, che poscia lo sposò. Egli era così astuto che seppe approfittare delle sue infermità per fondare una religione. Patendo di epilessia, male caduco, affermava che quelle sue frequenti cadute erano altrettanti rapimenti a tener colloquio coll’Angelo Gabriele. Continue reading

Il gesuita, l’islam jihadista e quel silenzio del Papa ( a proposito dell’università al-Azhar del Cairo)

Sul sito CulturaCattolica.it del 25 luglio 2017 è apparsa la traduzione di un’intervista (a cura di Luca Costa) così intrigante che val la pena riprenderla. Sono le parole di un anziano gesuita, p. Henri Boulad, pronunciate a briglia sciolta alla tivù francese Liberté la settimana prima.

Il p. Boulad (86 anni, gesuita da quando ne aveva 19), ha trascorso tutta la sua vita in Egitto e se c’è una cosa che conosce bene è l’islam. La sua è stata una vera filippica a cui lui stesso ha dato il titolo J’accuse!, che volutamente imita la famosa lettera-manifesto con cui lo scrittore Emile Zola prendeva posizione nel celebre «caso Dreyfus». Senza peli sulla lingua, il gesuita dichiara che «il primo centro di radicalizzazione islamica del mondo intero è l’università al-Azhar del Cairo», e lo dice proprio all’indomani della visita-abbraccio (col Gran Mufti) di papa Francesco. Questa università (in realtà solo una moschea generalista, anche se la più importante del mondo sunnita) «è presentata in tutto l’Occidente come un’istituzione moderata e tollerante, ma non è così». Il presidente egiziano Al-Sisi «ha a più riprese richiesto ufficialmente ed espressamente ai vertici dell’al-Azhar di sopprimere ogni insegnamento facente riferimento alle fonti islamiche che incitano all’odio e alla violenza contro ebrei e cristiani. Tali richieste sono sempre cadute nel vuoto». Infatti, «sono proprio gli imam formati ad al-Azhar che in molte, troppo moschee d’Europa vanificano ogni speranza di integrazione alla società occidentale della nuove generazioni di musulmani. L’università al-Azhar del Cairo è il primo destinatario del mio J’accuse! perché è la prima responsabile del radicalismo che si diffonde in tutto il mondo».  Continue reading