Vi spieghiamo quali sono i simboli dello Spirito Santo

L’acqua è uno dei simboli che indicano l’azione dello Spirito Santo nel Battesimo, perché dopo l’invocazione dello Spirito Santo diventa il segno sacramentale efficace della nuova nascita: l’acqua battesimale significa che la nostra nascita alla vita divina ci è data dallo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è “acqua viva” che sgorga da Cristo crocifisso e che in noi zampilla nella Vita Eterna.

L’unzione con l’olio è un altro simbolo dello Spirito Santo. Nell’iniziazione cristiana è il segno sacramentale della confermazione. Cristo (Messia in ebraico) significa “unto” dello Spirito di Dio. Gesù è l’Unto di Dio in modo unico: l’umanità che il Figlio assume è del tutto “unta dello Spirito Santo”. Gesù è costituito “Cristo” dallo Spirito Santo.    Continue reading

Immagini di Dio incontro con i genitori dei bambini di 2 elementare che hanno iniziato il catechismo

Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato. (Vangelo di S. Giovanni cap. 1, 18)

Sono queste le parole che concludono il prologo del Vangelo di Giovanni.
Penso che ciascuno di noi abbia un suo modo e un suo rapporto con Dio, anche chi si professa ateo, non credente se non altro per affermare queste sue convinzioni.

Se voi doveste descrivere Dio e il suo rapporto con l’uomo a vostro figlio/a in quali termini lo descrivereste?

A questo proposito vi propongo, prima di concretizzare una risposta un testo

“… Molto presto avevo compreso che il Dio del nonno era diverso da quello della nonna. La differenza era troppo evidente. Talvolta, (il nonno), si svegliava prima della nonna e veniva su da noi in soffitta e ascoltava come ella bisbigliava le sue preghiere. Allora storceva sprezzante le sottili labbra paonazze e durante il tè borbottava: “Quante volte ho cercato di inculcare nella tua dura cervice come si deve pregare, ma tu, eretica, continui sempre a borbottare! Come può sopportare ciò il Signore Iddio?”
“Mi comprende lo stesso!”, rispondeva la nonna fiduciosa: “Qualunque cosa gli si dica, Egli ci si raccapezza sempre!”.
Il Dio della nonna era con lei tutto il giorno; essa parlava con Lui perfino con gli animali. Era chiaro, per me che tutti: uomini, cani, api, uccelli, erbe, dovevano ubbidire facilmente e volentieri a questo Dio. Egli stava egualmente vicino a tutti i viventi ed era ugualmente buono verso tutti. Eppure ella non aveva in bocca il nome di Dio tanto spesso quanto il nonno. Io comprendevo il Dio della nonna, non avevo paura di Lui; trovavo vergognoso mentire in sua presenza, e così non ho mai detto una bugia alla nonna. Mi era semplicemente impossibile nascondere qualcosa a questo Dio e non avevo neanche il desiderio di farlo.

Continue reading

Incontro Genitori 3 elementare 18-3 2017 – Quaresima tempo per rientrare in se stessi.

“Secondo l’insegnamento evangelico, noi non siamo proprietari bensì amministratori dei beni che possediamo: essi quindi non vanno considerati come esclusiva proprietà, ma come mezzi attraverso i quali il Signore chiama ciascuno di noi a farsi tramite della sua provvidenza verso il prossimo.” (Benedetto XVI)

Mettendo davanti a noi queste parole credo che fra tutti i beni che il Signore ci affida il bene più prezioso sia quello dei figli per i quali noi siamo chiamati a farci segno e strumento della Provvidenza di Dio.
Cioè segno di come Dio si prende cura di loro. È questo un compito grande di fronte al quale nessun genitore può tirarsi indietro. Non si tratta tanto o solo di mettere in grado i nostri figli di avere un futuro sicuro, solido in modo che possano affrontare la vita in modo adeguato e consapevole, che possano avere una certa tranquillità economica, ma si tratta di consegnare loro un bagaglio di valori tale che non si smarriscano nelle prove che la vita riserverà, che sappiano avere comunque la consapevolezza che comunque la vita ha sempre un senso.
Oggi questo principio, purtroppo viene messo in discussione. Continue reading

Famiglia, piccola Chiesa – incontro quaresimale con i genitori dei bambini di 5 Elementare

1 Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai fedeli che vivono come stranieri, dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadòcia, nell’Asia e nella Bitinia, scelti 2secondo il piano stabilito da Dio Padre, mediante lo Spirito che santifica, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi dal suo sangue: a voi grazia e pace in abbondanza. […] 4Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, 5quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo …
( 1 Lettera di Pietro)

Ho scelto questo testo perché vorrei che in questo incontro, che si colloca all’ interno del nostro cammino quaresimale in quel’ ottica di “rientrare in noi stessi” per riscoprire quella parte intima, profonda in cui Gesù può parlare ai nostri cuori. Per fare questo, per dargli la possibilità di parlare dobbiamo far tacere rumori che ci agitano.
Che agitano il nostro cuore, la nostra vita con ansie, timori, i dubbi, incertezze che accompagnano i nostri giorni. Speriamo che vi siano anche delle gioie e non solo delle trepidazioni.
È come se nel computer spingessimo il tasto reset. La quaresima diventa alloro il tempo in cui siamo chiamati a riassestare, riordinare e ricaricare per ripartire con rinnovata energia.

Vi è un versetto del testo che vi ho letto: “quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale”,
in cui appare la parola casa, come ricordava anche l’Arcivescovo nel ritiro del clero che abbiamo avuto.
Vorrei partire da questo versetto per riflettere sulla casa/ sulla famiglia come piccola Chiesa. Anche perché i vostri ragazzi stanno parlando della Chiesa.

È difficile far passare questo modo di “pensare” la famiglia. Anche perché chissà qualè l’ immagine che appare nella nostra testa quando sentiamo questa espressione. [Sarebbe interessante saperlo, si può chiedere se i genitori si esprimo condividendo assieme].

Forse si pensa: “ma dovrei avere un altarino”, come vi era però in tante famiglie del secolo scorso in contesto culturale molto diverso dall’ attuale. Andando a benedire in qualche famiglia se ne trova ancora. Oppure: “Chissà quanti rosari dovrò recitare!” Qualche volta non farebbe male! “Pregare insieme è difficile, si fa prima a guardare un film o un avvenimento sportivo.” Pregare assieme in famiglia non è cosa scontata se non nasce da una consuetudine, che però deve essere iniziata e da chi se non dai genitori nei confronti dei loro figli?

La “casa” nella Bibbia      Continue reading

Le Tentazioni di Gesù (Mt 4,1-11). … e le nostre? Incontro con i genitori dei bambini di 3 elementare che celebreranno il Sacramento della confessione.

 

1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo
ed essi ti porteranno sulle loro mani
perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:
Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».
8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:
Il Signore, Dio tuo, adorerai:
a lui solo renderai culto».
11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.(Vangelo secondo Matteo)

__________________________________

Questo è il testo del Vangelo della 1 Domenica di Quaresima sul quale vorrei riflettere un po’ insieme a voi. Gesù è nel deserto. Si è ritirato nella preghiera e nel digiuno, il Padre lo ha mandato a compiere la sua missione di Messia, ma quale tipo di Messia essere? Ed ecco allora giungere quell’ antagonista che si è già presentato all’ inizio, ad Adamo. (cf Genesi)

Perché ho scelto questo testo?   Continue reading

La bellezza della Confessione

“Non è giusto pensare che dovremmo vivere così da non aver mai bisogno di perdono. Accettare la nostra fragilità, ma rimanere in cammino, non arrenderci, ma andare avanti e , mediante il sacramento della Riconciliazione, sempre di nuovo convertirci per un nuovo inizio e così crescere, maturare per il Signore, nella nostra comunione con Lui”.

Benedetto XVI

____________________________        Continue reading

Perché non posso confessarmi direttamente con Dio? Se è Dio che perdona, perché devo raccontare i miei peccati a un sacerdote? Che succede se lo faccio?

La risposta a questa domanda deve necessariamente dividersi in due parti. Dio ha voluto davvero così? E se sì, perché?

Circa la volontà divina al riguardo, c’è un testo chiave nel Vangelo di San Giovanni: “’Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi’. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: ‘Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi‘”. La missione – l’invio – di Gesù Cristo dura fino alla fine dei tempi. Si tratta, quindi, di una potestà conferita alla Chiesa perché la eserciti attraverso i suoi ministri. Ovviamente, quello che viene conferito non è un potere arbitrario: si deve perdonare in nome di Dio chi ha il pentimento necessario per i propri peccati, e non perdonare chi non lo ha. Ma per questo i peccati vanno manifestati. È il tribunale della misericordia divina, ed è quindi necessario conoscere la causa che si giudica, in questo caso i peccati del penitente.    Continue reading

Avvento, Natale: Dio viene incontro all’ uomo. – Incontro con i genitori dei ragazzi di 1 media

“Nelle nostre società sempre più secolarizzate, sta quasi diventando un’abitudine sentir parlare di iniziative per bandire il crocifisso e il presepe dai luoghi pubblici, vietare la festa del Natale e i suoi tradizionali canti nelle scuole, impedendovi perfino la benedizione pasquale e ogni forma di preghiera che possa ricordarci il nostro essere creature. E il nostro bisogno di essere salvati da Colui che ci ha creato. Da anni questi fatti riempiono le cronache del nostro e di tanti altri Paesi forgiati dal cristianesimo, i quali oggi, invece di riconoscere la propria identità e guardare con gratitudine ai laici e religiosi che nei secoli hanno contribuito a plasmarla, preferiscono per lo più affermare una cultura anonima, slegata dalle sue radici, dove un laicismo estremo viene spacciato per laicità, assurgendo a nuova religione in compagnia di nichilismo e relativismo.

Forse, “la fede nuoce gravemente alla salute?”, come ci si domanda con ironia nel sottotitolo dell’ultimo libro di padre Maurizio Botta (“Sceglierà lui da grande”, è il titolo altrettanto ironico). Ma dove porta l’estromissione di Dio dalla dimensione pubblica? A nulla di buono, chiaramente. Questo cedimento e la relativa perdita del sacro, la cui gravità è spesso sottovalutata anche da diversi cattolici che scambiano il rispetto delle sensibilità non cristiane con l’annacquamento della fede …”. É uno stralcio di un articolo a firma Ermes Dovico, apparso in un giornale on line (LNBQ).

Io ritengo che nel contesto della festa del natale, che ci apprestiamo a celebrare, sia importante chiederci in quale prospettiva noi ci collochiamo.
Cosa contraddistingue, o dovrebbe contraddistinguere il modo con cui i cristiani vivono questa festa, da coloro che cristiani non sono. Continue reading

Parlare ai bambini del Natale ( e di Dio in genere)

“ E il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”, è questo quello che l’ evangelista Giovanni dice descrivendo il grande evento dell’ Incarnazione, del Natale che noi ci apprestiamo a celebrare.

Allora, nel preparare questo incontro, mi sono posto una domanda: “Come parlare del Natale ai nostri bambini?”. Per non ridurlo a un bello e pio racconto, certo pieno anche di tanti buoni sentimenti, in un contesto come quello di oggi “ in cui la stella di Betlemme è una stella che anche oggi continua a brillare in una notte oscura”.      Continue reading

La comunione dei santi

La Chiesa è più grande e più viva di quello che noi pensiamo. Le appartengono i vivi e i morti, che essi si trovino ancora in un processo di purificazione o che siano già nella gloria di Dio, conosciuti o sconosciuti, grandi santi o persone qualsiasi; possiamo esserci vicini l’ uno con l’ altro anche oltre la morte; possiamo invocare i nostri patroni o i nostri santi preferiti, ma anche i nostri parenti defunti che crediamo già giunti presso Dio; d’ altro canto con la nostra preghiera possiamo essere d’ aiuto ai defunti che si trovano ancora in fase di purificazione. Ciò che il singolo fa o soffre in Cristo o per Cristo giova a tutti; viceversa questo significa anche che ogni peccato macchia tutta la comunità.     Continue reading