Qual è la differenza tra confessione, riconciliazione e penitenza?

Insieme questi tre termini costituiscono il “Sacramento della Penitenza e della Riconciliazione”. L’obiettivo è il “ritorno a Dio”
Confessione, riconciliazione, penitenza… In qualche modo, ciascuno di questi tre termini può essere usato per designare il “Sacramento della Penitenza e della Riconciliazione”, nome ufficiale dato dal Concilio Vaticano II (1962) a questo sacramento.

È un segno, come gli altri – Battesimo, Matrimonio, Ordine, Confermazione, Eucaristia, Unzione dei Malati –, di dono gratuito di Dio. Continue reading

Una preghiera potente per sconfiggere le opere di Satana

Intorno a noi è in corso una battaglia spirituale, e dobbiamo combattere
San Paolo ha scritto nella sua Lettera agli Efesini che “la nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” (Efesini 6, 12). Continue reading

• IL CASO Scandalo Viganò, mancano due lettere

La pubblicazione della lettera integrale di Benedetto XVI e il suo contenuto fortemente polemico, esige che venga pubblicata anche la lettera originale al papa emerito di monsignor Viganò. Che poi dovrebbe spedire anche una lettera di dimissioni. 

Una lettera, quella di Benedetto XVI, siamo riusciti finalmente a leggerla integralmente. Adesso ne mancano ancora due: quella inviata il 12 gennaio da monsignor Dario Viganò a Benedetto XVI, che ha provocato la risposta che abbiamo visto. E la terza, ancora di monsignor Viganò, in cui rassegna le dimissioni irrevocabili. Quest’ultima non c’è ancora ma non può tardare. Sì, perché è impensabile che egli possa rimanere tranquillamente al suo posto dopo la terribile figuraccia internazionale rimediata. Continue reading

INTERVISTA “Mio figlio come Alfie: dissero che doveva morire, invece…”

Lauren Mcmahon, mamma di un bimbo di 5 anni di nome Alfie, come Alfie Evans, racconta alla Nuova BQ: «Mio figlio fu portato al Birmingham Children’s Ospital dove lo intubarono. Dopo una tac ci dissero che era cerebralmente morto, che lo stavamo facendo soffrire e che bisognava sospendere la ventilazione. Ma oggi mio figlio respira, mangia e mi chiama mamma».

 «Anche mio figlio è finito in ospedale, è stato intubato prima di ricevere una diagnosi tremenda», per cui i medici avevano deciso di abbandonare ogni speranza «convincendomi a sospendere i sostegni vitali». Quindi a provocarne la morte prima di cercare di fare il possibile per curarlo, ma sopratutto prima di attenderne la morte naturale. A raccontare la sua storia alla Nuova BQ è Lauren Mcmahon, mamma di un bimbo di 5 anni di nome Alfie, come Alfie Evans. E come lui inglese. Continue reading

• IL DIBATTITO SU AL “Attenuanti in fuori gioco, il matrimonio non è una morale”

Sulle controverse interpretazioni di AL interviene il benedettino Meiattini: «Il matrimonio in quanto Sacramento possiede un carattere pubblico, ecclesiale e liturgico. Ciò che impedisce ai “divorziati risposati” di partecipare pienamente all’Eucaristia, è la dimensione simbolica della loro vita, che contraddice la dimensione simbolica del sacramento. Impostare le questioni morali a prescindere dalla natura e struttura dei sacramenti, significa ledere qualcosa di fondamentale nella stessa forma della rivelazione».

 Don Giulio Meiattini è monaco dell’Abbazia benedettina Madonna della Scala di Noci (Bari) con dottorato in teologia fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana. Insegna al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, nella specializzazione di Teologia Sacramentaria e nella Facoltà Teologica Pugliese nella specializzazione di antropologia teologica. Di recente è intervenuto, proprio su La Nuova BQ, sull’iniziativa di don Gianluca Carrega di organizzare ritiri per promuovere la fedeltà tra “coppie” omosessuali. Lo scorso mese è uscita, per le edizioni Lindau, la sua ultima pubblicazione Amoris Laetitia? I sacramenti ridotti a morale, sulla quale lo abbiamo intervistato.

Nel suo libro, fresco di stampa, Amoris Laetitia? I sacramenti ridotti a morale, lei afferma che la debolezza dell’impianto di Amoris Laetitia (AL) è la sua univoca direzionalità che va dalla morale al sacramento, invece che dal sacramento alla morale (come sarebbe giusto), e si esaurisce nella triade norma – attenuanti – imputabilità. Può spiegare in modo semplice questa affermazione?
Il ragionamento di AL è questo: esiste una norma, ci sono delle attenuanti che riducono la nostra responsabilità nel violare quella norma, perciò il tale peccato non è pienamente imputabile; se qualcosa non è pienamente o per nulla imputabile, e dunque nonostante la materia grave non costituisce peccato mortale, viene aperta la strada verso la possibilità di ricevere i sacramenti.

Perché questo ragionamento non funziona?
Non funziona per tanti motivi. Innazitutto la valutazione morale di una condotta di vita non può attuarsi solo dal punto di vista dell’imputabilità soggettiva. Inoltre, il matrimonio in quanto sacramento possiede un carattere pubblico ed ecclesiale, perciò la violazione notoria del vincolo matrimoniale, che si fa condizione di vita permanente, richiede una prassi penitenziale corrispondente, che non trascuri questa valenza comunitaria. Questo vale per ogni peccato che sia appunto pubblico. Una situazione di peccato, in generale, non può essere perdonata se perdura senza pentimento e impegno di cambiamento; a fortiori, un peccato pubblico non può ottenere l’assoluzione semplicemente in foro interno, mentre la condizione di peccato notorio rimane invariata sotto gli occhi di tutti. Il confessore, in queste situazioni, non può rimettere i peccati dispensando il penitente da segni visibili e riconoscibili di conversione. Continue reading

• FALSI MITI Reddito di cittadinanza? Non è da cristiani

Una forma di qualche contributo statale alle persone in difficoltà economiche si fonda sul rapporto diretto Stato-cittadino, che scavalca l’intera società civile. È figlio di una concezione assolutistica dello Stato, perciò è contrario alla Dottrina sociale della Chiesa.

 L’espressione “reddito di cittadinanza” non c’era nel programma del Movimento 5 Stelle. In esso si parlava del problema all’interno della riforma del collocamento. Tuttavia, come si è appreso, dopo le elezioni molti cittadini si sono recati ai CAF chiedendo i (fantomatici) moduli per la richiesta del reddito di cittadinanza. Non è certo cosa i 5 Stelle intendessero con questa espressione, sono invece certe due cose: che molti elettori l’hanno recepita nel significato di un qualche “sussidio” che lo Stato avrebbe concesso e che i Grillini in campagna elettorale non hanno fatto molto per spiegare che così non era, anzi.

Per capire la questione può essere utile considerare cosa pensi la Dottrina sociale della Chiesa del reddito di cittadinanza. So bene che questo provvedimento può essere articolato in molti modi, ma in attesa di conoscere come sarà articolato (e se sarà articolato) nel caso italiano, vale la pena considerarlo in generale, come intervento economico dello Stato a sostenere direttamente con qualche forma di contributo fasce di cittadini in difficoltà per la crisi economica. Continue reading

4 Domenica di Quaresima ciclo B – Peccato … Misericordia.

Oggi è la domenica che viene chiamata Laetare. Domenica in cui il sacerdote può indossare i paramenti di colore rosa rosaceo. I paramenti di questo colore hanno fatto parte della tradizione della Chiesa per molto tempo. Questo colore vuole esprimere un senso di gioia! Ma perché bisogna essere nella gioia in un tempo serio e austero, di penitenza come quello quaresimale?

Tutti, certamente conosciamo il gioco dei contrari: bello- brutto, bianco- nero, buono -cattivo, luce – tenebre e si continua fino a che non si rimane senza la parola che controbatte.

Proviamo a fare qualcosa di simile con la parola peccato, quale parola opponiamo? La parola che si contrappone a peccato è amore.
Siccome il peccato è una realtà che ci riguarda possiamo completare così: peccato dell’uomo – amore di Dio. Continue reading

Perché il mio sacerdote si veste di rosa in questo periodo?

Il bel significato dietro il colore liturgico più raro

Per una domenica di Avvento e una di Quaresima, i preti cattolici hanno la possibilità di indossare una casula rosa.

Se il sacerdote sceglie quel colore, è probabile che esca dalla sagrestia spiegando, prima di iniziare la messa, perché indossa un paramento rosaceo. A volte il sacerdote potrebbe anche sembrare imbarazzato, soprattutto se i suoi parrocchiani sono un po’ ostici.

Sebbene la scelta del colore e i commenti del prete potrebbero suscitare nella congregazione una serie di risatine, i paramenti rosacei hanno fatto parte della tradizione della Chiesa per molti secoli. È infatti un bel colore, dal profondo significato simbolico.

Questo colore, che viene utilizzato solo due volte in tutto l’anno liturgico, è tradizionalmente associato ad un senso di gioia in mezzo a una stagione di penitenza. In entrambe le domeniche (“Gaudete” in Avvento e “Laetare” in Quaresima), il rosaceo ci ricorda che la stagione di preparazione sta arrivando al termine e si sta rapidamente avvicinando una grande festività. Continue reading