Cosa siamo senza Dio?

Cosa siamo senza Dio? Se non mille granelli di sabbia, smarriti nel deserto e rapiti da un vento di sfiducia, che ogni speranza allontana? Solo Tu, Signore, accogli le nostre infinite solitudini nell’ oasi eterna del tuo amore e consoli ogni cuore illuso dai miraggi della vita.
Cosa siamo senza Dio, se non mille barche alla deriva disperse in un mare di paura, che ci lascia annegare tra i fondali delle incertezze?
Solo Tu, Signore, guidi il viaggio del cuore vagabondo verso porti sicuri. Tu sei l’ unica zattera che ci salva dal naufragio dell’ anima.
Che cosa siamo senza Dio se non mille fiori che appassiscono al primo vento e alla prima pioggia? Chi illuminerà e scalderà i momenti bui e freddi della vita?
Signore Tu sei l’unico vero sole che splende nel giardino inaridito del mondo.

Caterina Famularo 

 

Le mie mani – preghiera

Le mie mani, coperte di cenere,
segnate dal mio peccato
e da fallimenti, davanti a te, Signore,
io le apro, perché ridiventino
capaci di costruire e perché tu ne cancelli la sporcizia.

Le mie mani, avvinghiate
ai miei possessi e alle mie idee già
assodate, davanti a te, o Signore,
io le apro, perché lascino
andare i miei tesori …

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Liber* tutt*- gender nelle scuole toscane.

L’ente pubblico Fondazione Toscana Spettacolo Onlus ha finanziato con 78mila euro il progetto Liber* tutt*. Tale progetto pensato per le scuole della provincia di Massa Carrara si rivolge ai bambini dai cinque anni in su e ha come scopo quello di ”superare, in modi non convenzionali, pregiudizi e convenzioni” attraverso l’utilizzo di “linguaggi ‘artistici’ (la prosa, la danza, l’audiovisivo)”. Ecco perchè l’utilizzo nel titolo del progetto dell’asterisco: non c’è più maschio e femmina, ma il gender cioè un foglio bianco dove ogni bambino crescendo utilizzerà il proprio colore sessuale preferito.

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Cos’è la nostra vita?

” Che cos’è la nostra vita? Il cammino di un viandante: appena ha raggiunto la meta, gli si aprono le porte, abbandona gli abiti da viaggio e il bastone del pellegrino ed entra in casa sua”.

Giovanni di Kronstadt, mistico russo.

“ Ai nostri cari la vita non è tolta, ma trasformata”. Commemorazione dei fedeli defunti – 2015

Come tutti anch’io ho fatto visita ai miei cari defunti in questi giorni e ci siamo ritrovati in diversi parenti con alcuni era tanto, tantissimo tempo che non ci vedevamo.
Non ci siamo mesi a fare tante chiacchiere, come accade spesso, ci siamo salutati, ci siamo abbracciati, chi ha perso il marito da poco mi ha detto …: “ Non è mica vero che il tempo cancella … non passa … si impara a convivere”, ed è così, vi sono ferite e lacerazioni che il tempo non rimargina.
Mi veniva poi da pensare! Guarda ci siamo ritrovati noi davanti ai nostri cari che sentiamo vivi presenti anche se in un modo diverso e senza rendercene conto abbiamo vissuto una grande realtà di comunione, quella comunione fra i credenti che ci ricordava proprio la festa di Tutti i Santi che ieri abbiamo celebrato!
Quindi ,questo giorno diventa per noi il giorno del “fare memoria”, che è molto di più di un semplice ricordo. È questo sentirci uniti

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…Ecco una moltitudine immensa che nessuno poteva contare … Solennità di tutti i Santi – 2015

Nel Simbolo apostolico, quel credo un po’ più breve che recitiamo in determinati periodi dell’ anno anche durante la Messa, che una volta, e ho incontrato persone anziane che lo ricordavano a memoria, ma oggi non si esercita più questa forma di apprendimento e le memorie sono son quelle dei computer o dei telefonini,
( poveri noi!), si professa la Comunione dei santi!

Ma cos’ è questa comunione dei santi?

Parafrasando le parole di papa Benedetto proviamo ad immaginare il mondo come un grande giardino in cui vi sono tanti fiori diversi e bellissimi, con colori stupendi e meravigliosi, ognuno originale , diverso dall’ altro e in questo giardino nessuno è invidioso o dice io son il più bello, io sono il più profumato, io sono il più forte . Alcuni di questi fiori stanno ancora crescendo, siamo noi, in cammino qui adesso nel tempo, in questo mondo così com’è, altri non sono ancora arrivati nella pienezza dei loro colori e del loro profumo, son quei nostri amici che attendono in quello che noi chiamiamo purgatorio, altri sono già invece al top, al meglio del meglio, nella pienezza del loro colore, della loro bellezza, del loro profumo, quelli che sono già assieme a Gesù in Paradiso e sono nella felicità piena.

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HALLOWEEN: “ OLTRE DOLCETTO E SCHERZETTO”

Invito tutti, i genitori in modo particolare, a leggere questa interessante intervista pubblicata su: Interris quotidiano
Online internazionale

HALLOWEEN? LO SCHERZETTO DEL DIAVOLO
Intervista a don Aldo Buonaiuto sui pericoli della “notte delle streghe”

Le strade, i negozi e le case si colorano di arancione, gli ortofruttivendoli sono insolitamente provvisti di zucche, i bimbi si vestono da mostri, zombies e streghe, mentre la Chiesa cattolica si prepara a celebrare tutti i Santi e commemorare i cari defunti, e lancia l’allarme rischi, per Halloween, soprattutto per i giovani. Quella che è dai più considerata una festa alla moda, allegra e divertente, una specie di carnevale a tinte noir, è invece un fenomeno oscuro e inquietante e un’occasione di reclutamento di adepti dell’occulto. Per i satanisti, è la ricorrenza più importante dell’anno, il compleanno del principe del male.
Don Aldo Buonaiuto, sacerdote esorcista, antropologo, demonologo, coordinatore del Servizio AntiSette della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi e del numero verde di aiuto alle vittime dell’occultismo e del satanismo (800228866), ha scritto un libro dedicato al tema: “Halloween. Lo scherzetto del diavolo” (Sempre Comunicazione, 10,00 euro). Viene presentato all’Università Europea di Roma, giovedi 29 ottobre, a partire dalle ore 16. Con l’autore: il nuovo arcivescovo di Bologna, Mons. Matteo Maria Zuppi, il presidente dell’Associazione internazionale esorcisti, padre Francesco Bamonte; il segretario nazionale del Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa (Gris), Giuseppe Ferrari; il coordinatore nazionale del Rinnovamento dello Spirito, Mario Landi; il giornalista Carlo Climati, esperto in tematiche giovanili. Porterà il saluto all’assemblea il rettore dell’ateneo, padre Luca Gallizia. Modera l’incontro, il direttore editoriale di “interris.it”, Angelo Perfetti. Uno schiaffo alla coscienza di chi banalizza un fenomeno con molti rischi.

Don Aldo Buonaiuto, perché un libro su Halloween?
“È un libro per informare, educare e prevenire i pericoli, un sussidio per genitori ed educatori, per catechisti e per sacerdoti, oltre che per i ragazzi, affinché ci sia consapevolezza sui significati dei simboli occultistici e satanici di questo carnevale dell’horror, che non deve essere banalizzato. Coloro che pensano che il fenomeno sia riconducibile soltanto agli aspetti divertenti e modaioli, delle maschere e dei momenti di svago, dovrebbero sapere invece che dietro questa pseudo-carnevalata c’è nascosto il mondo oscuro dell’occulto e del satanismo. Si tratta di una celebrazione magico-esoterica ed è l’occasione per adescare vittime nelle sette”.

Non è, insomma, una specie di “carnevale” a tema. Quali sono i significati nascosti?
“La tradizione del ‘dolcetto o scherzetto’ nasconde qualcosa di ben più serio e inquietante di quanto possa sembrare all’apparenza. Nell’antico culto pagano dei druidi, trick or treat significava ‘maledizione o sacrificio’: l’obbligo di offrire doni ai sacerdoti del dio della morte per evitare vendette dall’aldilà. Attraverso questa cosiddetta moda festaiola si diffonde il piacere per l’orrore come normale, la seduzione del macabro, l’attrazione per la morte invece che per la vita. Viene dissacrato il senso della morte. Come ho scritto nel libro, allora, lo scherzetto del diavolo è un dolcetto mortale per l’anima. In occasione di Halloween, i giovani sono iniziati ad adorare mostri che grondano sangue, figure di morti che vagano sulla terra senza pace, e compiono sacrilegi in forma di gioco, mentre i servitori del principe del male si rendono responsabili di reati terribili, come uccisioni, anche di neonati, violenze fisiche e morali, profanazioni. I cristiani non possono essere complici, neppure indiretti, di questa operazione commerciale dai tratti neo-pagani e anticristiani”.

È anche un’operazione commerciale…
“C’è certamente l’aspetto del business commerciale. Un’operazione perfettamente riuscita, grazie all’impiego della pubblicità e dei mezzi di comunicazione, a servizio degli interessi delle multinazionali, che spingono molto sulla divulgazione di questa moda, per vendere i loro prodotti. Grazie a Internet e alla globalizzazione, è diventato uno degli appuntamenti di massa più seguiti, soprattutto dal pubblico giovanile. In Europa, gli incassi della ‘notte delle streghe’ superano ormai i 400milioni di euro. Ma non è questo l’aspetto prevalente. Per i satanisti, Halloween è il compleanno del principe del male. In questa ricorrenza si praticano riti tenebrosi e si commettono reati. Ma anche se così non fosse, e davvero prevalesse l’interesse economico, sarebbe comunque la vittoria di mammona su Dio. In ogni caso, si tratterebbe di un fenomeno dannoso, sul piano sociale, antropologico e culturale: una proposta di disvalori, legati ad una concezione materialistica e utilitaristica della vita e del piacere. Ed è una dissacrazione della vera festa, cristiana, del culto dei Santi, della devozione per uomini e donne che hanno cercato di imitare l’esempio perfetto di Gesù nell’amore per il prossimo e nel rispetto dei comandamenti divini”.

Quali valori della tradizione cristiana rischia di oscurare?
“Per molti, Halloween vuol dire vetrine addobbate allegramente, con maschere e mostri umani. Ma è qualcosa di più pericoloso, di un evento folcloristico. È un fenomeno anticristiano, che oscura la nostra tradizione liturgica. Esalta una ‘cultura di morte’, il gusto dell’orrido e del macabro. Volti deformati, facce sanguinanti, prendono il posto dei volti splendenti dei santi. Gli zombies, i morti che vagano senza pace, intrappolati tra i due mondi, dei viventi e dei trapassati, si sostituiscono ai cari parenti e amici, persone vere, che ci hanno preceduto nell’aldilà e attendono la Resurrezione. Faccio un appello, dunque, ai catechisti, ai sacerdoti, agli insegnanti di religione: impegniamoci a festeggiare degnamente i nostri Santi! Facciamo conoscere ai ragazzi il volto splendido degli eroi di Dio”.

Come festeggiare degnamente il primo e il 2 novembre, dunque?
“L’alternativa ad Halloween è la gioia della liturgia cristiana, delle cerimonie di preparazione alla festa di Ognissanti, pregando insieme in famiglia, recitando il rosario, partecipando alla Santa Messa, riscoprendo le vite esemplari dei Santi e l’Amore trionfale di Dio, vivendo attivamente la celebrazione eucaristica e andando a fare visita ai cari defunti al cimitero. Quale evento più bello che leggere insieme e meditare la vita dei Santi, contemplando il volto splendente di Gesù, invece delle facce mostruose di scheletri, di zombies, di anime dannate, che non esorcizzano la morte ma la esaltano, sponsorizzando ciò che vi è di più brutto nel mondo: il dolore, la sofferenza, l’inquietudine, la violenza, la morte. Non abbiamo bisogno di maschere brutte e orride, ma di testimoni dell’Amore di Dio e della bellezza della Verità”.

Da Interris quotidiano Online, Internazionale 28/10/2015

Piccola storia sulla Riconciliazione.

Intorno alla stazione principale di una grande città, si dava appuntamento, ogni giorno e ogni notte, una folla di relitti umani: barboni, ladruncoli giovani drogati. Di tutti i tipi e di tutti i colori. Si vedeva bene che erano infelici e disperati. Barbe lunghe, occhi cisposi, mani tremanti, stracci, sporcizia. Più che di soldi avevano tutti bisogno di un po’ di consolazione e di coraggio per vivere, ma questa cose oggi non le sa dare quasi più nessuno. Colpiva, fra tutti, un giovane, sporco e con i capelli lunghi e trascurati, che si aggirava in mezzo agli altri poveri naufraghi della città come se avesse una sua personale zattera di salvezza.
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La famiglia comunità della memoria – incontro con i genitori dei bambini che hanno celebrato la prima Comunione.

I vostri bambini hanno partecipato per la prima volta pienamente all’ Eucaristia ricevendo Gesù realmente presente nel Pane Eucaristico.
Con loro nell’ itinerario che percorreremo quest’anno cercheremo di fare “memoria” di questo incontro/ evento che si rinnova in ogni Messa, in ogni comunione che riceviamo cercando di trasmettere che tutto deve poi trovare concretezza nella vita.
In una frase potremmo dire così: “ Portare la vita nella Messa, ma per portare la Messa nella vita”.

Fare memoria non è poi solamente ricordare in modo asettico, ma diventa un prendere consapevolezza, con una modalità che noi oggi abbiamo perso, di realtà, valori, che porteranno poi a creare un’ identità. In altre parole ad avere coscienza di ciò che siamo. Vorrei sottolineare molto queste piccole parole: “ ciò che siamo”. È, importantissimo sapere chi sei. Oggi ciò è molto insidiato in un contesto di relativismo in cui si mette in discussione la stessa identità della persona umana con tutto ciò che ne consegue: etica, valori,. Anche i sentimenti sono accantonati per lasciare spazio all’ emozionalità.

In un contesto del genere è importante invece recuperare il senso della memoria e il far memoria!

“Nella vita metropolitana dei nostri giorni stentano assai a prodursi quei processi di tradizione da una generazione all’altra, ai quali era un tempo legata l’iniziazione dei figli alla fede, e più in generale ai significati elementari del vivere.”

È quindi importante che la famiglia
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Cosa vuoi che io faccia per te? – XXX Domenica ordinario B

 

Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra,
nebbia fitta avvolge le nazioni;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.(60,2 )

Queste parole del profeta Isaia ben si adattano a descrivere quella che è la nostra situazione.
Che oggi si viva in un momento in cui si stiano perdendo i punti di riferimento, il buon senso, la capacità di discernimento, di orientamento e l’umanità brancoli nel buio, muovendosi a tentoni, non sapendo dove andare, proprio come un cieco, non sapendo a chi rivolgersi, credo sia un dato inconfutabile.
Che questo accada anche nella nostra storia personale, anche se spesso ci illudiamo di essere certi, di avere in pugno la situazione, di avere chiaro la direzione in cui rivolgere il cammino della nostra vita, di fronte a certi accadimenti che vi entrano in modo prepotente e violento più spesso di quello che noi immaginiamo, anche questo è difficile da smentire. Mi venivano in mente le parole delle persone che in questi ultimi giorni sono state colpite dalle alluvioni e hanno perso tutto. Così, anche noi, 

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