Quanto, però a quel giorno e a quell’ ora…( Mc 13,32) – XXXIII Domenica B

È vero, Gesù, Tu non ci hai mai abbandonati, ma quel giorno ti manifesterai a noi nella gloria. Allora ogni tua promessa troverà compiacimento, allora sarà evidente per tutti che non ci siamo sbagliati a fidarci di te, a mettere nelle tue mani questa nostra esistenza.
Fino a quel momento, però, tu chiedi ai tuoi discepoli di rimanere pronti, vigilanti, di non abbassare la guardia. C’è il rischio, infatti, di perdere il senso, l’ orientamento della storia, di lasciarsi andare o addirittura di dubitare della tua parola, del tuo disegno d’ amore.
C’è il pericolo di non cogliere i segnali che ci mandi, le tracce che lo Spirito dissemina sui nostri passi.
Quindi di farci trovare impreparati all’ appuntamento decisivo, con il cuore colmo di mille altre cose, smarrito dietro a messaggi illusori.
Ecco perché Tu ci inviti a vivere questo nostro tempo come un’attesa operosa e a farci tenere desti dalla tua parola d’amore.

R. Laurita in Servizio della Parola

 

E dopo come sarà? La paura della morte.

Un medico era assillato da un paziente che aveva una gran paura di morire. “Come sarà quel momento, dottore? Che mi succederà?”. Il dottore apri la porta della stanza per andarsene e il cagnolino del malato entrò di gran carriera. Abbaiando e scodinzolando di gioia, saltò sul letto e sommerse mani e volto del padrone di leccatine affettuose. Il dottore disse: “Sarà proprio così. Qualcuno aprirà la porta e…”.

Da :Il cucchiaino Bruno Ferrero, Il segreto dei pesci rossi

Fratelli la nostra patria è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose.
( S. Paolo ai Filippesi) 

 

Preghiera ebraica della Presenza divina.

Dovunque io vada: Te!
Quando mi fermo: Te!
Nient’altro che Te, ancora Te, sempre Te!
Te, Te, Te!
Quando va tutto bene: Te!
Quando sopraggiunge la prova: Te!
Nient’altro che Te, ancora Te, sempre Te!
Te, Te, te!
Il cielo: Te!
La terra: Te!
Lassù: Te
Quaggiù: Te!
Dovunque io mi trovi,
in qualsiasi luogo,
nient’altro che Te, ovunque Te, sempre Te!
Te,Te,Te!

 

Anni fa alle paraolimpiadi di Seattle …aiutare gli altri a vincere.

Anni fa alle paraolimpiadi di Seattle, nove atleti, tutti mentalmente o fisicamente disabili erano pronti sulla linea di partenza dei 100 metri. Allo sparo della pistola, iniziarono la gara, non tutti correndo, ma con la voglia di arrivare e vincere. Mentre correvano, un piccolo ragazzino cadde sull’asfalto, fece un paio di capriole e cominciò a piangere. Gli altri otto sentirono il ragazzino piangere. Rallentarono e guardarono indietro. Si fermarono e tornarono indietro … ciascuno di loro.
Una ragazza con la sindrome di Down   Continue reading

…Vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere… – XXXII Domenica anno B

Dal vangelo secondo Marco cap.12
Contro i maestri della Legge
Diceva loro nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
La piccola offerta di una vedova
41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

La parola che il Signore oggi ci rivolge ci pone davanti due vedove. Una delle categorie ultime della società al tempo di Gesù. Spesso la vedova si vedeva costretta, per vivere, a mendicare o, peggio, a prostituirsi. La condizione della vedova, perciò, era la peggiore che si potesse immaginare: sola, senza sussistenza economica, disprezzata perché mendicante o prostituta. Eppure, come gli orfani, le vedove sono una di quelle categorie particolarmente amate da Dio, come ci ricorda anche il salmista: “il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi.” (Slm 146)

Ma anche il profeta Isaia dice: “imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova». (Isaia 1,17).
Queste due vedove, pur così distanti cronologicamente nel tempo hanno qualcosa che li accomuna!
Sia di fronte alla richiesta del profeta, la prima, sia nel dare il proprio obolo al tempio tutte e due danno
“ quello che a loro è necessario per vivere”.
Ambedue vivono una condizione di miseria. Alla prima viene chiesto dal profeta di adoperare quel po’ che gli resta, per sfamarlo. Cosa avremmo fatto se noi saremmo stati al suo posto? Come avremmo agito, secondo la logica del buonsenso. L’ unica garanzia che la donna ha è la parola del Signore, che attraverso il profeta , gli garantisce che non verrà meno né la farina né l’ olio. Ma è una parola che non è immediatamente verificabile, esige davvero una fiducia incondizionata.

Anche a noi il Signore rivolge la sua Parola, ma quale credito gli diamo?

La vedova del vangelo!
Anche la vedova del vangelo si comporta in modo illogico. È difficile per noi capire il motivo della sua totale donazione, perché donare tutto? Aveva due monetine, avrebbe potuto darne solamente una che era una già grande quantità, è il cinquanta per cento di tutto quello che possiede, non è poco, ma ella “dà tutto”, dona tutto a Dio , perché questoè il significato dell’ offerta.
Espressione di una donazione più grande che è quella di affidarsi completamente, totalmente al Signore. Buttare la propria vita nelle sue mani e non in senso metaforico o spirituale, ma totale, nella fiducia che Dio si prenderà cura di lei. È quella cosa così difficile da fare per noi … buttarsi totalmente nella braccia di Dio, confidare che, comunque, Lui si prende cura di noi.
È quella cosa che si chiama Provvidenza, questa spericolatezza che ci permette di andare al di là, oltre la logica umana. La spericolatezza tipica dei santi, di cui abbiamo da poco celebrato la solennità.

Ecco, quindi, affacciarsi nella nostra mente delle domande: dobbiamo perciò essere imprevidenti o incoscienti? Come si fa?       Continue reading

Il Signore non ha un bidone dell’ immondizia per gli scarti…

Io non ho un bidone dell’ immondizia per gli scarti.
Voi uomini chiedete giustizia, ma la mia giustizia non può che essere la misericordia.
Io conosco gli aneliti più profondi delle persone, io leggo ogni intenzione, io vaglio tutte le possibilità. Per questo “ a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più”. (Lc 12,48)
Io accolgo l’ ultima pecorella smarrita, io privilegio gli ultimi e i bisognosi di conversione, perché li amo e voglio la loro vita. Questo puoi fare: imparare la mia misericordia. Non per cadere nel qualunquismo, ma per ricordarti che di là passa anche la tua salvezza. Tanti o pochi, avrai anche tu i tuoi limiti da farti perdonare.
Eppure tu sei prezioso ai miei occhi.

Liberamente tratto da: Abbiate Sale in voi stessi – ed. Effatà

L’ acqua della pace – don Tonino Bello

Chi sono gli operatori di pace? Sono i tecnici delle condutture; gli impiantisti delle reti idrauliche; gli esperti delle rubinetterie. Sono coloro che, servendosi di tecniche diversificate, si studiano di portare l’ acqua della pace nella fitta trama dello spazio e del tempo, in tutte le case degli uomini, nel tessuto sociale della città, nei luoghi dove la gente si aggrega e fioriscono le convivenze. Qui è bene sottolineare una cosa. L’acqua è una: quella della pace. Le tecniche di conduzione, invece, cioè le mediazioni politiche, sono diverse. E

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