FAMILY DAY PER UN’ITALIA FARO DI CIVILTA’ Milena Castigli – gen 31, 2016, in: In Terris

Un cielo terso e un clima invernale insolitamente mite hanno accolto ieri il popolo del Family day, la grande manifestazione indetta dal comitato “Difendiamo i nostri figli” per contestare pacificamente contro il ddl Cirinnà ora all’esame in Senato. Il testo di legge in sostanza crea un nuovo istituto per coppie dello stesso sesso, equiparando le unioni gay al matrimonio introducendole direttamente nel codice civile. Inoltre, il ddl estende alle unioni civili la cosiddetta “stepchild adoption”, ossia l’adozione del bambino che vive in una coppia dello stesso sesso il figlio biologico di uno dei due, favorendo indirettamente la pratica dell’utero in affitto.
Numerosi gli interventi in programma al Circo Massimo divenuto inconsapevole protagonista di una festa allegra ma senza “nemici” da attaccare, colorata da migliaia di palloncini rosa e celeste. Alle 12,00 – due ore e mezzo prima dell’inizio ufficiale dell’evento – il Circo (che ha una capienza di circa 300mila persone) era già colmo di gente: famiglie con bambini ma anche nonni, singoli e gruppi di ragazzi che con striscioni e bandiere hanno voluto esprimere il loro appoggio alla famiglia naturale e la loro contrarietà al ddl rinominato per l’occasione “Ciri-NO”. In fondo, ad accoglierli, è stato allestito il palco su cui è stato issato uno striscione blu con la scritta “Family Day. In difesa della famiglia e dei bambini”.
Alle 12,30 il neurochirurgo romano Massimo Gandolfini, classe ’51 e portavoce del comitato organizzatore, si è recato al Viminale per incontrare il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il neo ministro per gli Affari regionali Enrico Costa con delega alla Famiglia. Contemporaneamente, dal Pd a dettare la linea del premier Matteo Renzi è stato incaricato il vicesegretario Lorenzo Guerini che ha detto: “noi ascoltiamo le piazze e ascolteremo anche le ragioni di quella di oggi, ma sulla legge per le unioni civili non si torna indietro”. Continue reading

CONSIDERAZIONI CIRCA I PROGETTI DI RICONOSCIMENTO LEGALE DELLE UNIONI TRA PERSONE OMOSESSUALI

Nel giorno del Family Day vogliamo ricordare alcuni passaggi del il documento della Congregazione per la dottrina della fede approvato dal Papa S. Giovanni Paolo II, a firma dell’ allora prefetto Cardinal Ratzinger.

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

CONSIDERAZIONI CIRCA I PROGETTI
DI RICONOSCIMENTO LEGALE
DELLE UNIONI
TRA PERSONE OMOSESSUALI
INTRODUZIONE

1. Diverse questioni concernenti l’omosessualità sono state trattate recentemente più volte dal Santo Padre Giovanni Paolo II e dai competenti Dicasteri della Santa Sede.(1) Si tratta infatti di un fenomeno morale e sociale inquietante, anche in quei Paesi in cui non assume un rilievo dal punto di vista dell’ordinamento giuridico. Ma esso diventa più preoccupante nei Paesi che hanno già concesso o intendono concedere un riconoscimento legale alle unioni omosessuali che, in alcuni casi, include anche l’abilitazione all’adozione di figli. Le presenti Considerazioni non contengono nuovi elementi dottrinali, ma intendono richiamare i punti essenziali circa il suddetto problema e fornire alcune argomentazioni di carattere razionale, utili per la redazione di interventi più specifici da parte dei Vescovi secondo le situazioni particolari nelle diverse regioni del mondo: interventi destinati a proteggere ed a promuovere la dignità del matrimonio, fondamento della famiglia, e la solidità della società, della quale questa istituzione è parte costitutiva. Esse hanno anche come fine di illuminare l’attività degli uomini politici cattolici, per i quali si indicano le linee di condotta coerenti con la coscienza cristiana quando essi sono posti di fronte a progetti di legge concernenti questo problema.(2) Poiché si tratta di una materia che riguarda la legge morale naturale, le seguenti argomentazioni sono proposte non soltanto ai credenti, ma a tutti coloro che sono impegnati nella promozione e nella difesa del bene comune della società.

I. NATURA E CARATTERISTICHE IRRINUNCIABILI
DEL MATRIMONIO
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Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, ( 1 Cor 13 )

Un pezzo di umanità

A una cena di raccolta fondi per una scuola che serve i disabili mentali, il padre di uno degli studenti fece un discorso che nessuno di coloro che partecipavano avrebbe mai dimenticato.
Dopo aver lodato la scuola e il personale dedito, fece una domanda: “Quando influenze esterne non interferiscono dall’esterno, la natura di tutti è perfetta. Mio figlio Shay, tuttavia, non può imparare le cose che imparano gli altri. Non può capire le cose come gli altri. Dov’è l’ordine naturale delle cose, in mio figlio?”. Il pubblico fu zittito dalla domanda.
Il padre continuò. “Io ritengo che, quando un bambino come Shay, fisicamente e mentalmente handicappato viene al mondo, si presenta un’opportunità di realizzare la vera natura umana, ed essa si presenta nel modo in cui le altre persone trattano quel bambino”.
Poi raccontò la storia che segue: Shay e suo padre stavano camminando vicino a un parco, dove c’erano alcuni ragazzi che Shay conosceva che giocavano a baseball. Shay chiese: “Credi che mi lascerebbero giocare?”. Il padre di Shay sapeva che la maggior parte dei ragazzi non volevano un ragazzo come lui nella squadra, ma comprendeva anche che se al figlio fosse stato permesso giocare, la cosa gli avrebbe dato un senso di appartenenza di cui aveva molto bisogno, e un po’ di fiducia nell’essere accettato dagli altri, nonostante i suoi handicap.

Il padre di Shay si avvicinò a uno dei ragazzi sul campo e chiese se Shay poteva giocare, non aspettandosi un granché in riposta. Il ragazzo si guardò attorno, in cerca di consiglio e disse: “Siamo sotto di sei e il gioco è all’ottavo inning. Immagino che possa stare con noi e noi cercheremo di farlo battere all’ultimo inning”.
Shay si avvicinò faticosamente alla panchina della squadra, indossò una maglietta della squadra con un ampio sorriso e suo padre si sentì le lacrime negli occhi e una sensazione di tepore al cuore. Il ragazzo vide la gioia di suo padre per essere stato accettato. In fondo all’ottavo inning, la squadra di Shay ottenne un paio di basi, ma era ancora indietro di tre. Al culmine del nono e ultimo inning, Shay si mise il guantone e giocò nel campo giusto. Anche se dalla sua parte non arrivarono dei lanci, era ovviamente in estasi solo per essere nel gioco e in campo, con un sorriso che gli arrivava da un orecchio all’altro, mentre suo padre lo salutava dalle gradinate.
Alla fine del nono inning, la squadra di Shay segnò ancora.

Ora, con due fuori e le basi occupate, avevano l’opportunità di segnare la battuta vincente e Shay era il prossimo, al turno di battuta.
A questo punto, avrebbero lasciato battere Shay e perso l’opportunità di far vincere la squadra? Sorprendentemente, a Shay fu assegnato il turno di battuta. Tutti sapevano che gli era impossibile colpire la palla, perché Shay non sapeva neppure tenere bene la mazza, per non dire cogliere la palla. Comunque, mentre Shay andava alla battuta, il lanciatore, capendo che l’altra squadra stava mettendo da parte la vincita per far sì che Shay avesse questo momento, nella sua vita, si spostò di alcuni passi per lanciare la palla morbidamente, così che Shay potesse almeno riuscire a toccarla con la mazza. Arrivò il primo lancio e Shay girò la mazza a vuoto. Il lanciatore fece ancora un paio di passi avanti e gettò di nuovo lentamente la palla verso Shay.
Mentre la palla era in arrivo, Shay girò goffamente la mazza, la colpì e la spedì lentamente sul terreno, dritta verso il lanciatore.

Il gioco avrebbe dovuto finire, a quel punto, ma il lanciatore raccolse la palla e avrebbe potuto facilmente lanciarla al primo che copriva la base e squalificare il battitore. Shay sarebbe stato fuori e questo avrebbe segnato la fine della partita. Invece, il lanciatore raccolse la palla e la lanciò proprio al di là della testa
del primo in base, fuori dalla portata dei compagni di squadra. Tutti quelli che si trovavano sugli spalti e i giocatori cominciarono a gridare: “Shay, corri in prima base! Corri in prima!” Shay non aveva mai corso in vita sua così lontano, ma riuscì ad arrivare in prima base. Corse lungo la linea, con gli occhi spalancati e pieno di meraviglia. Tutti gli gridarono: “Corri alla seconda, alla seconda, ora!” Trattenendo il fiato, Shay corse ancor più goffamente verso la seconda, ansimando e sforzandosi di raggiungerla. Quando Shay curvò verso la seconda base, la palla era fra le mani del giocatore giusto, un piccoletto, che ora aveva la possibilità per la prima volta di essere lui l’eroe della propria squadra. Avrebbe potuto lanciarla alla seconda base per squalificare il battitore, ma comprese le intenzioni del lanciatore e anche lui gettò intenzionalmente la palla in alto, ben oltre la portata della terza base. Shay corse verso la terza base in delirio, mentre gli altri si spostavano per andare alla casa base. Tutti gridavano: “Shay, Shay, Shay, vai Shay”.

Shay raggiunse la terza base, quello opposto a lui corse per aiutarlo e voltarlo nella direzione giusta, e gridò: “Shay, corri in terza! Corri in terza!”.

Mentre Shay girava per la terza base, i ragazzi di entrambe le squadre e quelli che guardavano erano tutti in piedi e strillavano: “Shay, corri alla base! Corri alla base, sali sul piatto!” Shay corse, salì sul piatto e fu acclamato come l’eroe che aveva segnato un ‘grand slam’ e fatto vincere la sua squadra.
Quel giorno, disse il padre a bassa voce e con le lacrime che ora gli rigavano la faccia, i ragazzi di entrambe le squadre aiutarono a portare in questo mondo un pezzo di vero amore e umanità.

Shay non superò l’estate e morì in inverno, senza mai scordare di essere stato l’eroe e di aver reso suo padre così felice, e di essere tornato a casa fra il tenero abbraccio di sua madre per il piccolo eroe del giorno!

Più grande è la carità

1 Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
2E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.
3E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.
4La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, 5non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. 7Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
8La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. 9Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. 10Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.
12Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. 13Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità! ( 1 Cor 13 )

“ C’è una cosa più grande della tua azione: la Preghiera; c’è una forza più efficace della tua parola: l’ Amore”
( C. Carretto )

Pregiudizi …- IV Domenica ordinario C – meditazione con i bambini

Vi ricordate il vangelo di Domenica scorsa?
È importante, perché se no non riusciamo a capire bene quello di oggi. È come se noi andando al cinema e iniziassimo a vedere il film dalla seconda parte, con ogni probabilità non capiremmo un granché della storia.
Il Vangelo di oggi inizia, infatti esattamente dove terminava quello di Domenica scorsa: Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato, siamo nella sinagoga, nel giorno di sabato, è stato solennemente letto il rotolo del profeta Isaia in cui è scritto quello che Dio ha promesso si realizza, che inizia un tempo nuovo, il tempo dove tutti possono sperimentare e conoscere l’ amore e la misericordia di Dio, il grande tempo della liberazione da ciò che rovina di più l’ uomo che è il peccato. É arrivato il tempo da tutti atteso: quello della venuta del Messia.

Allora subito la meraviglia, poi immediatamente: “ Ma non è costui il Figlio di Giuseppe?”     Continue reading

MTV: Maratona Family Gay –

Genitori attenzione a quello che guardano i vostri figli!

Questa sera il canale per i giovani MTV8 – la ex e famosa MTV – manderà in onda per tutta la serata la Maratona Family Gay, cioè il racconto in chiave gender della “famiglia” arcobaleno, dando voce all’esperienza di alcune coppie omosessuali. Anche il canale Real Time domenica trasmetterà uno speciale dal titolo “Di fatto, famiglie”, in cui anche in questo caso verranno descritte alcune realtà di coppie omogenitoriali. Discovery Channel – di cui fa parte Real Time – ha spiegato di essere un editore «attento alla narrazione delle evoluzioni sociali della realtà», che «propone un racconto libero da filtri, condizionamenti e ideologie per favorire una maggiore conoscenza delle unioni civili», commento che già fa intuire come come penderà il piatto della bilancia domenica sera.

Da: L’Osservatorio sul Gender de LaNuovaBQ – 29/01/2016

Perché non cominciare a boicottare questi canali, visto che il telecomando è a portata di mano? (dqy)

Succede anche a noi di ….

21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: «Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!»». 24Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 25Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
( Vangelo di Luca cap 4 )

Succede anche a noi, Signore, di essere vittime di pregiudizi, invidie o malignità.
Succede anche a noi di avere ottime intenzioni che non vengono capite, perché abituati a vederci in un altro ruolo.
Succede anche a noi di portare una notizia positiva che qualcuno disprezza perché non ne è l’ unico beneficiario.
Succede anche a noi di constatare l’ inadeguatezza di chi ci sta accanto, avendo l’ onestà intellettuale di farlo presente, in spirito di correzione fraterna, non di giudizio inappellabile.
Succede anche a noi di trovarci oppositori che vorrebbero usare ogni mezzo per toglierci di torno. A noi, però, succede anche di reagire con rabbia, sdegno, violenza. Quantomeno decidiamo di troncare ogni ponte con chi ci ha fatto uno sgarbo, fino a quando si umilierà con le sue scuse. Siamo indietro, Signore, rispetto a te, e ti chiediamo perdono, insieme alla forza di cambiare.
La tua reazione è fatta di silenzio, di assenza di giudizio, di risolutezza nel prendere il cammino. La tua scelta è la verità, le reazioni altrui sono secondarie. Passasti in mezzo ai tuoi nemici, né offeso, né irato. Avanti la vita ci attende, altre persone hanno bisogno di noi.

(S. Messina e P. Raimondo in: Suo Padre uscì a supplicarlo, ed. Effatà )

Ovuli e utero in affitto.

«La legalizzazione della fecondazione extracorporea, sia omologa sia eterologa, è un male in sé, per noi, per figli che nascono e per quelli sacrificati per loro. Siamo disposti a tutto pur di avere un figlio, anche a farci manipolatori della sua vita e di quella di altri. E non c’è nulla che ce lo vieti. Questo perché la nostra cultura ha l’idolo della tecnologia come se fosse buona in sé. Da quando abbiamo disgiunto l’atto sessuale dalla procreazione, sottomettendola alla tecnica, entrambi sono diventati freddi, disumani e percepiti come pericolosi. Finché il popolo non sarà cosciente di quello che sta accadendo sarà difficile che nasca una nuova istanza e che quindi la politica si muova. Per questo il nostro network cerca innanzitutto di educare le persone».

Jennifer Lahl La fondatrice e presidente del Center for Bioethics and Culture Network ha realizzato inchieste e filmati sui pericoli nascosti dietro alla “donazione” di ovuli o all’utero in affitto

Tratto da: Tempi

“Principi non negoziabili.” Esistono!

Affermazione cara a Benedetto XVI, ma che ora si teme di usare anche dal mondo cattolico ed ecclesiale.
Eppure esistono. La famiglia così come ci è stata consegnata dal Creatore per noi cattolici è uno di questi.
Per fare un po’ di chiarezza su cosa siano vi invito a leggere alcuni stralci di un interessante editoriale apparso su: La Nuova Bussola Quotidiana a firma di Riccardo Cascioli.(dqy)

Nella concezione della Dottrina sociale della Chiesa, i «princìpi non negoziabili» non sono sinonimo di valori, ma sono le basi, le fondamenta, su cui si può costruire una società veramente umana. È come una casa: è certo che ha bisogno di muri, di porte, finestre, tetto, arredamenti interni e così via (tutti valori) ma se non si fanno le fondamenta e non si fanno nel modo corretto, presto o tardi viene giù tutto.

Il fondamento di una società che persegua davvero il bene comune è la tutela e la promozione della dignità umana. E questo è anche l’interesse principale della Chiesa nell’arena pubblica. Da qui nascono i «princìpi non negoziabili», come li ha definiti papa Benedetto XVI in un discorso rivolto ai parlamentari del Partito Popolare Europeo il 30 marzo 2006: tra questi – disse papa Ratzinger – «oggi emergono particolarmente i seguenti:       

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Stanno attacando l’ umanità dell’ uomo: la famiglia. Incontro con i genitori dei bambini che hanno celebrato la 1 comunione (2/2016)

Ho voluto intitolare così questo incontro che facciamo in un momento cruciale per quello che è il futuro della famiglia, sulla quale si sta sparando a zero, dimenticando che è come sparare sulla croce rossa. Ho ripreso le parole di San Giovanni Paolo II: “ Stanno attaccando l’umanità dell’ uomo, cioè il progetto di umanità così come è scritto chiaramente nel libro della vita: le conseguenze saranno tragiche, perché nessuno può cambiare il progetto di umanità così come lo ha pensato Dio. Chi lo fa si autodistrugge”.
Credo che sia indubbio e che nessuno possa contestare l’importanza della famiglia come cellula costitutiva della società, ma quando se ne snatura l’essenza stessa la cellula si ammala e la società tutta si ammala.

Vorrei riflettere assieme, ancora una volta, sull’ importanza di questa realtà partendo da alcuni testi.
Per capire l’ importanza della famiglia vorrei iniziare con questa testimonianza, che io ho intitolato: Sono figlio di una prostituta, riportata dal card. Angelo Comastri nel suo libro: Una buona notizia per te – ciclo C.

“ Sono figlio di una prostituta
e non conosco mio padre:
Talvolta mi sembra di essere nato senza genitori.
Dentro di me urlo e invoco
ciò che la vita mi ha tolto violentemente
e vorrei, come un pazzo, correre per le strade
almeno per vedere … le mamme.
Vorrei incantarmi
guardando mentre baciano i loro figli
e poi vorrei fermarmi a guardare i figli
per intuire cosa provano
in quei momenti beati
che per me non potranno mai esistere.
Ho bisogno di una carezza,
di una dolce voce che mi chiami “figlio”!
Mamma! Mamma del Signore,
mi vuoi bene almeno tu?
Mamma di Gesù, se dici di sì,
baciami questa sera
quando mi addormenterò
e portami in Cielo con te.
Fallo tranquillamente!
Non danneggerai nessuno
perché io sono solo.
Non lascio nessuno
e nessuno piangerà
perché non esisto”.

Questo giovane, che si chiama Sergio si toglierà la vita in carcere nel 1980, la lettera è stata scritta alcuni anni prima.

Che dire?     

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