Ascensione del Signore 2020, si riprende la celebrazione della messa Domenicale con il popolo: “Sono con voi tutti i giorni …”

Si riprende la celebrazione della S. Messa Domenicale con l’assemblea allora due parole all’inizio: Deo Gratias. Questa espressione presa dalla 1 lettera ai Corinzi di S.Paolo “15, 57 Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! 58 Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.”

Raccogliamo questa esortazione di Paolo e rendiamo grazie al Signore che ci permette di ritrovarci come comunità con Lui e fra noi. Ritrovarci come Chiesa. Sperando che questo periodo di forzata separazione aumenti il desiderio di comunione e di carità, rafforzi
l’unità. A volte le nostre comunità sono la somma di gruppi a numero chiuso. Questa situazione che si è creata ci aiuti ad essere sempre più “un cuore solo e un’anima sola”, come ci ricordano gli Atti degli Apostoli che leggiamo in questo periodo Pasquale “gareggiando nello stimarci a vicenda”.

 

Deo gratias, perché la mancanza dell’Eucaristia ne ha fatto riscoprire la centralità e l’importanza per la nostra vita di fede.
“ senza di me non potete far nulla” dice Gesù nel vangelo di Giovanni, (Gv 15,5). È proprio così, Signore, senza di te perdiamo i punti di riferimento: la speranza, l’ amore gratuito e disinteressato, il saperci donare appieno, la pace di sapere che la vita non finisce con la nostra esperienza fisica, terrena, mortale.

Deo gratias, perché può darsi che abbiamo riscoperto il valore della preghiera personale, familiare nel desiderio di quella comunitaria che è troppo spesso scontata e vissuta più come norma che come incontro e dialogo con Colui che ci dà forza.

Oggi celebriamo la solennità dell’Ascensione al cielo del Signore Gesù. Questo non significa che il Signore ci abbandona del resto lui stesso ha detto: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». (Mt 28, 20). In questo modo Gesù non è più circoscritto ad una dimensione spazio temporale, ma abbraccia ogni uomo di ogni tempo, di ogni storia. Abbraccia ogni situazione di vita, di dolore, di sofferenza, anche quella di tutti coloro che hanno sofferto per la scomparsa dei loro cari in seguito a questa pandemia portando la luce di Chi è il vivente, il risorto che ci dice che l’amore e la vita sono più forti del peccato e della morte, accedendo il nostro cuore di speranza che ci fa alzare lo sguardo oltre il limite del finito, aprendoci all’ eternità.

Con l’Ascensione al cielo inizia un tempo nuovo. Un tempo di responsabilità, di libertà, di fede e di crescita per tutta la comunità cristiana e il tempo di una presenza nuova che è quella dello Spirito.

“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato.”
Tempo della missione sulla strada nuova che il Signore ci ha indicato, che lui ha aperto e percorso per primo, nell’ amore donato senza se e senza ma totalmente e pienamente. Strada percorribile non tanto per quello che noi possiamo fare da soli, ma percorribile in quanto ci lasciamo guidare da Lui, dallo Spirito del risorto nella fede e nella carità. Questa presenza spirituale nel cristiano e nella Chiesa è capace di rinnovare coloro che credono e il mondo attraverso una testimonianza coerente e semplice a servizio di Dio e dei fratelli.

Questa solennità ci ricorda anche quella che è la meta della nostra vita in una speranza che ciascuno di noi è chiamato a condividere:
“Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati”

Vi è di più. Se noi non possiamo immaginare nemmeno quale sia la grandezza e la bellezza della nostra meta finale, anche se ora sperimentiamo prove e tribolazioni, se teniamo lo sguardo fisso alla meta, nella fede possiamo già sperimentare la vicinanza del Signore e la sua presenza che anche oggi si realizza in questa Eucaristia, nella Chiesa quando annuncia la Parola, celebra i Sacramenti e vive la carità nella verità.

Allora rimaniamo saldi e irremovibili prodigandoci in ogni modo per annunciare il Signore vivente e risorto per poi contemplarlo faccia a faccia e godere in eterno della sua presenza, nella gioia.

Deo gratias, qydiacdon

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