A Montecitorio per dire no alle “unioni civili”

Le Sentinelle in Piedi chiamano a raccolta tutti domenica 4 ottobre davanti a Montecitorio per dire “No” al testo sulle unioni civili. Parte del loro comunicato stampa così recita: “L’ideologia gender sta invadendo ogni aspetto della vita sociale del nostro paese nell’assuefazione generale. Attraverso un massiccio bombardamento mediatico che fa perno sul sentimentalismo, ogni giorno veniamo raggiunti da una serie ininterrotta di messaggi fatti per convincerci che l’amore sia solo emozione e che nel nostro paese esista una categoria di persone discriminata e privata dei propri diritti a causa dell’orientamento sessuale […].

Utilizzando le espressioni “gli omosessuali”, “i gay”, “gli eterosessuali”, la cultura del relativismo – diventata ormai dittatura del Pensiero Unico – svilisce le persone definendole in base all’orientamento sessuale e le strumentalizza per fini politici.

È in questo contesto che si inserisce anche il testo sulle cosiddette “unioni civili”, conosciuto come ddl Cirinnà, dal nome della relatrice e prima firmataria del testo, Monica Cirinnà senatrice del Pd. Il testo equipara le unioni tra persone dello stesso sesso al matrimonio, apre all’adozione con l’istituto della stepchild adoption e soprattutto spiana la strada per l’abominevole pratica dell’utero in affitto, per cui un bimbo può essere “prodotto” per essere destinato a crescere da due adulti che non possono procreare e per questo viene strappato ai suoi legami biologici. Il provvedimento sulle “unioni civili”, dunque, di civile non ha nulla, poiché prevede che il bambino sia considerato come un oggetto e inoltre, come la stessa Cirinnà ha affermato, il ddl costituisce “un passo iniziale verso lo scardinamento, che già esiste nella nostra società, della famiglia tradizionale”.

Ma l’ostruzionismo parlamentare insieme ad un’enorme mobilitazione di popolo ha fatto in modo che il testo si impantanasse e slittasse a data da destinarsi. Una vittoria significativa del popolo che il 20 giugno scorso a Roma ha invaso piazza san Giovanni, di tutte le realtà che in questi mesi hanno organizzato sul territorio incontri di formazione e occasione di formazione, delle Sentinelle in Piedi che da due anni vegliano senza sosta per affermare che c’è un bene iscritto nel cuore di ogni uomo e che vede il compimento personale di ciascuno inscindibile dal nostro essere uomini e donne e dal nostro legame con la madre e il padre. Ma la vittoria politica è solo parziale, perché un nuovo testo simile al precedente è in elaborazione e soprattutto perché proseguono i tentativi di chi vorrebbe portare il testo in aula al Senato senza relatore prima del 15 ottobre. Non sappiamo come finirà, ma certamente la partita va giocata come sola garanzia di una vittoria ancor più necessaria: quella di riuscire a preservare la nostra coscienza dalla falsità che ci circonda, quella di non abituarci alla menzogna.

Per questo le Sentinelle in Piedi non smettono di vegliare. Ad un metro di distanza gli uni dagli altri, in una rete che valorizza la presenza di ciascuno, con la propria faccia e la propria storia, all’interno di una rete di amicizia che resiste nella vita di tutti i giorni. Leggendo un libro perché non si accontentano delle informazioni a slogan dei media. Nelle piazze, luogo dell’incontro per eccellenza, spazio pubblico e quindi spazio di tutti, anzi di ciascuno, poiché ognuno di noi ha la responsabilità dello spazio che gli è affidato e decidere di lasciarlo vuoto significa mancare ad una missione. In silenzio per far emergere la voce della coscienza di tutti, anche di chi viene a contestare, spesso vittima arrabbiata e inconsapevole di essere oggetto di strumentalizzazioni.

Non scendere in piazza significa lasciare lo spazio pubblico a chi propaganda una falsa idea di libertà, significa lasciare che l’unica opinione pubblica sia quella che sostiene che ogni tipo di unione può essere famiglia in nome del sentimento, significa permettere che l’unica voce in capitolo ce l’abbia chi illude le persone facendo credere che la felicità sia nella rivendicazione di un diritto costruito sull’orientamento sessuale”.

03/10/2015
Fonte: L’Osservatorio sul Gender de LaNuovaBQ

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