4 Domenica di Pasqua – Io sono il buon Pastore. conosco le mie pecore ed esse conoscono me …- omelia con i ragazzi e i genitori del catechismo

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Cosa vedi nella figura del foglietto della Messa?
Gesù ha sulle spalle una pecora, ma quella pecora rappresenta qualcosa, o meglio qualcuno, poi vi sono delle altre pecore, cosa mai vorrà dirci Gesù con le sue parole e con questa immagine.
Un’ immagine che ritroviamo raffigurata spesso nei primi secoli nelle catacombe è quella del pastore che regge sulle spalle la pecora e la tiene ben salda, assieme vi sono altre pecore e viene raffigurato in un giardino ricco di alberi e di fiori e allietato dal canto degli uccelli. Se andate a Roma e visitate la catacomba di santa Priscilla, potete trovare questa raffigurazione.
1. In Gesù pastore ci viene detto che Gesù è il salvatore che viene a prendere sulle sue spalle ciascuno di noi per guidarci alla felicità, alla gioia. In natura per le pecore sono i pascoli verdi dove potere mangiare in abbondanza per noi la felicità è il Paradiso, essere per sempre con Gesù oltre la nostra vita umana terrena. La pecora che Gesù ha sulle spalle sapete che cosa rappresenta? La nostra anima che viene raccolta, presa dall’ amore di Gesù e salvata, guidata da lui verso la vita piena, la gioia, quella contentezza – felicità- che a volte proviamo nella nostra vita, per un po’, ma che sarà per sempre con il Signore già adesso e poi anche dopo la nostra morte. Se un pastore umano terreno dal gregge prende ciò che è necessario per il suo mantenimento il Vangelo di oggi capovolge tutta la situazione , ci dice che il pastore non prende, ma dà in realtà e dà la cosa alla quale noi teniamo più di tutti, che è la vita. Per le pecore, tutte anche quelle che non sono “ di questo recinto”, che vuol dire per tutti gli uomini perché tutti possano essere condotti e guidati dall’ unico vero buon pastore, bel pastore che è Gesù.
2. Vi sono due parole che emergono nelle letture di oggi e sono conoscere e ascoltare. “Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.” La conoscenza di cui parla Gesù è una conoscenza speciale che nasce dall’ anima. Una conoscenza che non è frutto di studio, ma che si ottiene con la preghiera, che è questo dialogare con Gesù. Non in mezzo allo schiamazzo, il parlottare, le chiacchere della gente, ma l’ ascolto di una voce misteriosa, ma anche potente. Oggi preghiamo per le vocazioni, è la 55 giornata: quella più comune è quella del matrimonio, della famiglia poi vi sono anche quelle di una particolare donazione al Signore, pienamente totalmente, sono le persone consacrate, ordinate. Sono le risposte diverse di colore che hanno risposta alla voce del Signore che chiama seguirli.
3. Allora niente paura a risponder a Gesù costruendo la nostra vita su di lui che è la pietra che sostiene tutta la costruzione, come abbiamo letto: “Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo.” Non ascoltando i tanti mercenari, pastori falsi, non belli, non buoni che propongono delle cose che non sono secondo quello che Gesù vuole, quello che il Vangelo vuole, quello che la Chiesa ci ha insegnato a tramandato in oltre 2000 anni di fede.

Deo gratias, qydiacdon

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