4 Domenica di Avvento anno B : “ Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”.

Fedeltà, orgoglio e umiltà sono le parole che mi hanno accompagnato questa settimana nel riflettere sulle letture di questa Domenica.

Fedeltà, bella parola che indica una realtà difficile da realizzare. Quante infedeltà si consumo oggi nel vivere quotidiano e non solo nei rapporti coniugali … Mantenere la parola data, un impegno assunto, una promessa, correndo il rischio di pagare sulla propria pelle è una dote rara oggi, in cui si dicono tante parole, si fanno tante promesse, ma mantenerle poi …

Passano mille anni, circa, fra ciò che   Dio annuncia a Davide: “ Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? (…) Il Signore ti annuncia che farà a te una casa” . Nel messaggio  che l’ angelo porta a Maria, nel mistero dell’ incarnazione, mistero ineffabile del Natale, il Signore realizza la sua promessa.

Costruire un casa …

Vi è un immagine nella prima lettura che è quella della casa: Davide vuole costruire una casa a Dio. È un po’ presuntuoso il “santo” re Davide: costruire una casa a “Colui che i cieli dei cieli non possono contenere”.

Noi con Dio ci comportiamo più o meno allo stesso modo!  Quando … secondo quello che è il nostro modo di pensare Dio pretendiamo di insegnarli a fare Dio, come fa Pietro con Gesù, quando annuncia la passione immaginiamo una “casa” per Lui, ma fatta a nostra immagine e somiglianza. Solo che dimentichiamo che  Dio è Dio …  ed ecco che, per bocca del profeta, Dio dice a Davide: sarò io che costruirò una casa, un casato, una discendenza a te.

Il bellissimo quadro, dipinto da Luca con le parole, dell’ Annunciazione, che mai ci stancheremo di contemplare e di meditare ci dice che Dio viene ad abitare la nostra storia, la nostra vita, il mio cuore, tutta ciò che io sono, amo, desidero. Il Signore vuole abitare in noi … desidera che ciascuno di noi sia questa casa accogliente che lo accoglie, in cui ama risiedere.

MARIA

Maria è il modello di come noi dobbiamo essere per permettere al Signore di abitare in noi. Attraverso di lei, Dio ci indica come anche noi possiamo diventare accoglienza del Signore, casa di Gesù e non solo in questo Natale.

Cosa essenziale l’ umiltà! Maria è consapevole della sua piccolezza di fronte a quanto le viene proposto!  In quel sentimento di “ turbamento”, difficile da spiegare, che l’ evangelista annota, sono contenute, certamente, stupore, meraviglia per trovarsi di fronte a un evento che la supera, che è infinitamente più grande di lei piccola ragazza ebrea, ma anche di tutto ciò che è umano: “Come avverrà questo poiché non conosco uomo”.

La sua non è una decisione facile, e ne è pienamente consapevole: quale futuro l’ attende quale ragazza madre, infedele perché già promessa? Secondo la legge la lapidazione!

Un certo devozionismo, che non è mica un male, ci ha portato, forse, a staccare Maria dalla sua e nostra umanità. Ella non vi rinuncia, ma nella sua umanità va oltre nell’ abbandono della fede, in quel suo eccomi, sono la serva del Signore.

È come dire: “ Mi stai proponendo qualcosa di grande, non capisco tutto, ma va bene, sono disposta”… e noi?  Quanto siamo disposti a renderci disponibili e a lasciarci modellare dal Signore come Maria? O piuttosto ci comportiamo come  Davide, vogliamo fare, essere “casa” del Signore, ma come pare a noi! Oppure quando pretendiamo di insegnare a Dio a fare Dio, come fa Pietro con Gesù all’annuncio della passione.

Poco o niente affatto disponibili a lasciarci coinvolgere in quel disegno che  il Signore ha su di me, e su di te, ma che deve essere offerto e donato, come fa Maria con Gesù. E il sì della fede diventa obbedienza! L’obbedienza è una delle richieste alle quali noi facciamo più fatica a rispondere. Obbedire è antipatico! Chi sei tu per dirmi cosa debbo fare e perché dovrei proprio farlo?

In  questa piccolezza, disponibilità, obbedienza, umiltà di Maria sta la sua grandezza e la sua bellezza davanti al Signore. Una bellezza che può essere anche nostra. Lei ci mostra come si fa a procedere sulla strada di color che vivono la prima beatitudine: “ Beati i poveri in spirito …”

Noi abbiamo molta strada da percorrere per maturare   gli atteggiamenti di Maria, perché oggi l’ atteggiamento che va per la maggiore è la presunzione di se stessi, essere pieni di noi, del nostro orgoglio che chiude occhi e cuore così nel nostro cuore non vi è più spazio per Gesù, ma non essendoci spazio per lui non c’è più spazio anche per l’uomo, per me, per voi!

Allora non abbiamo paura a lasciare spazio sempre di più a Gesù nel grande Natale della nostra vita perché possa nascere in noi ogni giorno. Lasciamoci illuminare dalla sua luce come ci mostra Maria. Il card. Comastri fa questo bellissimo esempio:

 “Maria è come un fiore aperto al sole, sa che senza luce non può vivere e allora implora umilmente la luce, grata sempre per essere illuminata”.

 Gesù che viene è luce. Anche noi come Maria siamo chiamati a diventare casa accogliente di Gesù, fiori che si aprono e sbocciano alla luce, pieni di gioia e di gratitudine per essere vivi e diffondere attorno a noi il buon profumo della santità!

Soli Deo Gloria qydiacdon

 

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