• LIVERPOOL Alfie è morto, la battaglia per la Vita continua

Alfie è morto. È morto alle 2.30 del mattino (3.30 in Italia). Ci ha pensato il Signore a liberarlo, a modo Suo, da quelle quattro mura di ospedale dove era tenuto prigioniero da medici e giudici che ne avevano decretato la condanna a morte. Dopo l’anima, ora anche il suo corpo potrà finalmente uscire da quel luogo di morte.

La preghiera che in tutto il mondo lo ha accompagnato in questi ultimi giorni, ora si fa più intensa e commossa. Per Alfie, perché il Signore gli conceda quella gioia eterna per la quale è stato voluto e creato. Per i suoi fantastici genitori Tom e Kate, perché il Signore li sostenga e dia loro conforto in questo difficilissimo momento; e perché il valore della estenuante battaglia che hanno combattuto eroicamente per tanti mesi contro il Potere, e il dolore che stanno provando in questo momento, si trasformino in un’opera di amore; per tutti quanti abbiamo sostenuto la battaglia di Alfie, perché la scintilla di vita e di amore che ha acceso in tanti cuori diventi un fuoco che – come diceva santa Teresina di Lisieux – «infiammi del tuo Amore la moltitudine dei poveri peccatori». Per i medici e i giudici che lo hanno voluto morto e per intellettuali, politici, ecclesiastici che li hanno sostenuti: che il Signore apra loro il cuore e la mente perché abbiano tempo di pentirsi.

Alfie è stato ucciso. Su questo non ci devono essere equivoci. È stato ucciso nel momento in cui gli è stato tolto il sostegno vitale della ventilazione. Non c’è neanche bisogno di pensare che nelle ultime ore gli sia stato fatto qualcosa per accelerarne la morte, anche se il sospetto è forte. Poche ore prima della morte era stato detto a Tom e Kate che lo avrebbero lasciato andare a casa, l’ultima beffa. In realtà avevano deciso che non sarebbe dovuto uscire vivo dall’ospedale e così è stato. Lo hanno ucciso, non si provi a barare. E il pensiero in questo momento corre alle migliaia e migliaia di malati inguaribili che vivono solo grazie a sostegni vitali: chi legittima la morte di Alfie firma anche la condanna a morte di costoro.

Per questo la battaglia di Alfie non si ferma qui, anzi: il popolo della vita è chiamato a essere sempre più consapevole della posta in gioco e del combattimento a cui è chiamato. Il Principe del Mondo vincerà ancora delle battaglie terrene, lo ha sempre fatto, ma la battaglia che stiamo combattendo – come dice san Paolo nella Lettera agli Efesini – «non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti». Stiamo dunque «ben fermi – continua san Paolo – cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace».

Cristo ha già vinto, e ha vinto anche attraverso Alfie: basta vedere cosa è già nato da questa vicenda, come abbiamo già avuto modo di sottolineare. E anche noi saremo associati a questa vittoria se impareremo a combattere con le armi suggerite da San Paolo, se da questa apparente sconfitta impareremo a dipendere totalmente dal nostro Signore, a Lui e a sua Madre affidare totalmente il nostro cuore.

Riccardo Cascioli
La NBQ

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