Test a medicina: “Quanti sono gli omosessuali?” E si accende la polemica

Si chiama progress test e serve per valutare lo stato di avanzamento di preparazione degli studenti di Medicina. Il 15 novembre scorso tra le molte domande è stata posta anche la seguente a tutti gli studenti di medicina d’Italia: «Quali delle seguenti percentuali rappresenta la migliore stima del verificarsi dell’omosessualità nell’uomo?».

Il ministro Valeria Fedeli, insieme a molte sigle dell’associazionismo gay, ha gridato allo scandalo: «Il quesito è di una gravità inaudita, sia eliminato e sia sanzionato adeguatamente il responsabile. È francamente incredibile e a dir poco inaccettabile che l’omosessualità sia stata inserita nella categoria delle malattie. Mi auguro che la Conferenza dei corsi di laurea in Medicina provveda a eliminare dall’elenco delle domande del test quella vergognosa domanda, che le risposte date non siano tenute in considerazione ai fini della valutazione del progresso nell’apprendimento di studentesse e studenti».

E aggiunge il ministro senza laurea: «Discriminazioni, totale mancanza di rispetto, simili livelli di ignoranza sono elementi con cui mai vorremmo venire a contatto, tanto meno nelle università italiane, che sono luoghi deputati non solo alla conoscenza, ma all’alta formazione, con tutto quel che questo significa. In termini culturali e di civiltà».

Le risponde Andrea Lenzi, luminare di Endocrinologia e di Andrologia e presidente della Conferenza dei medici della facoltà di Medicina la quale ha redatto il test: «Sono sbalordito per la polemica. La domanda è clinicamente corretta e posta in modo corretto. Non stiamo dicendo quanti malati ci sono, ma sul piano clinico è giusto sapere quanti omosessuali ci sono in Italia, così come quante donne. Sono dati Istat. In Sociologia, in Psicologia, in Statistica esistono queste stime. Uno studente di Medicina deve possedere questi elementi di Statistica e Demografia. Le domande del test sono trecento e quella successiva era ancora di carattere demografico. C’è già stata una polemica simile su una domanda di carattere lesbico, negli anni scorsi. La reazione della ministra Fedeli? È stata informata male». Nulla da aggiungere.

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La ministra Fedeli, ( la parola ministra non esiste in italiano corretto, ma tutto è fluttuabile, come il fatto di essere maschio o femmina), è un incompetente. Oggi si fanno statistiche per qualsiasi cosa, a maggior ragione non vedo che cosa ci sia di scandaloso, come afferma Andrea Lenzi. O si è arresa anche lei alle lobby LGTB e all’ ideologia gender? In questo caso non può fare il ministro in un comparto così delicato come quello dell’ istruzione!

 Speriamo ardentemente che se ne vada presto!
dqy

 

 

 

 

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