Se il chicco di grano muore produce frutto. Gv12, 24 – meditazione con i bambini

V Domenica di Quaresima anno B

Meditazione con i bambini che celebreranno la 1 confessione

Oggi Gesù fa un discorso un po’ complicato. Andrea e a Filippo sono andati a dirgli che ci sono questi greci che lo vogliono vedere. A proposito voi ragazzi avete voglia di vedere Gesù? Attenzione, perché se ne avete voglia oggi Gesù ci dice qual’ è il modo, qual’ è la strada.

Ad Andrea e a Filippo, Gesù  parla prima di un chicco di grano, poi di perdere per trovare … ma se si perde una cosa si trova o non si trova? Se ne può trovare una nuova.

Proviamo ad immaginare che il chicco di grano di cui parla Gesù sia una persona. Se lo immaginiamo così è come dire: C’è uno che , esattamente come fa il chicco di grano, che per diventare pianta che dà una bella spiga, ricca di altri chicchi che poi macinati diventano prima farina, e con la farina si fa il pane, [i dolci, la pizza e] tante altre cose buone deve essere messo sotto terra, deve morire perché: “gli uomini abbiano la vita. Si fa anche quel pane che fra un po’ nella Messa diventa Gesù che dona la vita.

La vita piena, in abbondanza”, dice Gesù , mica 120/150 anni.

Chi è allora questo seme di cui Gesù parla? È se stesso!

Gesù darà la sua vita per noi sulla croce, andrà nel sepolcro, ma dopo tre giorni risorgerà … e dal giorno della Risurrezione di Gesù la mia, la vostra vita  è cambiata …

Ma anche noi dobbiamo essere questo chicco, nel grande terreno del mondo, anche noi dobbiamo morire, ma non solo quando avremo 200 anni,  un po’ di più ogni giorno a quella che è la cosa che ci rovina, che ci rende brutti, sgradevoli come dell’ acqua sporca in una brocca. Voi la berreste? Vi ci lavereste? Certo che no! Questo è il peccato, che diventa egoismo, prepotenza, arroganza, parole che dividono anziché unire, violenza, e tante altre cose brutte che sentiamo ogni giorno attraverso la televisione, anche su internet.

La confessione che farete fra un po’ e ogni volta che la facciamo dice che anche noi siamo disposti a morire come il chicco di grano per portare frutti d’ amore. Di quell’ amore che ci ha fatto vedere e ci ha insegnato Gesù nel mondo.

Allora scegliamo quale tipo di seme vogliamo essere, se il seme che muore e  cresce nella sua amicizia con Gesù e vive oppure se … esattamente come in quel raccontino …

Due semi

(Bruno Ferrero, A volte basta un raggio di sole)

Due semi si trovavano fianco a fianco nel fertile terreno autunnale. Il primo seme disse: “Voglio crescere! Voglio spingere le mie radici in profondità nel terreno sotto di me e fare spuntare i miei germogli sopra la crosta della terra sopra di me… Voglio dispiegare le mie gemme tenere come bandiere per annunciare l’arrivo della primavera… Voglio sentire il calore del sole sul mio volto e la benedizione della rugiada mattutina sui miei petali!”. E crebbe.

L’altro seme disse: “Che razza di destino, il mio! Ho paura. Se spingo le mie radici nel terreno sotto di me, non so cosa incontrerò nel buio. Se mi apro la strada attraverso il terreno duro sopra di me posso danneggiare i miei delicati germogli… E se apro le mie gemme e una lumaca cerca di mangiarsele? E se dischiudessi i miei fiori, un bambino potrebbe strapparmi da terra. No, è meglio che aspetti finché ci sarà sicurezza”.

E aspettò.

Una gallina che raschiava il terreno d’inizio primavera in cerca di cibo trovò il seme che aspettava e subito se lo mangiò.

Quello che sperava di conservare tutto alla fine ha perso tutto e quello che, morendo, sembrava avere perso tutto, ha trovato una cosa bellissima: la vita.

Soli Deo Gloria,  qydiacdon

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