RVC: GALANTINO ALL’APSA, IMPERO IMMOBILIARE VATICANO. ORA FINALMENTE POTRÀ OSPITARE GLI IMMIGRATI…

A volte riappare: Romana Vulneratus Curia (RVC per amici e nemici) ci ha mandato un simpatico, frizzante commento su Nunzio Galantino, che il Pontefice regnante ha improvvisamente proiettato nel forziere più ricco, appetitoso ed esclusivo del Vaticano, e cioè l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA).

Vediamo che cosa ne dice RVC, e poi ci sarà un commento-valutazione di Stilum Curiae su questa singolare operazione.

RVC a Tosatti: Galantino all’Apsa? Il Papa ha deciso forse che Galantino debba occuparsi di organizzare l’utilizzo di gran parte degli immobili inutilizzati APSA per affittarli a ONG, al fine di ospitare migranti e finalmente metterli a reddito? Accipicchia! Se ciò fosse sarebbe un colpo magistrale, un masterpiece come direbbe Galantino che dicono sia fluente nella lingua della Regina Elisabetta, oppure un chef-d’oeuvre, come direbbe sempre Galantino, che dicono fluente anche nella lingua di Macron. Da una parte realizzerebbe il progetto di meticciare la popolazione italiana, dall’altro quello di accrescere le entrate della Santa Sede mettendo a frutto gli immobili dell’Apsa. Magari affittandoli alla Comunità di Sant’Egidio. Avendo dimostrato le sue capacità quale segretario Cei, e avendo anche dimostrato come far crollare l’8per mille, ora dimostrerà che le scelte organizzative, per realizzare le riforme fatte da Papa Bergoglio, sono state, sono e saranno sempre quelle che servono meglio a indebolire la Santa Chiesa. In compenso il Presidente Cei Bassetti ha esultato per questa nomina; si sentiva forse messo in ombra nella competizione con il suo segretario nel progetto mirante a detto indebolimento della Chiesa. Il prossimo segretario Cei potrebbe esser quel tal mons. Dario Viganò esperto di rafforzamento di credibilità della figura del Pontefice( credibility enhancer, in inglese e améliorateur de crédibilité, in francese)?

Ecco cosa pensa Stilum Curiae.

Promoveatur ut amoveatur, la nomina di Galantino a uno dei posti più appetiti in Vaticano, l’organismo più ricco e potente? Forse sì. Galantino ha firmato uno dei periodi più disastrosi della Chiesa italiana, auto-condannatasi all’irrilevanza. Il Papa voleva un uomo suo al forziere vaticano, dopo aver messo – creando un ruolo che prima non esisteva – un vescovo argentino assai chiacchierato, che si è più o meno sentito costretto a lasciare diocesi e Paese.

Parlando dell’Apsa, durante una recente intervista alla Reuters il Papa sottolineava che “un problema che mi preoccupa tanto è che non c’è chiarezza negli immobili. Ci sono tanti immobili pervenuti per donazione o acquisto. Si deve andare avanti con chiarezza. Questo dipende dall’Apsa”. Bergoglio aveva anche annunciato la nomina dei nuovi vertici dell’organismo “alla fine del mese” aggiungendo: “Sto studiando i candidati con un atteggiamento più rinnovato, serve una persona nuova dopo tanti anni. Calcagno conosce bene il funzionamento, ma forse la mentalità deve essere rinnovata”.

Sulla politica come ricorda Francesco Grana la presenza di Galantino alla CEI oggi come oggi potrebbe essere giudicata eccessiva, e un ostacolo alla lenta virata della nave Chiesa verso il centro, dopo le ubriacature immigrazioniste degli anni passati. Non è un mistero che il presidente della Cei, Bassetti avvertiva la presenza di Galantino non esattamente come una benedizione.  Con i rapporti con il governo citiamo Francesco Grana:

<Indimenticabili i suoi attacchi sulle politiche migratorie e i suoi scontri frontali con l’attuale ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “Sull’immigrazione sentiamo affermazioni insulse di piazzisti da quattro soldi che parlano pur di prendere voti”, replicò l’allora numero 2 della Cei alle parole del leader leghista che aveva attaccato il Papa per aver definito “un atto di guerra respingere gli immigrati” e aveva accusato la Chiesa di “guadagnarci con i migranti”. Anche in quel caso Salvini non le mandò a dire: “Il signor Galantino, portavoce dei vescovi, pensa che gli italiani debbano accogliere tutti gli immigrati sempre e comunque e i leghisti che non la pensano come lui sono ‘fanfaroni da osteria’. Ma l’Italia è ancora una Repubblica o dipende dal Vaticano? Chiedo a voi amici cattolici, ma questo Galantino ha rotto le scatole?”>.

Ma di Galantino si ricordano le cene – mai smentite, a quanto ci risulta – con Monica Cirinnà, che hanno portato alla legge sulle Unioni Civili. E soprattutto la sua segreteria segna un momento di forte collateralismo con il Partito Democratico, un collateralismo che non si era più visto dai tempi della peggiore DC, e che ancora vive – mascherato – nei vescovi scelti a guida delle maggiori città italiane, come Milano, Roma e Bologna. Della gestione Galantino si ricorderà il silenzio della Chiesa su alcune leggi – divorzio breve. Unioni civili, DAT – che costituiscono altrettante ferite all’antropologia cristiana. E l’ostilità verso i laici che per questi valori si battono da anni, memori dell’insegnamento di Pastori veri e credibili.

Marco Tosatti – Stilum Curiae

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