Raymond Arroyo di EWTN pone domande difficili su Amoris laetitia

 

La scorsa settimana Raymond Arroyo, direttore di EWTN, il potente network fondato da Madre Angelica, in una delle trasmissioni live più seguite del canale televisivo cattolico americano, ha affrontato il tema dell’esortazione Amoris laetitia. Per l’occasione ha convocato in studio un affermato canonista, P. Gerlard Murray, e Robert Reale, presidente del Faith and Reason Institute e noto opinionista. La discussione in studio, pur rispettosa, non ha esitato ad affrontare gli aspetti più problematici del testo post-sinodale.

Sul paragrafo 3, quello che parla di soluzioni non preconfezionate ma da cercare “in ogni paese o regione” in modo da inculturarle con attenzione alle diverse “tradizioni e alle sfide locali”, Murray ha detto: “E’ un’affermazione pericolosa, soprattutto perché si sta parlando della legge universale della Chiesa sull’amministrazione dei Sacramenti”. Pensare che l’inculturazione fatta in Germania possa essere diversa da quella fatta in Polonia o in Africa “è veramente inquietante, perché i Sacramenti non sono un possesso di alcuna cultura”.    

Raymond Arroyo fa notare che il linguaggio dell’Esortazione Apostolica è piuttosto impreciso e questo può generare problemi. P. Murray riconosce che questo è certamente un problema; occorre perciò precisare che “la ragione per cui la Chiesa non permette che si dia la Comunione a coloro che vivono un secondo matrimonio illegittimo è perché il secondo matrimonio implica atti di adulterio; il problema sta nella natura pubblica della questione”. Chi si trova in questa situazione “vive pubblicamente in un modo che offende l’insegnamento di Nostro Signore. Perciò non c’è un giudizio sulla coscienza delle persone, ma ciò che possiamo dire alle persone è che le tue azioni contraddicono l’insegnamento del Signore e la Chiesa non vuole contribuire ulteriormente a farti del male spiritualmente permettendoti di ricevere la Comunione o scandalizzando i fedeli lasciando che tu riceva la Comunione mentre stai vivendo un secondo matrimonio invalido. Ciò è molto serio e di questo sono molto preoccupato”.

Di seguito altri passaggi importanti della discussione in studio su alcuni passaggi importanti di Amoris laetitia.

Sul paragrafo 298: “Il Papa utilizza l’espressione ‘le persone che vivono in un secondo matrimonio si trovano in questa situazione’. No, esse si mettono in questa situazione e continuano a vivere in questa situazione”. La Chiesa riconosce tutte le situazioni che rendono sconveniente la separazione, “ma occorre interrompere gli atti di adulterio e vivere come fratello e sorella. Questo è presente nella prima parte del documento, ma qui non è riportato. E non si può dire: ‘Non posso smettere di commettere adulterio perché andrei a commettere un altro peccato. No. Smetti di commettere adulterio e poi cerca di porre rimedio alle altre situazioni”. Secondo Murray il linguaggio finisce per deresponsabilizzare le persone nelle loro scelte, mentre il linguaggio della Chiesa è sempre stato questo: “tu stai agendo liberamente, tu sei responsabile delle tue decisioni morali e le scelte hanno un impatto pubblico e sono regolate dal Diritto Canonico perché è implicato anche il bene degli altri”.

Sul paragrafo 308: Anche in questo caso “il linguaggio è molto problematico. Per me il matrimonio cristiano non è un ideale; è una norma, una realtà, un sacramento, un modo di vivere…” che Dio ha voluto fin dalle origini e che rende possibile per tutti. Su altri temi, quali la povertà e l’immigrazione, il Papa usa un linguaggio molto forte “per scuotere le coscienze” e fare in modo che ciascuno assuma la responsabilità delle proprie azioni. Per le persone divorziate risposate, il meglio che la Chiesa può dire è: “smettete di peccare, ponete fine ad un modo di vivere che dispiace al Signore e per questo siate disposti ad ogni sacrificio”. L’affermazione del Papa che non bisogna più presumere che coloro che vivono in situazioni irregolari vivano in peccato “è problematica”. La Chiesa presume che quando si conosce il Vangelo e lo si accetta “allorché lo si contraddice liberamente, questo è uno stato di peccato”. Anche in questo contesto di liberalizzazione e rivoluzione sessuale “le parole del Signore hanno un significato e quando Egli dice che quando desideri una donna nel tuo cuore, commetti adulterio contro di lei” non possiamo cercare scuse o diminuzioni di responsabilità

Sui paragrafi 304-305: Secondo Murray, è vero che molto spesso occorre andar piano con le persone per cercare di persuaderle, “ma alla fine le persone devono ascoltare l’insegnamento non perché sono state convinte dalla mia spiegazione, ma perché credono in ciò che Cristo ha detto”. Le indicazioni di Cristo nel Vangelo sull’adulterio “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei” non sono riduttive “e chi non è d’accordo con questo, chi lo rifiuto è in un a situazione problematica e dev’essere scosso”.

Sulle note a piè di pagina che aprono ai sacramenti: il riferimento all’apertura ai sacramenti ritorna due volte nelle note. “Il fatto è che il Papa desidera che le persone, in casi particolari… abbiano l’opportunità di ricevere la Comunione e ciò è in diretta contraddizione con ciò che Giovanni Paolo affermava in Familiaris Consortio ed altri documenti, come il Catechismo della Chiesa Cattolica”. Questo è il vero problema: “Qui abbiamo qualcosa che non è in accordo con quanto la Chiesa ha insegnato fino ad ora”. Questa apertura, secondo p. Murray, sarebbe una “falsa misericordia”, perché non si possono illudere le persone di poter ricevere l’Eucaristia mentre commettono adulterio: “occorre smettere di commettere adulterio, entrare in sintonia con l’insegnamento del Signore e quindi ricevere la Comunione”.

Sebbene questa Esortazione Apostolica non cambi la dottrina, “perché la dottrina non può essere cambiata, resta però il problema “degli effetti sociali del cambiamento di questa prassi”. “E’ tutto molto allarmante. Non si può cambiare l’insegnamento della Chiesa ma si può causare una prassi problematica”. (L.S.)

Pubblicato il 21/04/2016 in sinodo2015: La nuova Bussola quotidiana

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