Racconto di Natale: Il canto del presepio

Il commendator Perini era un uomo molto indaffarato. La sua impresa di componenti elettronici andava a gonfie vele. Era un azienda all’ avanguardia per tecnica e capacità produttive. Il commendatore sorvegliava tutto con grande attenzione. Operai e impiegati temevano le sue improvvise incursioni: chi sgarrava o non manteneva il ritmo di produzione stabilito veniva licenziato senza pietà.

“ Siamo tutti nella stessa barca!”, gridava il commendatore ai suoi collaboratori. “Stiamo a galla insieme o affondiamo tutti. Quindi remare, remare, remare!” Il commendator Perini, con piglio da vecchio bucaniere, comandava la barca della sua impresa con le buone e soprattutto con le cattive. Ogni anno all’ avvicinarsi del Natale, il commendatore, per dimostrare che un cuore, in fin dei conti, l’ aveva anche lui, ordinava un panettone per ogni dipendente.

Di solito lasciava questo compito alla sua segretaria.

Successe, però, che proprio quando mancava soltanto più di una settimana, la segretaria non si presentò in ufficio. Era a letto con il morbillo che le aveva trasmesso il bambino più piccolo. Sbuffando come un tricheco asmatico, il commendator Perini uscì per occuparsi dei panettoni natalizi in prima persona. La pasticceria da cui comprava i panettoni era in centro in città, ma quando il commendatore arrivò, a piedi, masticando ogni sorta di improperi nei confronti dell’ amministrazione cittadina che non prevedeva parcheggi nella zona, le saracinesche erano ancora abbassate.

Il commendatore si mise a camminare nervosamente per la strada, avanti e indietro. Alla terza volta che  gli passava davanti, notò un cartello davanti al portone di una chiesa.

Una scritta fatta a mano con un pennarello rosso proclamava: “ Visitate il  grande presepio di Santa Teresina”. Il commendatore decise di vedere quella meraviglia ed entrò nella chiesa. Il presepio occupava una cappella laterale. Era un presepio ingenuo, con le montagne di carta stazzonata, le statuine scheggiate qua e là e di diversa proporzione, il ruscello con le oche di plastica che non andava da nessuna parte, due  pecore con le zampe all’ aria. Ma qualcosa scombussolò il commendatore e lo commosse tanto da farlo rimanere in silenzio, immobile, sospeso.

Era la musica. Una musica dolce e struggente, luminosa, piena di gioia e di calore affettuoso. Il commendatore ascoltava estasiato: non aveva mai sentito musica più bella. Quando, dopo un bel po’ di tempo, si riscosse e uscì aveva le lacrime agli occhi. Anche questo non gli era mai successo.

La pasticceria era ormai aperta e piena di clienti. Il commendatore ordinò i panettoni e poi tornò in Chiesa. Questa volta andò difilato in sacrestia. Il parroco stava preparandosi per la Messa. Il commendatore lo affrontò con il cipiglio solito: “ Reverendo, mi serve assolutamente un’ informazione”.

“Prego”.

“ Mi dica il titolo della musica che avete messo in sottofondo al presepio. Voglio comprarmi il disco”.

Il parroco lo guardò dubbioso.

“ Ma non c’è nessuna musica al presepio”.

“ Ma che dice? Venga un po’ a sentire!”, sbottò il commendatore.

“Guardi”. Il parroco sollevò il drappo che faceva da sfondo al presepio. “Non c’è nessun giradischi o registratore, niente di niente!”.

“ Ma … ma …”, balbettò il commendatore, paonazzo in volto per la sorpresa e l’ imbarazzo. Se ne andò confuso e furibondo. Si sentiva preso in giro. Camminava furiosamente per raggiungere l’ auto. Oltrepassò, senza degnarla di uno sguardo, una donnetta avvolta in uno scialle scuro che tendeva la mano ai passanti, ma poi si fermò di colpo. La musica! La stessa musica che aveva sentito al presepio ora era là, per la strada. La musica lo richiamò indietro e lui la seguì. Quando fu davanti alla donna che chiedeva l’ elemosina la musica si fece più forte.

Si sentì “ costretto” a metter mano al portafogli. Prese due banconote e le porse alla donna, che lo ricambiò con due occhi increduli. Il commendator Perini non aveva mai fatto l’ elemosina. “ Sono tutti imbroglioni”, sosteneva. Subito dopo quel gesto si sentì invadere da una pace e una tranquillità mai provate, mentre la musica del presepio cullava dolcemente la sua anima. Ebbe improvvisamente un forte desiderio di ridere e ballare. Si trattenne e corse in ufficio.

Sulla scrivania lo attendeva una lettera di licenziamento. Aspettava solo la sua firma. Uno dei tecnici più giovani aveva passato il limite delle assenze. Il commendator Perini era sempre stato molto fermo su questo punto. Licenziava , di solito, senza alcuna esitazione e senza alcun rimorso. Fece chiamare il tecnico per comunicargli la sua decisione irrevocabile.

Era un giovane pallido e smagrito. “ Ho avuto una brutta malattia”, mormorò esitante. “ Per questo non …” Il commendatore alzò la mano bruscamente per interrompere le scuse. Stava per pronunciare il fatidico: “ Troppo tardi”, quando all’ improvviso la melodia del presepio riempì l’ ufficio.

“ Sente qualcosa?”, chiese. “ No”, rispose il giovane stupito.

“ Bene, bene”, disse il commendatore con un certo imbarazzo. “Volevo, solo, augurarle buon Natale. E, si rimetta in salute, mi raccomando”.

“ Grazie!”, disse  il giovane con evidente sollievo. Uscì con le spalle raddrizzate e un po’ di colore in viso. Il commendatore stracciò la lettera di licenziamento e buttò i frammenti dalla finestra, come fossero coriandoli.

“Là, là! Che mi sta succedendo?”, si chiese preoccupato.

 

Nella notte, a casa, si svegliò di soprassalto. La musica del presepio risuonava nella stanza più forte e più dolce che mai. Sua moglie dormiva placidamente. La musica si fece più insistente. Il commendatore fu costretto a seguirla. La melodia lo prese per mano e lo portò nella camera di suo figlio. Il ragazzo si era addormentato con un libro di matematica in mano. Il giorno dopo avrebbe dovuto essere interrogato. Il commendatore sentì il rimorso che gli saliva dentro. Da quanto tempo non abbracciava suo figlio? Da quanto tempo non gli diceva “bravo”? Accarezzò la testa un po’ arruffata e disse piano: “Sei un bravo ragazzo e io sono orgoglioso di te. Ti voglio bene. Da domani avrai un papà vero …”. La musica del presepio risuonò più gioiosa che mai nella sua anima e la riempì di infinita pace.

“È proprio arrivato il Natale, quest’anno” disse il commendatore.

( da Storie di Natale – B. Ferrero)

 

Qual’ è la musica che suona nel tuo cuore questo Natale? Io ti propongo questa:

 Se per te il Natale è solo un giorno di felicità fatta di cose non dire … “oggi è Natale”

 Se non fai silenzio dentro di te per accogliere Cristo che viene non dire … “ è Natale per me”

 Se continui a dividere buoni e cattivi, ricchi e poveri non dire … “ è nato per tutti noi”

 Se ascoltando l’ annuncio di Betlemme non pensi che la guerra e la fame uccidono ancora non dire … “Pace a ogni uomo”

 Ma se hai capito che la pace di Cristo viene se tu porti giustizia nel tuo piccolo mondo …

 Ma se hai capito che la vita la devi giocare ogni giorno per gli altri …

 Ma se hai capito che i primi del tuo cuore devono essere i” poveri”

 Allora puoi davvero gridare: “Vi annuncio una gioia grande come il mondo: oggi a Betlemme è nato il Salvatore”. ( da Ragazzi in preghiera- LDC)

 BUON NATALE (dqy)

 

 

 

 

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