LA MAMMA è SEMPRE LA MAMMA … GRAZIE MAMMA …

 

Di fronte all’ arroganza e al tentativo nemmeno troppo velato di imporre la visione gender, omosessuale sulla sessualità, non tenendo conto della bellezza e della diversità dell’ incontro fra il maschile e il femminile, l’ unica che naturalmente permette la generazione di una nuova persona …,  di fronte all’ imposizione dell’ introduzione dei termini genitore uno, genitore due, che non potranno mai sostituire papà e mamma, padre e madre. Mentre proprio in questi giorni sentiamo parlare di un bonus bebè da una parte, mentre dall’ altra “ esiste un diritto umano fondamentale: quello di abortire”, e in altri casi si affittano uteri per la maternità,  propongo come spunto di riflessione uno stralcio tratto dal libro di Mario Adinolfi: Voglio la mamma- da sinistra contro i falsi miti di progresso, edito da youcanprint,    pp.6-8

…” Questo libro lo scrive una persona che vede dissolversi l’ ultima ancora di senso che la nostra società, così brava a frantumare ogni orizzonte di ragionevolezza, non sembrava in grado di mettere in discussione: la nostra origine. Siamo tutti figli di un padre (incerto) e di una madre certa. E la mamma, nutrimento anche retorico di un familismo non sempre progressista, non si poteva toccare. Ora no, ora guai a dire mamma. Ora i burocrati del politicamente corretto hanno cominciato a spiegare che la mamma non esiste più, esiste un genitore uno e il genitore due. Che esiste un diritto umano fondamentale, ce lo spiega perfino

l’Europa, della donna: quello di abortire. Non il diritto, che invece credevo universale, di un bambino di nascere. Un amico albino, docente universitario di straordinaria cultura e intelligenza, mi faceva notare che in Italia gli albini non nascono più: con l’ amniocentesi vengono valutati come a rischio deformazione e novantanove su cento vengono abortiti. Analoga sorte tocca ai concepiti  con sindrome di Down o altre anomalie. In Olanda e tra poco anche in Belgio i bambini malformati che soffrono “ livelli insopportabili di dolore” possono essere legalmente soppressi per decisioni assunte in ossequio alla nuova ideologia liberatoria di questo tempo: l’ eutanasia infantile. Un avamposto di progresso, secondo molti.

Io vedo molte mamme sobbarcarsi sacrifici immensi per proteggere bambini che soffrono molto, per proteggere il loro diritto alla vita, alla lezione immensa che  quel dolore lascia in chiunque si avvicini, quando basta poi un accenno di sorriso di quei bambini per rischiarare la giornata più di cento raggi di sole.

Leggo dei trans che  sono secondo alcuni “donne all’ ennesima potenza”, della morte che diventa “dolce” se a darla è lo Stato in una squallida clinica di una periferia svizzera, dell’ ideologia dell’ utero in affitto che esalta il momento in cui il bimbo neonato viene strappato dal seno materno, con inevitabili lacrime di naturalissima disperazione, della fecondazione di un ovulo estraneo con sperma mescolato di due presunti padri che cercano una madre a pagamento magari in India, della selezione  eugenetica dell’ embrione perfetto certificato da diagnosi preimpianto e per gli altri c’è il bidone della spazzatura.

Leggo tutto questo e mi chiedo: son davvero un bacchettone baciapile di destra se ripeto, come quando ero bambino anch’ io tanti decenni fa. “ Voglio la mamma?”

 

 

 

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