“ Ecco io faccio nuove tutte le cose” – Meditazione con i ragazzi su Apocalisse 21,1-5a e Cv 13 31 ss. – V domenica di Pasqua C

 

È una frase della seconda lettura di oggi, tratta dal libro dell’ Apocalisse e proviamo a pensare al nostro mondo, alla nostra situazione e a un rinnovamento completo, totale. Un mondo dove non vi sia più guerra, più violenza, più invidia ed egoismo, più cattiveria, insomma tutte quelle cose che nascono dal peccato che è la più brutta e grave malattia che può colpire il cuore dell’ uomo, ma qual’ è il piano di Dio per fare questo rinnovamento? Qual è la ricetta, quale la medicina?
Come rendere possibile questo rinnovamento?
Il padre, (Dio) ha mandato suo figlio Gesù che lo ha già iniziato con la sua Passione/Morte/Risurrezione . La Risurrezione di Gesù ha già reso il mondo nuovo, diverso, ma l’ uomo non se ne è accorto e non ne vuole sapere. O meglio non tutti se ne sono accorti.
Nel Vangelo di oggi Gesù ci indica una strada da percorrere se noi vogliamo un mondo diverso, nuovo, appunto. Questa strada è quella indicata nelle parole di Gesù: “ Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi, così anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”.

Voglio raccontarvi un fatto …        Vi erano due amici …il più vecchio si chiamava Frank e aveva vent’anni. Il più giovane era Ted e ne aveva diciotto. Erano sempre insieme, amicissimi fin dalle elementari. Insieme decisero di arruolarsi nell’esercito. Partendo promisero a se stessi e ai genitori che avrebbero avuto cura l’uno dell’altro. Furono fortunati e finirono nello stesso battaglione.

Quel battaglione fu mandato in guerra. Una guerra terribile tra le sabbie infuocate del deserto. Per qualche tempo Frank e Ted rimasero negli accampamenti protetti dall’aviazione. Poi una sera venne l’ordine di avanzare in territorio nemico. I soldati avanzarono per tutta la notte, sotto la minaccia di un fuoco infernale.
Al mattino il battaglione si radunò in un villaggio. Ma Ted non c’era. Frank lo cercò dappertutto, tra i feriti, fra i morti. Trovò il suo nome nell’elenco dei dispersi.
Si presentò al comandante.
“Chiedo il permesso di andare a riprendere il mio amico”, disse.
“E’ troppo pericoloso”, rispose il comandante. “Ho già perso il tuo amico. Perderei anche te. Là fuori stanno sparando”.
Frank partì ugualmente. Dopo alcune ore trovò Ted ferito mortalmente. Se lo caricò sulle spalle. Ma una scheggia lo colpì. Si trascinò ugualmente finò al campo.
“Valeva la pena morire per salvare un morto?”, gli gridò il comandante.
“Sì”, sussurrò, “perché , Ted mi ha detto: “Frank, sapevo che saresti venuto”. Ted respirava ancora, fu portato nell’ ospedale da campo, e dopo un delicato intervento si salvò. Tornato a casa andò a trovare i genitori di Frank. Si abbracciarono, piansero e tra le lacrime Ted ripeté quelle parole: “Sapevo che sarebbe venuto”

( Riadattato da:I due amici ; Bruno Ferrero, Il canto del grillo)


Adesso provate a pensare di essere Ted, mentre Gesù è Frank. Anche Gesù è nostro amico e ci chiama ad essere suoi amici. Ma la vita non è così semplice, tanti problemi, tante difficoltà, a volte sembra proprio di essere in guerra, compiti, prof, scuola, interrogazioni, litigi con gli amici, genitori con i quali a volte non ci si capisce, poi ci si mette anche il nemico, il diavolo e noi siamo lì mezzi morti, soli con il nostro peccato, che l’ origine di tutti i mali e di tutte le malvagità. Ma Gesù/Frank cosa fa, non pensa a se stesso, non se ne sta al sicuro dietro alle linee del fronte, ma ci raggiunge e ci porta in salvo, al sicuro, per farci curare dall’ amore e dalla misericordia del Padre e sua, e noi ci possiamo salvare. Rischia, muore per noi, ed è quello che Gesù ha fatto sulla croce. Così anche noi siamo stati salvati.


Questo è il comandamento nuovo che ci ha lasciato Gesù, questo è il modo di amare come ha amato Lui, ed è un comandamento che è sempre nuovo perché rinnova la vita, quella nostra e quella degli altri.
Mi hanno inviato questa settimana una testimonianza da una città della Siria dove c’è la guerra, Aleppo, e sentite cosa dice, Alexander che è un dottore, specialista in chirurgia, diventato vedovo poco dopo l’inizio della guerra. E un anno fa ha perso anche il figlio, Issa, ucciso da un mortaio.
“Gesù è la mia unica speranza”, dice. Lo ha imparato, nella sofferenza immensa di aver perso l’unico figlio e una moglie portati via dai signori della guerra. Ma lentamente, la chiesa parrocchiale, quel luogo che prima vedeva solo di domenica, è diventato casa sua. “I frati mi sono stati vicini come nessun altro. Quando non avevo nulla mi hanno dato da mangiare, mi hanno accolto. In loro ho sperimentato la presenza e l’amore del Signore. E non voglio più abbandonarlo”.

Ecco cosa fa l’amore quando è quell’ amore che Gesù ci ha insegnato.

Un’ultima cosa, oggi siamo a Messa, preghiamo, ascoltiamo quello che Gesù dice per portarlo poi nella nostra vita, ma … Solo l’ amore ci fa veramente comprendere e vivere ogni incontro con Gesù nei Sacramenti, nella preghiera nell’ ascolto della Parola ,e come il viandante assetato, che calma la sua sete bevendo alla sorgente, così la nostra sete di amore viene saziata da quella sorgente inesauribile che è l’ Eucaristia … e possiamo riprendere il nostro cammino portando il suo amore nella nostra vita e ai fratelli…

Deo gratias, qydiacdon

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