XXXII Domenica ordinario B – 2018: Donare … donare tutto

“Non sei lontano da Regno di Dio”, diceva, la scorsa Domenica, Gesù allo scriba che lo aveva interrogato su quale fosse il primo e più grande dei comandamenti a cui Gesù aveva risposto: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”.

Anche oggi la Parola che abbiamo ascoltato ci porta a riflettere e quella parolina: Tutto fra le righe emerge con forza.

Elia incontra questa vedova in un momento difficile della sua vita perché è in fuga dalla regina Gezabele che vuole la sua morte. A questa vedova chiede da mangiare, ma ella non ha che un pugno di farina e un po’ d’ olio. È tutto quello che ha, eppure non esita a metterlo a disposizione dell’uomo di Dio.

Il testo del Vangelo.
Facendo uno sforzo di fantasia proviamo ad immaginarlo. Gesù è nel tempio, proprio di fronte al luogo dove si raccoglievano le offerte per il culto. Diversi recipienti (13), per la raccolta delle offerte, un incaricato gridava poi la somma che veniva offerta. Gesù osserva! La gente getta la sua offerta nelle casse del Tempio. Vi sono i ricchi che danno offerte abbondanti.
Gesù non ha, però, parole per loro. Per i ricchi è facile donare.
Ecco però che fra tutti il suo sguardo si posa su una vedova. Appartiene alla categoria dei poveri, degli indigenti. Viene e getta quello che ha anche lei: “Due monetine”. Ben poca cosa eppure solo per lei Gesù ha parole di elogio.

“In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”.

La vedova, come quella della prima lettura, mettono a disposizione dei disegni del Signore tutto quello che hanno: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”.
Nei gesti di queste due vedove noi vediamo la concretizzazione di questo comandamento. Sono coinvolti mente, cuore, forza e non ultima la fede. Ambedue si appoggiano a Dio al di là di ogni mezzo umano.

I gesti esteriori hanno valore e sono veri quando esprimono una disponibilità del cuore e della vita. Di un cuore che dà tutto. Dare tutto non è facile, ad esempio “il giovane che aveva molti beni” non riuscirà a seguire Gesù e allora ci si potrebbe anche chiedere, legittimamente, perché quel tutto, che ottiene l’elogio di Gesù, deve diventare anche il nostro “tutto”?
Perché noi siamo debitori a Dio di tutto, a cominciare dalla nostra vita, quella fisica, biologica, ma anche quella di Grazia, quella di Figli di Dio. Sì è proprio così tutto ci è stato donato.

Come Gesù osserva coloro che danno il loro obolo per il tempio, così osserva anche noi e la nostra vita. La vedova, che ha due monete avrebbe potuto offrirne una sola e tenere l’altra, invece sceglie di non tenersi nulla offrendo tutto a Dio, tutto quello che è necessario e non il superfluo. Chiediamoci, quindi, qual è l’orientamento della nostra vita e del nostro cuore. Se la mia persona, i miei gesti, le mie azioni e anche quanto possediamo sono orientati a Dio oppure, riprendendo le parole del Vangelo, a “passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti.”, parlando proprio degli scribi. In altre parole è la ricerca dell’ affermazione di sé, per la quale si è disposti a tutto anche: “Divorare le case delle vedove”.

Questo atteggiamento riceve parole severe da parte del Signore: “Essi riceveranno una condanna più severa” .

Commentando questo testo evangelico il Card. Biffi scriveva: “con questo piccolo e semplice gesto di offerta questa donna manifesta la sua decisa e operosa volontà amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza; che è il primo e più alto dei comandamenti. Domandiamo anche noi la grazia di saper amare così”.

Alla fine è sempre una questione di amore e di un cuore che ama, perché solo un cuore che ama sa donare con umiltà, fiducia e gratuità semplicemente tutto. Gesù ha fatto così perché ci ama!

Deo Gratias, qydiacdon.

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