XXXI domenica ordinario A-2017: coerenza e credibilità/ omelia con i ragazzi del catechismo

 

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». (Mt 23,1-12)

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Che ne dite di una persona che quando è fra la gente, in pubblico sembra tutta buona, carina, gentile, poi quando siete soli tu e lui vi tratta in un certo modo, è prepotente, magari vi offende anche …Se poi questa persona fosse un vostro amico, o peggio ancora un vostro genitore?
Come lo chiamereste?
Sapete come si chiamano queste persone: ipocriti, che vuol dire poi commedianti, attori che interpretano una parte, ma che è solo finzione. Persone che: “ Dicono e non fanno…”, come dice Gesù nel Vangelo. Gente che nella loro vita non è trasparente e che ha un cuore falso.

Conoscete la favola di Giacomo di cristallo?

Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente. Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l’aria e l’acqua. Era di carne e d’ossa e pareva di vetro, e se cadeva non andava in pezzi, ma al più si faceva sulla fronte un bernoccolo trasparente. 

Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca. 
Una volta, per sbaglio, il bambino disse una bugia, e subito la gente poté vedere come una palla di fuoco dietro la sua fronte: ridisse la verità e la palla di fuoco si dissolse. Per tutto il resto della sua vita non disse più bugie.(…) 
Il bambino crebbe, diventò un giovanotto, poi un uomo, e ognuno poteva leggere nei suoi pensieri e indovinare le sue risposte, quando gli facevano una domanda, prima che aprisse bocca. 
Egli si chiamava Giacomo, ma la gente lo chiamava “Giacomo di cristallo”, e gli voleva bene per la sua lealtà, e vicino a lui tutti diventavano gentili. 
Purtroppo, in quel paese, salì al governo un feroce dittatore, e cominciò un periodo di prepotenze, di ingiustizie e di miseria per il popolo. Chi osava protestare spariva senza lasciar traccia. Chi si ribellava era fucilato. I poveri erano perseguitati, umiliati e offesi in cento modi. 
La gente taceva e subiva, per timore delle conseguenze. 
Ma Giacomo non poteva tacere. Anche se non apriva bocca, i suoi pensieri parlavano per lui: egli era trasparente e tutti leggevano dietro la sua fronte pensieri di sdegno e di condanna per le ingiustizie e le violenze del tiranno. Di nascosto, poi, la gente si ripeteva i pensieri di Giacomo e prendeva speranza
Il tiranno fece arrestare Giacomo di cristallo e ordinò di gettarlo nella più buia prigione. 
Ma allora successe una cosa straordinaria. I muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, e infine anche le mura esterne. La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri. 
Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce e il tiranno nel suo palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire. 
Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano. ( da Favole al telefono- Gianni Rodari)

 Perché vi ho raccontato questa storia?

 Perché Gesù si arrabbia moltissimo con gli scribi e i farisei che nella loro vita non sono trasparenti.

Questo purtroppo può succedere anche a noi che non sempre siamo trasparenti nel far vedere nella nostra vita la bellezza, la gioia e la novità del Vangelo. Anche noi possiamo essere delle persone che dicono e non fanno!!

Papà, mamma ti prometto che …! Gesù da domani sarò veramente buono, un tuo amico vero …! Diciamo tante cose e non le facciamo.

Non dirò più bugie …non dirò più parolacce, farò sempre quello che devo fare, non avrò paura di mostrarmi agli altri come tuo amico vero andando a Messa, a catechismo, ma essendo anche leale nel gioco …

Insomma facendo della mia vita una vita trasparente, non essendo una che recita una parte, come in una commedia. Essendo vero e dando facendo trasparire la Verità, che è una sola: Che tu sei l’unico maestro dal quale possiamo imparare ad amare con umiltà e semplicità. Se ti seguiremo avremo davvero una vita ben riuscita. Imparando a non vantarmi, o sentirmi superiore agli altri, ma disponibile e pronto a servire!

Chiediamo al Signore, in questa messa:Umiltà e servizio:

vorrei che questo si respirasse
dalle mie parole e dai miei gesti.
Vorrei divenire capace di seminarle lì dove vivo,
nel silenzio e nella discrezione,
nel coraggio e nella fatica.
Spesso qualcosa di me, Signore, dice il contrario.
Spesso le mie parole dividono, bloccano,
rendono difficile la fraternità.
Maestro, insegnami a vivere di umiltà,
a servire con umiltà, a credere nell’altro
e a stimarlo nell’umiltà.
Tu sii la guida. Tu sii la via. Amen.

Deo gratis qydiacdon  

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