XXVII Domenica ciclo A: l’ amore per la vigna…

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti»

La vigna nella Bibbia è riferita al popolo di Israele curata con amore da Dio che non produce i frutti attesi. Dio ha fatto di tutto perché la sua vigna producesse dei frutti. Coltivare una vigna non è facile perché ha bisogno di molte cure. Una potatura opportuna e a tempo favorevole, non bisogna scordare anche il fattore del tempo, che deve essere benevolo. Questo tema della vigna è stato ripreso nei profeti, ma anche nel Nuovo testamento, ne parlano Matteo e Giovanni.

Se nell’ Antico testamento la vigna era il popolo di Israele ora la vigna del Signore si allarga al mondo, e la Chiesa dovrebbe essere il luogo dove i vignaiuoli buoni si preoccupano perché essa dia frutti abbondanti, da condividere per la gioia del cuore dell’uomo.

Anche oggi, però, l’uomo non si comporta come un vignaiolo che deve avere cura della vigna, ma come il padrone della vigna, dimenticando che uno solo è il Signore. Anche oggi si continuano ad uccidere e perseguitare quei cristiani profeti che ci ricordano di non essere Dio e che a Lui solo bisogna servire.

Per la sua vigna, che siamo poi anche noi il Signore ha fatto grandi opere, la più grande è quella di avere mandato il suo figlio Gesù, che, però, “preso, viene cacciato fuori della vigna e ucciso.” Gesù viene preso e crocifisso fuori da Gerusalemme, la città santa di Davide.

La domanda che dobbiamo rivolgerci, quindi, è: “che tipo di vignaioli siamo nella vigna del Signore?” Siamo come quelli della parabola che arrivano ad uccidere “l’erede”, cioè Gesù; e lo facciamo ogni volta che non ascoltiamo la sua voce, che non seguiamo la via che egli ha tracciato che è quella dell’amore gratuito, della carità.

Riflettiamo se vogliamo essere invece dei vignaioli che accudiscono con amore la vigna che il Signore ci ha affidato essendo disponibili, generosi, , ma soprattutto vivendo in comunione con il Signore attraverso Gesù con la preghiera, la frequenza, i sacramenti e le opere di carità in una partecipazione attiva alla vita della Chiesa.

La chiesa che pur essendo costituita da uomini imperfetti, quali noi siamo, è quella siepe che il Signore ha posto a difesa e riparo nella grande vigna del mondo di cui noi facciamo parte, in cui ci sono ancora dei servi che ci vengono inviati che ci parlano di te Signore, con umiltà e con sincerità e ci invitano ad accudire quanto Tu ci hai affidato. Essi ci ricordano, anche, che noi non siamo i proprietari della vigna, ma che dobbiamo custodirla e proteggerla perché possa produrre frutti abbondanti per accogliere Gesù, il Figlio che viene sempre! Quella pietra che anche oggi anziché essere “la pietra d’angolo” su cui dovrebbe essere costruita tutta la nostra vita è scartata e l’uomo costruisce sulla sabbia.
Così l’ edificio della nostra esistenza crollerà quando infurieranno le tempeste. Lo stiamo assistendo oggi in questo periodo in cui di fronte alla pandemia anche la scienza medica al momento non trova risposte e vengono limitate le libertà.

Costruiamo su Cristo, così potremo essere vigna che dà buoni frutti e vignaioli fedeli nel curare la grande vigna del mondo.

Deo gratias,qydiacdon.

 

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