XVII Domenica ordinario C – Se aveste fede…..

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore
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Il Signore Gesù oggi ci richiama con due provocazioni, una sulla fede e l’altra sulla gratuità. Un commentatore richiama una poesia scritta da Trilussa sulla fede. “Il poeta confida di essersi smarrito in una bosco, in una foresta, (simbolo di quella foresta che è la vita!). Cammina, cammina ma non approda a niente. ( come spesso accade a noi). È disperato! Finalmente vede con stupore una vecchietta che gli si avvicina. Il cuore del poeta si rianima, ma quando la vecchietta è vicina, si accorge che è cieca … La vecchietta, però sorride e dice all’ uomo smarrito: “Se ci hai la forza, vienimi appresso e io ti indicherò la strada!”. “Sarà –dissi- ma trovo strano che mi possa guidare una che non ci vede”.
La vecchietta, allora, prende la mano dell’ uomo smarrito e gli dice: “Cammina”. “Era la fede”.

Fede è fiducia e se ci pensiamo bene quanti gesti di fede facciamo nella nostra vita. Ho fede nelle parole di chi mi è accanto come sposo o sposa e dice che mi ama, presto fiducia alle parole di tante persone che mi propongono soluzioni sulle difficoltà che incontro nella vita.
Possiamo dire che fede non è credere in qualcosa, anche nei grandi ideali di giustizia, di libertà, di uguaglianza, di bene, è molto di più. È credere in qualcuno, affidare la nostra vita a qualcuno.

Per il cristiano è affidarla al Signore Gesù, fidarsi di lui, del Vangelo, guardare al crocifisso che ci rammenta tutta la sofferenza degli uomini e del mondo, ma che al tempo stesso ci annuncia quella risurrezione che Gesù ha annunciato e che è avvenuta e credere.
Questo non è un atto che contraddice la ragione, ma che ci dice, e la ragione sa, pensate a quando scompare una persona che abbiamo amato, che c’è una realtà che va oltre l’evidenza.

Fede è fidarsi anche quando le cose non vanno secondo i nostri desideri, quando ci accadono cose grosse che con i ragionamenti umani non riusciamo a spiegare. La prima lettura tratta dal profeta Abacuc, che se la prende con Dio: come fare a credere in Lui anche quando le cose vanno storte, ma Dio risponde al profeta: “tu abbi fede”.

Può essere che anche noi siamo nella stessa situazione del profeta. Vediamo com’è la situazione del mondo, io non so le vostre storie personale, ma forse anche qualcuno di voi vive difficoltà e sofferenze, e chi crede spesso passa come credulone, se non dire deriso, ma noi vogliamo riaffermare il nostro sì, Signore noi ci fidiamo di te anche nei meandri bui della storia umane e della nostra storia personale.

La nostra fede può darsi che sia come il granello di senapa della parabola, ma è sufficiente, dice Gesù, per spostare le montagne dell’ odio, della violenza, della sopraffazione, della depressione, della sfiducia.

Vivere la fede cambia la parabola della nostra vita, della nostra storia, perché Dio vuole realizzare della nostra storia una storia di salvezza, ma sempre con la nostra cooperazione.

Allora abbiamo la forza e il coraggio di abbandonarci a Dio, seriamente?

Gesù ci dice poi che siamo servi inutili nella seconda parte del Vangelo, per dirci che il mondo è già stato salvato da Lui. Noi dobbiamo vivere la nostra vita come uomini di fede avendo un cuore compassionevole, accogliente e rappacificato, non volendo insegnare a Dio a fare il suo mestiere e abbandonandoci a Lui. Anche se certo dobbiamo testimoniare tutto questo vivendo la nostra fede.

Qydiacdon

XXVII Domenica del tempo ordinario, anno C

 

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