VI Domenica ordinario anno A – A nessuno ha comandato di essere empio .. di peccare

Dal libro del Siràcide
Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno;
se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.
Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
là dove vuoi tendi la tua mano.
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male:
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
Grande infatti è la sapienza del Signore;
forte e potente, egli vede ogni cosa.
I suoi occhi sono su coloro che lo temono,
egli conosce ogni opera degli uomini.
A nessuno ha comandato di essere empio
e a nessuno ha dato il permesso di peccare.

Parola di Dio

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

Parola del Signore.
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Il testo del Siracide può essere l’inizio di una grande riflessione sulla libertà dell’uomo, una libertà che anche Dio rispetta. “Fuoco e acqua vita e morte … bene e male … là dove vuoi tendi la mano”.
L’ uomo è l’artefice della propria vita e del proprio destino sia in positivo che in negativo. A nessuno, però è dato il permesso di compiere il male.
Purtroppo tante volte l’ uomo nell’ assurda pretesa di essere Dio a se stesso dimentica questa verità e compie il male e anche il male più grande che è quello di andare contro Dio, la sua legge, i suoi comandamenti che non sono per svilire l’ uomo, ma per sublimarlo, per portarlo ad altezze per lui inimmaginabili.
Molti cristiani confessandosi, o facendo l’ esame di coscienza al termine di una giornata, questi sono meno, si fermano al 5 comandamento e arrivano a pensare “Tanto non ho ucciso nessuno” , ma l’ odio, l’ invidia, l’arroganza, la prepotenza, le umiliazioni che infliggiamo agli altri? L’ apostolo ed evangelista Giovanni dice chiaramente: “Chiunque odia il proprio fratello è assassino” e lo è nel proprio cuore.
Gesù dice chi si adira contro il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.
L’odio e l’ira, anche se non palesemente manifestati, sono già un peccato.
Un peccato contro l’amore che nei confronti del prossimo si manifesta anche attraverso i nostri sentimenti, i nostri pensieri, nel nostro cuore. Scrive un commentatore: “Chi non sta attento ai propri sentimenti e desideri, può diventare (…) simile a una mela, bella e rossa fuori, ma con una verme dentro. Purtroppo ci sono anche persone vestite bene, pulite, ben nutrite che dentro nel loro cuore assomigliano a quella mela”.

Il Signore attraverso le regole che dice nel Vangelo, regole esigenti: come si fa a non arrabbiarsi mai, a chi non è scappato uno stupido, fare la pace poi con le persone che prima ci hanno offeso, essere limpidi nei desideri verso tutti ed onesti in modo tale da non dover giurare per essere creduti ed essere fedeli a chi condivide con noi la vita.

È un po’ come quando un allenatore esige dai suoi atleti un serio impegno e non solo per essere in una buona forma fisica, ma anche morale, per essere vincenti. La gioia che ci sarà per la vittoria farà dimenticare anche la fatica di essere rimasti fedeli alle regole.Così sarà anche per noi, coltiviamo, quindi, pensieri, sentimenti e desideri buoni e belli ricordandoci sempre che la persona veramente bella è quella che lo è anche dentro.

Per questo preghiamo il Signore!

 

Quydiacdon, Deo gratias

 

 

Tempo Ordinario - Anno A

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