Teofilo, amico di Dio, meditazione con i ragazzi. – III Domenica ordinario C

Cari ragazzi penso che tutti voi abbiate visto i film di Harry Potter. Oppure che ne so l’ Hobbit … o visto altri film del genere fantasy, magari anche letto storie simili e noi sappiamo che sono storie inventate da scrittori brillanti, ma che non corrispondono alla realtà.

Allora, il vangelo di oggi inizia con una rassicurazione, da parte del suo autore: Luca. È vero vi sono descritti miracoli, prodigi, malati che guariscono, lebbrosi risanati, morti che tornano in vita, incontriamo angeli e il diavolo , vi è l’ annuncio straordinario che Gesù è risorto, che è vivo dopo la sua crocifissione ed è in cielo, che è Dio …Cose straordinarie, fatti portentosi , ai quali noi  crediamo.

E chi vuole rassicurare Luca? Questo tipo che ha un nome un po’ strano: Teofilo. È come gli dicesse. Stai tranquillo perché ho fatto delle ricerche, mi sono documentato, ho ascoltato i testimoni è tutto serio, tutto attendibile, tutto vero, non è una storia “fantastica”. Teofilo, questo nome, significa amico di Dio. Io penso che nessuno di noi che si trova qui non voglia essere amico di Dio, se è così, questo nome, che indica a chi è indirizzato il libro, indica noi, e tutte quelle persone che accettano l’ amicizia che il Signore ci offre. Forse questa amicizia non è così scontata, e può darsi che a volte non ce ne rendiamo neppure conto. Dovremmo riflettere poi su che tipo di amico/a voglio essere, perché voi sapete che si può essere amici a parole, ma poi non esserlo nei fatti non è sempre così scontato. Mi è successo di incontrare persone che si dichiaravano amici, ma che delusione, quali tradimenti, forse è successo un po’ a tutti noi. È successo anche a Gesù, pensiamo a Giuda, pensiamo quando nel momento della passione è rimasto solo.

Eppure Gesù continua ad offrirci la sua amicizia. Anche nel vangelo sono descritte numerose occasioni, numerosi incontri. Proviamo a pensare alla chiamata che rivolge a quelli che sono i primi discepoli, pensiamo alla chiamata che rivolge a Matteo, pubblicano, a Zaccheo, capo dei pubblicani di Gerico, ricco, forse non proprio del tutto onesto a quanto sembra, se andate a leggere il Vangelo di Luca (cap. 19).
Ma questo deve riempirci di gioia, perché significa che nonostante quelle che sono le nostre condizioni, che possono essere anche quelle più sfavorevoli, più disgraziate, se noi accettiamo la proposta di amicizia di Gesù, possiamo essere completamente trasformati, rinnovati e ed essere suoi amici . Del resto Gesù stesso lo dice nel Vangelo: “Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.” ( Gv 15).
Già perché l’ amico è quello a cui si confidano le cose più intime, è quello che è disposto a dare la vita per te, è quello che Gesù ha fatto per noi.
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.” (Gv 15).
Il servo è uno che obbedisce e basta, non ha voce in capitolo, ma Gesù ci chiama a condividere qualcosa da fare assieme a Lui, che è fare della nostra vita una vita riuscita, bella, buona, capace di resistere anche a tutti gli imprevisti, anche le cosa brutte che possono accadere e che ci sono.

Del resto abbiamo sentito cosa dice nella sinagoga di Nazareth?

Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore.

È come se Gesù, che torna dopo essere stato tentato nel deserto, presentasse il suo biglietto da visita. È come se ci fosse scritto: Gesù, amico offresi, assieme alla mia amicizia io ti vengo a portare la buona notizia, non una fra le tante, ma quella vera.

Cosa dice Gesù?
Gesù dice che è venuto per liberarci, ma da che cosa? Dal nostro essere persone che sono cieche perché non sanno riconoscere qual è il vero bene, che preferiamo le tante luci artificiali, anziché quella vera. Come se ci lasciassimo illuminare dalle luci delle discoteche invece che da quella del sole. Perché non sappiamo riconoscere più le cose vere da quelle false, come se confondessimo l’ottone con l’ oro, il vetro con il diamante.
Sono venuto a rendervi liberi, veramente liberi da tute quelle debolezze che nascono dai nostri egoismi, che nascono dal peccato e dalla nostra incapacità di sapere amare sul serio, come ama Gesù e che alla fine ci lascia con la bocca amara, il cuore deluso, nella tristezza e nel pessimismo, che sono tutto il contrario di quello che noi vorremmo, cioè la felicità e la gioia.

Come si fa ad essere amici di Gesù?

“Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando.” Cosa ci domanda Gesù? Una cosa bella, che sembra facile, ma che proprio non è mica così facile: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” e per fare questo noi dobbiamo amare Gesù, amare Dio, non vi è altra strada.

Oggi

Ultima cosa: questo non è accaduto solamente più di duemila anni fa, ma:
«Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Già, perché Gesù continua a ripetere il suo annuncio attraverso la Chiesa e nella Chiesa, nella Messa a cui partecipiamo nei Sacramenti. Gesù è sempre all’opera, e sempre ci dice: “ Vuoi essermi amico/a”.
Non perdiamo, quindi, questa bellissima occasione, accettiamo questa grande proposta perché oggi il Signore vuole fare in noi e con noi cose grandi!

Soli Deo gloria qydiacdon

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