Sulla tua parola getterò le reti … – V Domenica anno C, riflessione con i bambini su Lc 5,1-11

Proviamo a fare uno sforzo di immaginazione! Immaginiamo di essere anche noi fra la folla presso il lago di Gennesareth e Gesù è salito sulla barca e ci sta parlando.
Del resto in un certo senso è proprio così! Noi siamo venuti qui, e Gesù ci parla da quella che è la grande barca della Chiesa, lo fa sempre ogni Domenica e cosa ci dice?
“ Ti sto cercando, perché ho un grande progetto su di te, vuoi seguirmi?”
È quello che ci racconta la prima lettura in cui Dio chiama Isaia è quello che succede a Pietro nel vangelo e ai suoi compagni.

Abbiamo sentito come nella prima lettura il Signore dice: Chi manderò e chi andrà per noi? Nel vangelo a Pietro: d’ ora in poi sarai pescatore di uomini.        

Ma è così facile rispondere? “Eccomi, manda me” , dice il profeta. “ Sulla tua parola, getterò le reti”, dice Pietro pescatore esperto che non ha preso niente durante tutta la notte. Avrebbe potuto dire anche a Gesù: “ Ma cosa dici! Cosa ne sai tu di pesca se a Nazareth non c’è il mare”. È così facile rispondere di sì a Gesù, al Signore? Rispondere di sì a Gesù è bello, è bellissimo, ma Gesù non ci ha mica detto che seguirlo sia facile, anzi!
“ Hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi”. Ci dice, anche, che non ci mancherà certo la ricompensa: “già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.”

Cosa occorre, allora per rispondere di sì a Gesù?
La risposta ci è viene data da Isaia, abbiamo sentito: “ Eccomi manda me” e da Pietro: “ Sulla tua parola getterò le reti” , anche se tutta notte non ho preso niente e il giorno non è sicuramente il tempo più adatto per la pesca:
occorre quella cosa che si chiama: Fede, fidarsi di Gesù.
Mi è capitato di vedere e mi rimane impressa questa immagine di un papà che prende in braccio il bimbo e lo solleva in alto, per poi riprenderlo fra le sue braccia e il bimbo non ha paura, anzi ride perché in quel momento è felice. La fede è non avere paura di Gesù, abbandonarsi a Lui, che ci dice “Prendi il largo”, che sarebbe come dire non avere paura di fare della tua vita una capolavoro, una grande impresa seguendomi.
E’ come che Gesù dicesse: «Vai e anche tu fai ciò che ho fatto io. Vai e tendi la mano a chi è povero. Vai e sorridi a chi è solo. Vai e apri il tuo cuore a chi è triste. Vai e abbraccia chi è caduto e sanguina».

Facile? Stiamo attenti che non succeda come a quel funanbolo:

Il funambolo
Bruno Ferrero, Solo il vento lo sa, ElleDiCi

C’era una volta un celebre funambolo. Tutti riconoscevano la sua stupefacente abilità: nessuno ricordava di averlo mai visto vacillare o cadere.
Un giorno, il circo dove il funambolo lavorava si trovò in serie difficoltà finanziarie. Il direttore propose al funambolo di alzare il filo e di aumentare la distanza del percorso per attirare più gente.
I lavoratori del circo avevano posto tutta la loro fiducia nel loro funambolo ed erano sicuri di ottenere un successo strepitoso. Rivolgendosi ai suoi compagni di lavoro, il funambolo chiese loro: “Siete sicuri che ci riuscirò?”. Tutti risposero: “Abbiamo fiducia in te e siamo assolutamente certi che ci riuscirai”. L’esibizione del funambolo fu un grande successo. Ogni giorno la gente faceva la coda al botteghino del circo per assistere allo straordinario spettacolo di abilità e di coraggio.
Dopo un anno di successo, il direttore volle procurare al circo una maggiore risonanza e propose al funambolo una prestazione eccezionale per attirare ancora più gente. Propose di sistemare un cavo d’acciaio da una riva all’altra di una cascata vertiginosa e di invitare tutta la gente della regione, i giornalisti e le televisioni per quella esibizione senza precedenti. Tutti i membri del circo rinnovarono la loro fiducia al funambolo. Questi non esitò e accettò la sfida.
Già pronto per la pericolosissima traversata sull’esile filo, chiese ancora una volta a tutti i compagni se erano sinceri nell’affermare una fiducia illimitata in lui. “Sì!”, gridarono tutti senza eccezione. Il funambolo partì e l’impresa riuscì perfettamente, con tutti gli spettatori in delirio. Improvvisamente il funambolo alzò una mano e chiese di parlare.

“La vostra fiducia in me è grandissima”, disse.
“Certo”, proclamò uno del circo a nome di tutti.
“Allora, vi voglio proporre una prodezza ancora più straordinaria!”.
“Magnifico! Dicci che cos’è. La nostra fiducia in te è sconfinata: qualunque cosa proponi, accetteremo!”.
“Propongo di camminare con una carriola su questo cavo d’acciaio e di fare il viaggio di andata e ritorno. Siccome la vostra fiducia nella mia abilità è senza limiti, chiedo a uno di voi di salire sulla carriola per fare con me la traversata”.
Nessuno volle salire.

E noi abbiamo il coraggio di fare nostre e ripetere le parole di Isaia, o come Pietro e gli altri di “tirare le barche a terra, lasciare tutto e seguire Gesù? E’ una questione di fede!

 

Qydiacdon.

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