Smarriti … di cuore non temete! Ecco il vostro Dio viene… XXIII Domenica ordinario B

Dopo le due atomiche di Hiroshima e Nagasaki il mondo fu preso dalla paura di un conflitto atomico … Oggi nessuno sa di preciso a quanto ammonta il potenziale nucleare in grado di distruggere il pianeta. Sembra che ciascuno di noi abbia, assieme a tante altre cose di cui preoccuparsi, qualcosa come quattromila chilogrammi di tritolo.    

Stiamo assistendo a un fenomeno migratorio di proporzioni bibliche da un lato, mentre vi è l’ incapacità di gestire e di affrontare il problema e di trovare soluzioni che non alterino gli equilibri etnici, culturali, religiosi dei popoli autoctoni dall’ altra.

Una situazione economica che dire preoccupante è dir poco,. Una perdita di valori essenziali e di principi non negoziabili quali sono quelli sulla vita, sulla famiglia, sul matrimonio fra un uomo e una donna. Famiglie disgregate, anziani soli, depressione e suicidi, una violenza che ha raggiunto tecniche e frequenza impressionante … vi sarebbero molte altre cose e si potrebbe fare un elenco molto lungo …

Davvero ci si sente smarriti e abbandonati. Attraverso il profeta, oggi il Signore però vuole farci raggiungere da un messaggio di speranza: “ Dite agli smarriti di cuore … coraggio non temete! Ecco il vostro Dio … egli viene a salvarvi…”.

Il realizzarsi di questo annuncio è descritto, nella pima lettura, come una nuova fioritura del deserto. Acque che scaturiscono dalla steppa, la terra, viene di nuovo irrigata, sgorgano nuove sorgenti e anche l’ uomo incapace di pronunciare alcuna parola, chiuso in se, incapace di ascoltare la voce di Dio, incapace di muoversi sulle strade di Dio ritroverà voce, udito, e salterà di gioia.

Nel rito del battesimo, in quelli che sono chiamati i riti “ esplicativi” si traccia un piccolo segno di croce sulle orecchie del bimbo e sulle labbra pronunciando le parole: “ Il Signore Gesù che fece udire i sordi e parlare i muti ti conceda di ascoltare presto la sua parola, e di professare la tua fede a gloria di Dio Padre”.
È facile fare il parallelo con il gesto di guarigione compiuto dal Signore Gesù nel Vangelo. Cosa sente un bimbo piccolo, quale parole può articolare?
Ma anche noi, diventati adulti, possiamo essere ancora rimasti sordi e muti a quella Parola e alla chiamata che il Signore ci ha rivolto e ci rivolge Domenica dopo Domenica, Eucaristia dopo Eucaristia.

Sordi all’ annuncio di salvezza che si concretizza nella venuta del Signore in mezzo a noi. Sordi alle sue parole che ci richiamiamo al cambiamento della vita, alla conversione del cuore, ad avere fede!
Sordi alle esortazioni alla misericordia, alla preghiera, ad aver fiducia nella Provvidenza. Sordi al richiamo all’ accoglienza dei poveri, a non fare favoritismi, come ci richiama anche l’ apostolo Giacomo, e a metterci dalla parte dei deboli, degli oppressi. Senza pensare a chissà che cosa, ma avendo sempre ben presente la trama del nostro vivere feriale, quello della quotidianità.

Muti, quando rinunciamo a “ rendere ragione della nostra speranza”., facendo scelte controcorrente, non “ conformandoci alla mentalità di questo secolo” direbbe S. Paolo, che ha proposte seducenti e affascinati nelle quali si può facilmente cadere. Ma è difficile e spesso fra cristiani e non cristiani non vi è molta differenza nel modo di comportarsi.

Può accadere che anziché la coerenza della fede prevalga il rososre, il silenzio, il rispetto umano, la paura di passare come creduloni di latri tempi, ingenui sprovveduti che vivono al di fuori della realtà, inseguendo fantasie e sogni per bambini. Al contrario la verità della vita è quella che ci viene svelata da Gesù.

Vedete come siamo anche noi, io e voi, sordi e muti. Come abbiamo bisogno che il Signore tocchi ancora le nostre orecchie perché possiamo accogliere quella parola, che è annuncio di speranza e di salvezza, di cui tutti abbiamo bisogno e che deve essere proclamata a questo nostro mondo così povero e avaro di speranza, perché sta tentando di estromettere Gesù dalla storia e dal cuore degli uomini.

Ma Gesù continua ad operare e ad annunciare la vicinanza di Dio all’ uomo per confortarlo, guidarlo, sostenerlo, guarirlo, per farlo passare da incredulo a credente.

In questa Eucaristia chiediamo al Signore che guarisca la nostra sordità, la nostra mancanza di parola così:

Guarisci anche me, Gesù, perché anch’io spesso sono bloccato, chiuso in me stesso, nel mio egoismo, incapace di intendere le invocazioni che vengono dal mio prossimo, impenetrabile anche alla tua voce, al tuo messaggio.
( R. Laurita ) 

Soli Deo Gloria qydiacdon

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