Perché fare la Cresima? Incontro con i genitori dei Cresimandi, 10-4-2016

 

Molti parroci e catechisti vivono il giorno della Cresima con sofferenza e tristezza. Vedono i ragazzi ben vestiti e pettinati, schierati per l’ ultima volta nei primi banchi della chiesa. ( per qualcuno anche per la prima …). Li conoscono, sanno anche che molti sono distanti da quello a cui stanno partecipando e vivono questo giorno come un giorno di grande liberazione. Conoscono benissimo, anche, le critiche nei loro confronti, quelli nei confronti della Messa, della religione.

Che cosa rimane di un cammino di tanti anni?
Forse qualche nozione, ma per molti la loro vita scorre su altri binari, in altre direzioni, lontana da Gesù e dal Vangelo. Che cosa rimane del dono dello Spirito Santo, che è Dio e il protagonista assoluto della Cresima?       

Di fronte a questi interrogativi che rispecchiano una realtà diffusa, credo che non sia banale riflettere ponendoci una domanda, che è la stessa che abbiamo posto ai vostri figli e che costituirà l’elemento fondamentale del prossimo ritiro che faremo con loro.

Perché fare la Cresima?

Provo ad azzardare alcune risposte:
 Perché finalmente abbiamo finito e non ci pensiamo più.
 È un sacramento importante, perché si riceve una volta sola nella vita, quindi meglio averlo se no poi quando ci si sposa …
 ……………………………………………………………………
Per trovare la risposta andiamo a confrontarci con la preghiera di benedizione che il Vescovo pronuncia sull’ olio unito a balsamo nella Messa che proprio dal Crisma prende il nome.

Tu in principio
facesti spuntare dalla terra alberi fruttiferi
e tra questi l’olivo,
perché dall’olio fluente venisse a noi il dono del crisma.
Il profeta Davide,
misticamente presago dei sacramenti futuri,
cantò quest’olio,
che fa splendere di gioia il nostro volto.

Dopo il diluvio,
lavacro espiatore dell’iniquità del mondo,
la colomba portò il ramoscello d’olivo,
simbolo dei beni messianici.
e annunziò che sulla terra era tornata la pace,

Nella pienezza dei tempi
si sono avverate le figure antiche
quando, distrutti i peccati nelle acque dei Battesimo,
l’unzione dell’olio ha fatto riapparire
sul volto dell’uomo la tua luce gioiosa.

Mosè, tuo servo, per tua volontà
purificò con l’acqua il fratello Aronne
e con la santa unzione lo consacrò sacerdote.
Il valore di tutti questi segni
sì rivelò pienamente. in Gesù Cristo tuo Figlio
e nostro Signore.

Quando egli chiese il battesimo a Giovanni
nelle acque del fiume Giordano,
allora tu hai mandato dal cielo
in forma di colomba lo Spirito Santo
e hai testimoniato con la tua stessa voce, che in lui,
tuo Figlio unigenito, dimora tutta la tua compiacenza.
Su di lui a preferenza di tutti gli altri uomini,
hai effuso l’olio di esultanza
profeticamente cantato da Davide. ( vedete come la prima parte sia un ripercorrere come il segno dell’ olio accompagni la storia della salvezza, una cosa analoga avviene con la preghiera di benedizione dell’ acqua del battesimo, nella preghiera fuori del tempo pasquale)

Ora ti preghiamo, o Padre: santifica con la tua benedizione + quest’olio, dono della tua provvidenza; impregnalo della forza del tuo Spirito e della potenza che emana dal Cristo dal cui santo nome è chiamato crisma l’olio che consacra i sacerdoti. i re, i profeti e i martiri.

Confermalo come segno sacramentale di salvezza e vita perfetta per i tuoi figli rinnovati nel lavacro spirituale del Battesimo. Questa unzione li penetri e li santifichi, perché, liberi dalla nativa corruzione e consacrati tempio della tua gloria, spandano il profumo di una vita santa.

Si compia in essi il disegno del tuo amore e la loro vita integra e pura sia in tutto conforme alla grande dignità che li riveste come re. sacerdoti e profeti.

Quest’olio sia crisma di salvezza per tutti i rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo; li renda partecipi della vita eterna e commensali al banchetto dalla tua gloria.

Per Cristo nostro Signore.

 Compimento del battesimo ( è il secondo sacramento dell’ iniziazione cristiana)
 Tempio della gloria di Dio, (dimora dello Spirito)
 Spandere il profumo di una vita santa.

A questo punto chiediamoci cos’è la santità? Chi sono i santi?

Vi ripropongo le parole di papa Francesco nell’ Angelus della festa di Ognissanti

“I santi non sono super uomini. I santi non sono nati perfetti – ha sottolineato il Papa – sono come noi, come ognuno di noi, persone che prima di raggiungere la gloria del cielo hanno vissuto una vita normale, con gioie e dolori, fatiche e speranze”.
La differenza con il resto dell’umanità consiste nel fatto che “quando hanno conosciuto l’amore di Dio, lo hanno seguito con tutto il cuore, senza condizioni o ipocrisie; hanno speso la loro vita al servizio degli altri, hanno sopportato sofferenze e avversità, senza odiare e rispondendo al male con il bene, diffondendo gioia e pace”. Proprio in tal senso i santi sono uomini e donne che hanno la gioia nel cuore e la trasmettono agli altri”. “Essere santi non è un privilegio di pochi ma è una vocazione per tutti”.

Ha spiegato Papa Francesco: “Tutti siamo chiamati a camminare sulla via della santità e questa via ha un nome e un volto, quello di Gesù. Lui nel Vangelo ci mostra la strada: quella delle beatitudini. Il Regno dei cieli, infatti, è per quanti non pongono la loro sicurezza nelle cose ma nell’amore di Dio; per quanti hanno un cuore semplice, umile; non presumono di essere giusti e non giudicano gli altri; per quanto sanno soffrire con chi soffre e gioire con chi gioisce; per quanto non sono violenti e misericordiosi e cercano di essere artefici di riconciliazione e di pace”.

Ha chiesto il Papa ai fedeli raccolti in piazza San Pietro: “Che cosa ci dicono i santi, oggi? Ci dicono ‘fidatevi del Signore perché Lui non delude’, è un nostro amico e non delude mai. Con la loro testimonianza, ci incoraggiano a non avere paura ed andare controcorrente o di essere incompresi e derisi quando parliamo di Gesù e del Vangelo. Ci dimostrano con la loro vita che chi rimane fedele a Dio e alla sua Parola sperimenta già su questa Terra il conforto del suo amore e il centuplo nell’eternità”.
 Perché la loro vita sia integra e pura, all’ altezza di essere ciò che sono : figli di Dio, sacerdoti, re e profeti. Sacerdoti, nel far sì che la nostra vita sia una vita offerta a Dio, come ha fatto Gesù della sua vita un’ offerta al Padre, dicendo di sì al Padre in tutto e per tutto. Re, è la regalità che ci ha insegnato Cristo, che non è venuto per essere servito, ma per servire. Richiamiamo alla nostra mente l’ immagine di Gesù che lava i piedi ai discepoli, la preghiera nell’ orto degli ulivi. Profeti per annunciare e testimoniare l’ amore di Dio nel mondo, come ci è stato fatto conoscere da Gesù Cristo. ( È la testimonianza di una vita cristiana)
 Partecipi alla vita eterna e commensali al banchetto della tua gloria. ( Essere per sempre nell’ eternità con Dio in pienezza di vita, anche con la nostra materialità, in una gioia indicibile, consapevoli di noi stessi e con tutti coloro che come noi hanno creduto e vissuto).

Credo che siano risposte molto serie, ma altrettanto valide, che ci fanno comprendere come il sacramento della Cresima, se da una parte dovrebbe far fare un salto di qualità ai ragazzi dall’ altra dovrebbe rafforzare la consapevolezza di impegno, di testimonianza, di primi educatori alla fede da parte dei genitori, considerando la delicata età che i vostri ragazzi stanno attraversando.

Concludo:

Nella Cresima il cresimando dice: “ Sì, io credo in te, mio Dio, dammi il tuo Spirito,
poiché io appartengo tutto a Te, non mi separerò mai da Te e ti testimonierò per tutta la vita in corpo e anima, con le azioni e con le parole, nei giorni belli e in quelli brutti”.

E Dio dice: “ Anch’io credo in te, figlio mio e ti donerò il mio Spirito, anzi me stesso; apparterò in tutto a te, non mi separerò mai da te, in questa vita e in quella eterna, sarò presente nel tuo corpo e nella tua anima, nelle tue azioni e nelle tue parole. Io ci sarò anche quando tu mi dimenticherai, nei giorni belli e nei giorni brutti”.

AMGD 

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