LIBERTA’ : …

parola amata, usata e abusata! Cosa significa in effetti essere liberi?

Gran parte della gente, nonostante forse non sia disposto ad ammetterlo, pensa che la libertà significhi poter fare tutto ciò che vuole senza remore e senza restrizioni. È il sogno di tutti poter dire e fare ciò che si desidera senza essere guidati, consigliati, criticati, redarguiti, ammoniti e, forse, puniti.

Il punto essenziale è, però, questo: si rende conto, la gente, che fare e dire tutto quello che vuole non sempre porta a un risultato soddisfacente? Una classica definizione di libertà è: fare ciò che si vuole senza nuocere agli altri. Ma non dimentichiamo che fra gli altri dobbiamo includere noi stessi. Anche noi siamo gli altri, cioè degli esseri umani che potrebbero subire un danno come conseguenza delle nostre stesse parole o azioni. La pecorella che trova un buco nel recinto dell’ovile è felice perché può fuggire: è questo ciò che essa crede sia libertà. Il giovane si scrolla di dosso le catene dell’ imposizione dei genitori, e crede di poter conquistare il mondo.

Il coniuge riesce a mettere ben in chiaro con il partner che il loro legame non deve in alcun modo ledere la sua libertà di movimento. Il manager è convinto di conoscere quale sia la migliore linea d’ azione da seguire in una determinata impresa, ed è felice di non dover dipendere da nessuno.

L’ ateo crede in buona fede di poter decidere, solo secondo il suo ragionamento, quale sia la condotta morale che più gli si confà. Tanti sono gli esempi in cui ciascuno di noi, se riesce a sentirsi totalmente disancorato da ogni tipo di legame, sia materiale che psicologico o spirituale, crede di aver raggiunto il traguardo della vera libertà. Ma se questo significa agire esclusivamente di testa propria, senza ascoltare alcun consiglio, senza prestare orecchio a opinioni diverse dalle nostre, se questo vuol dire ignorare possibili conseguenze negative che, pieni come siamo di noi stessi, ci rifiutiamo di vedere, prima o poi finiremo, come la pecorella che è fuggita dall’ ovile per essere inseguiti dal lupo.  E non sempre c’è il pastore pronto ad aiutarci, ad uscire dal cappio in cui involontariamente, e certo inconsapevolmente, abbiamo infilato la nostra preziosa testa.

 

Liberamente tratto da: Il pesciolino alla ricerca dell’ oceano- 100 racconti di A.De Mello a cura di Ely Franco- Piemme  (dqy)

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *