L’esorcismo di San Francesco al frate indemoniato

Il diavolo non fu scacciato con un rito e delle formule. Ma fu un intervento in grazia di Dio

 

San Francesco d’Assisi è stato anche un importante esorcista. C’è un episodio raccontato ne “I Fioretti” (edizioni San Paolo) che riporta questa attitudine del “poverello” a scacciare i demoni.

«Stando una volta santo Francesco in orazione nel luogo della Porziuncola – si legge ne “I Fioretti” – vide per divina rivelazione tutto il luogo attorniato e assediato dalli demoni, a modo che da uno grande esercito».

Il litigio

Nessuno di quei demoni poteva entrare in quel luogo intriso di santità. Ci provavano ma non ci riuscivano e Francesco questo lo vedeva e lo percepiva. Tra tutti i frati però ce ne era uno che aveva litigato con un Confratello e voleva a tutti i costi vendicarsi perché, secondo lui, aveva ricevuto delle offese in quel litigio.

I pensieri malvagi di quel frate fecero sì che uno dei demoni riuscì a posarsi sul suo collo e quindi riuscì, in quel modo, ad entrare nel luogo sacro. Francesco comprese quello che stava accadendo, come il buon pastore che vigila sul suo gregge e fece chiamare quel frate.

 Le ammissioni del frate

Francesco che aveva il dono di scrutare i cuori, chiese al frate perché nutriva sentimenti di rabbia: facendo così era finito nelle mani del nemico, il diavolo. Il frate, dal canto suo, impaurito, parlò a Francesco a cuore aperto, spiegando la sua rabbia e il suo rancore. E riconobbe le sue colpe, chiedendo perdono e misericordia.

Francesco gli impose una penitenza e accolse il suo perdono. Vedendo questa “azione” del santo di Assisi, il demonio lasciò il frate e andò via. Il Confratello ritornò sereno in volto dagli altri frati e da quel momento visse in santità.

I lamenti del giovane nobile

Un altro incontro tra Francesco e il demonio avvenne quando un giovane nobile e virtuoso chiese di entrare nella famiglia dei frati. Fu accolto con entusiasmo ma ben presto questo giovane iniziò a mostrare segni di sofferenza. Si lamentava sopratutto dell’abito che indossava. Non sopportava il saio, né il cappuccio, le maniche. E abbandonò l’ordine, istigato dal demonio.

In questo episodio narrato da “I Fioretti” l’azione di Francesco è indiretta. Perché il giovane ebbe in visione un gruppo di persone luminose che sembravano angeli. Queste persone gli rivelarono di essere frati minori. Tra tutti ce ne erano due che risplendevano più degli altri: erano San Francesco e Sant’Antonio. I frati, sempre nella visione, dissero che Francesco e Antonio combatterono contro le tentazioni del demonio e lo sconfissero.

Il ritorno al convento

Per arrivare alla loro santità, sentenziarono al giovane che doveva cambiare stile di vita, tornare alla povertà e alla castità. Il giovane, terminata la visione, tornò in sè. Si sentì confortato e rientrò al convento chiedendo scusa al guardiano e agli altri confratelli. Da quel momento la sua vita fu intrisa di santità.

Gelsomino del Guercio in Aleteia

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