Il partito musulmano vuole un posto in RAI

“Hamza Piccardo, fondatore della costituente islamica, cioè l’ organismo che si propone di dare una rappresentanza eletta ai fedeli islamici italiani e che organizza da qualche settimana congressi sul territorio italiano, onde mobilitare i potenziali aderenti.

Piccardo si sforza di dire che : “non sono un partito, fanno di tutto per sembrarlo”. Per esempio hanno già puntato la preda che fa gola a tutti gli schieramenti politici, ovvero la televisione. Sì avete capito bene. I musulmani vogliono un posto in RAI. (…)
La retorica è sempre la stessa: un po’ di piangisteo, per dire che i musulmani sono vittima di razzismo e discriminazione, e subito dopo la richiesta. Molto ben dettagliata, fra l’ altro.
“Ci piacerebbe che questa figura importante portasse avanti un discorso serio per noi islamici come per tutto il resto”, continua Piccardo. “Al momento non abbiamo canditati. Sia chiaro: Rula Jebral è una brava giornalista, ma non se ha le caratteristiche per fare la presidente. Pietrangelo Buttafuoco è molto vicino a noi, è di religione musulmana ed è molto bravo. Ci vuole un soggetto di garanzia per tutti, anche per noi. Ci basterebbe un componente dei vertici più attento e garantista verso l’ Islam.”

Da la Verità, 4 giugno 2017, Francesco Borgonovo

________________________________

Che l’ Islam sia penalizzato in Italia è tutto da vedere! Forse sono più penalizzati gli italiani, che non professano questa “fede”, che gli stessi islamici.
Prima di accampare diritti dovrebbero avere la consapevolezza dei doveri. Quelli, ad esempio, di riconoscere e giurare fedeltà al rispetto delle norme e delle leggi che regolano la vita dei paesi nei quali “sono ospiti”, (Costituzione nel nostro caso), perché se anche hanno riconosciuta la cittadinanza, non condividono con noi il patrimonio della nostra cultura, dei nostri costumi, della nostra stessa lingua, la concezione di stato, di famiglia, della nostra storia.
La storia insegna che quando sono in minoranza appaiono anche concilianti, ma che le cose si ribaltano a sfavore di chi musulmano non è, quando sono in maggioranza o acquisiscono posti di potere.

Anche perché un musulmano non è vincolato in coscienza dalla sincerità verso chi viene reputato un infedele.

Purtroppo i nostri politici o non conoscono l’Islam, o se lo conoscono, ne hanno paura, o sono coinvolti in interessi economici che noi non conosciamo! Questo non significa che anche fra i musulmani non vi possano essere persone miti con cui poter dialogare, ma questa sono eccezioni a livello personale, perché l’ Islam non è una religione di pace in base a quanto è scritto nel Corano. Al massimo si può arrivare ad una tolleranza, in una condizione di subordinazione per chi non è musulmano.
Questo almeno fino ad oggi.

Più prudenza, più competenza, più lungimiranza, a chi deve gestire la Res Publicae non guasterebbe a tutela delle nostre radici che non sono islamiche, ma cristiane.

dqy

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *