“ Il mio cuore e la mia carne desiderano Dio”

dice il salmo, e noi sentiamo calmata la nostra sete solo quando siamo uniti a Lui anche nell’ essere e nel vivere. Affermare cosa siffatta, sarebbe non soltanto temerario, ma insensato, perché nulla di creato può mischiarsi col divino. Eppure c’è un’ unione diversa da quella del mero conoscere e amare: l’ unione della vita reale.

Noi vi tendiamo, dobbiamo tendervi e per questo anelito v’è un’ espressione veramente profonda. La stessa scrittura con la liturgia ce la mette sulle labbra: vorremmo essere uniti a Dio  con la nostra vita personale come il nostro corpo con il cibo e con la bevanda. Noi siamo affamati e assetati di Dio. Non soltanto lo vorremmo conoscere, non soltanto amare: lo vorremmo anche stringere a noi, trattenere, possedere – sì diciamo fiduciosi – lo vorremmo mangiare, bere, tutto in noi, fino a che ne fossimo sazi, del tutto paghi, del tutto compenetrati.

( … ) Nulla di irriverente deve essere questo pensato. Nulla che faccia sorgere il sospetto che noi si voglia cancellare i confini separanti noi, creature da Dio. Ma possiamo avvalerci di quello che Egli stesso ha posto come esigenza in noi. Possiamo allietarci di quanto la Sua bontà straordinariamente ci dona.

Mangiare la sua carne … bere il suo sangue … nutrirsi di Lui … accogliere in noi l’ uomo-Dio vivente, ciò che esso è e possiede, non è più di quanto noi avremmo potuto desiderare per conto nostro? È tuttavia proprio tutto quello che il nostro intimo ha da desiderare?

Questo mistero trova così limpida espressione appunto nelle figure del pane e del vino.

Il pane è nutrimento onesto, che realmente nutre. Sapido e vigoroso da non annoiarci mai. Il pane è verace. E buono è pure: prendi la parola nel suo senso caldo e profondo. Ma nella figura del pane Dio diventa vitale nutrimento per gli uomini. Sant’Ignazio di Antiochia scrive ai cristiani di Efeso:

“ Spezziamo un pane: che esso ci sia pegno dell’ immortalità”

È un cibo che nutre tutto il nostro essere con il Dio vivente e fa sì che noi siamo in Lui ed Egli in noi-

R.Guardini: I santi segni

 

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